Capitolo LXX - Inès

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<<Vedrai che andrà tutto bene>> Pepper cerca di darmi conforto, ma non sono per niente fiduciosa sulla missione. Credo nelle capacità di Grant, ma si è esposto ad un pericolo troppo grande per lui ed ho paura di quello che potrebbe succedere su Vanaheim.

<<Sarei dovuta andare io, avevo molte più possibilità di sopravvivere>> rispondo in modo un po' brusco ma quando me ne rendo conto è troppo tardi per ritrattare.

<<Per questo abbiamo lasciato andare lui, magari riusciamo a liberarcene>> mio padre si intromette nella nostra conversazione, non gli piace mio marito e credo che non cambierà mai idea sulla nostra relazione.

<<Tony!>> Pepper lo richiama con tono di rimprovero mentre sgrana gli occhi, è sorpresa per la franchezza di mio padre ma ormai dovrebbe conoscerlo bene.

<<Vado a controllare CJ>> dico io per sottrarmi dal discorso che si stava per creare.

<<Tranquilla, lui non scappa. Lo trovi sempre lì>> Tony mi prende in giro perchè sono forse troppo apprensiva, ma, credo, che chiunque lo sarebbe se avesse vissuto la mia esperienza, tenevo tra le braccia il corpicino della mia bambina e lei non respirava, non potrò mai dimenticarlo.

Arrivo nella stanza di mio figlio e mi avvicino silenziosamente alla culla che sembra immensa in confronto a lui. Se ne sta rannicchiato nel suo angolo, è sveglio ma non piange, forse sta sognando ad occhi aperti. Mi piacerebbe sapere cosa pensa. Lo prendo in braccio, mia madre dice che non devo viziarlo ma non riesco a stargli lontano, sento che devo proteggerlo a tutti i costi ed è un istinto che non posso ignorare. Lo osservo da vicino e lui mi guarda intensamente, ci conosciamo da poche ore ma il mio amore supera tutti i confini mai raggiunti prima d'ora. Più lo guardo più mi rendo conto di quanto sia unico, è l'unione perfetta tra me e il suo papà, non credevo potessimo creare una cosa così bella. Continuo a cullare il mio principino mentre gli canto una melodia, la sentivo sempre da mia madre quando ero piccola. Mio padre e Pepper se ne stanno sulla porta ad assistere allo spettacolo, mi sento in imbarazzo ma non importa. Mi fermo solo nel momento in cui rimetto Chris addormentato nel suo lettino.

Nell'istante in cui chiudo la porta alle mie spalle sento un rumore assordante che proviene dal giardino, la luce intensa illumina tutto l'appartamento e quasi non riesco a tenere gli occhi aperti. Buddy inizia ad abbaiare e scodinzolare mentre corre da tutte le parti. Appena il fascio di energia del Bifrǫst scompare vedo chiaramente le figure apparire davanti a me, ci sono mia mamma, Thor e Grant. Sono tutti e tre feriti ma mio marito sembra più grave degli altri. Mi precipito subito affianco a lui, mio padre lo aiuta a sorreggersi prima che possa intervenire io, sono ancora debole per il parto e non avrei retto il suo peso sopra le mie spalle. È passata a malapena un'ora da quando sono andati via mi chiedo come abbiano fatto a ridursi in questo stato in così poco tempo. Grant ancora barcollante si lascia cadere sul sofà, una macchia di sangue si estende velocemente sul nostro divano bianco.

<<Quella è vera pelle italiana!>> a mio padre scappa un rimprovero rivolto a Grant per aver sporcato il divano, se non fossi così preoccupata probabilmente ci riderei su.

<<Potrebbe stupirti quanto sono bravo a pulire il sangue>> risponde mio marito.

<<Già, immagino che l'HYDRA ti abbia insegnato bene.>>

<<Papà, smettila!>> mentre cerco di placare la discussione nascente Grant si contorce dal dolore, perde molto sangue ed il suo viso diventa sempre più pallido. Cerco di non farmi prendere dal panico, mi inginocchio davanti a lui e sposto le sue mani dal fianco scoprendo la ferita aperta. Tolgo le bende e mi accorgo del taglio abbastanza profondo sotto di esse.

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