Capitolo LI - Marta

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Non so dire da quante settimane sono bloccata in questa posizione, il mio cervello è acceso ma il mio corpo non si muove, riesco a percepire tutto quello che accade intorno a me, sento con chiarezza le voci, distinguo i rumori ma non riesco a vedere, i miei occhi sono chiusi ed intorno a me c'è solo il buio, ogni tanto provo anche ad urlare ma per quanto mi sforzi nemmeno un suono riesce ad uscire dalla mia bocca, mi chiedo se sia questa la morte; ho impressa nella mente l'immagine di mio padre che scaglia una freccia contro Inès, non avrei mai permesso che la colpisse, l'ho protetta, con il mio corpo le ho fatto da scudo ne sono sicura, l'ultima cosa che ricordo prima del buio totale è il viso della mia dolce bambina rigato dalle lacrime di dolore, riesco ancora a sentire il freddo che si era insinuato nel mio corpo.
Mi sono risvegliata per un attimo ed ho visto, c'era mia madre che stava usando il suo potere di curatrice sulla mia ferita, lo ha sempre fatto, quando io ed i miei fratelli ci ferivamo in battaglia lei ci curava con il suo potere, ricucendo i tagli con il suo tocco; sono svenuta subito dopo e non so per quanto tempo ho dormito ancora, non so cosa mi stia succedendo, sto provando qualcosa di molto simile al "Sonno di Odino", sentire quello che succede intorno a te ma senza poter muoversi,  credo che gli umani lo chiamino semplicemente "coma".
La mia mente vaga imperterrita e senza mai fare una sosta, a volte sono presente in questo mondo ed altre viaggio nei miei sogni ne percepisco la differenza, quando sono nei miei ricordi vedo le immagini chiare e nitide, posso persino muovermi e toccare i volti mentre quando sono qui sento solo voci lontane.
Da quando sono in questo stato mia madre viene a farmi visita tutti i giorni insieme ad un gruppo di ancelle, le sento mentre lavano il mio corpo, pettinano i miei capelli e sistemano le mie unghie, Agatha invece si siede al mio fianco e passa molte ore a parlare con me, i primi giorni mi ha parlato di ogni singolo avvenimento dal giorno in cui sono stata esiliata nel 1300 fino ad oggi, senza tralasciare alcun dettaglio, in questi ultimi giorni invece mi aggiorna sui pettegolezzi che sente durante le sue passeggiate oppure passa il suo tempo a leggermi dei libri, non abbiamo mai avuto gli stessi gusti quindi questa potrei considerarla una tortura. 
Oggi però tutto sembra diverso, sento il suono di alcuni passi che entrano in questa stanza, ma nessuno pettina i miei capelli o pulisce le mie unghie, qualcuno prende la mia mano e dopo poco sento delle gocce che la bagnano, come se piovesse, forse sono lacrime.
<< Lasciamole da sole >> sento la voce di un uomo, sono sicura che non si tratti di Bert, riconoscerei la sua voce, questa è più profonda e giovane, tutte le persone nella stanza però obbediscono senza fiatare e mi lasciano da sola con la persona al mio fianco; quando la porta si chiude il pianto diventa più forte e singhiozzante, capisco che si tratta di una donna.
<< Ti prego svegliati >> il mio cuore inizia a battere più velocemente, sembra voglia uscirmi dal petto, la mia piccola Inès è qui di fianco a me << mamma, combatti non posso perderti, non di nuovo >> raccolgo tutte le forze che ho nel corpo, vorrei alzarmi ed abbracciare mia figlia ma ogni mio sforzo è inutile, non riesco a muovere nemmeno un muscolo, mi si spezza il cuore a sentirla così, vorrei solo dirle "sono qui, ti posso sentire", una lacrima scende sul mio viso, lei l'asciuga dolcemente e mi abbraccia forte. 
<< Mamma, tu puoi sentirmi >> i singhiozzi sono spariti, mi immagino il sorriso sul suo volto in questo momento, da quando è nata ho sempre provato a renderla felice, a darle il meglio che potevo, ho commesso molti errori ma le ho dato tutto l'amore che ho potuto.
Inès rimane al mio fianco per molto tempo, mi racconta tutto quello che le è successo negli ultimi anni, da quando quel giorno è uscita di casa con il pancione per andare a New York, non aveva avuto ancora l'occasione per aggiornarmi sulla sua vita. 
Mi rattrista sapere che non ha avuto una vita facile, alla sua età dovrebbe essere una giovane spensierata, vedere solo i lati belli della vita ed invece conosce già la sofferenza di perdere un figlio e di essere tradita dalla persona amata, almeno ha conosciuto suo padre e può contare su di lui per tutto, avevo giudicato male Tony Stark, pensavo fosse un egoista viziato ma dai racconti di nostra figlia sembra un buon genitore. 
<< Adesso basta, tua madre deve riposare, potrai tornare domani a farle visita >> la presa di Inès sulla mia mano diventa più forte mentre Agatha le parla, non vuole allontanarsi da me ed io vorrei che rimanesse qui, mia madre le chiede << sicura di non voler alloggiare qui? >>
<< Starò nel palazzo reale come promesso a Thor, ma tornerò domani mattina di buon'ora per prendermi cura di mia madre >> 
<< Non riesci ancora a fidarti di tua nonna? >> 
<< Con tutto il rispetto, ma nutro ancora dei dubbi su tutti voi >> capisco che Inès non si fidi dopo tutto quello che è successo in questa casa, ma il vero mostro era Samos, mia madre era solo una vittima come tutti noi, nonostante ciò preferisco che stia con Thor, sarà protetta.
<< Capisco mia dolce nipote >> sento la porta chiudersi, rimango da sola con Agatha. 
<< Hai fatto una figlia forte, una vera combattente >> si ferma un attimo per raccogliere le idee << tuo padre l'ha capito subito, finalmente aveva trovato l'erede che tanto cercava di avere, qualcuno da plasmare a sua immagine e somiglianza, a cui tramandare gli istinti per la guerra, aveva fallito con te ed i tuoi fratelli, ogni sua scelta vi ha condotti tutti alla morte, e quando Bert mi ha dato quella fiala non ho potuto riportarlo in vita, ho scelto te, spero che questo affievolisca almeno in parte le colpe che mi hai addossato in questi anni. Ho dovuto farti esiliare dal nostro re, saresti morta come tutti i miei figli. >>.
I miei fratelli. Erano anni che non pensavo a loro, mi ritornano alla mente tutti i ricordi di quando eravamo piccoli, giocavamo sempre insieme ed i nostri pranzi erano sempre gioiosi, sembravamo la famiglia perfetta, nostra madre che si occupava di gestire la casa insieme a Bert e gli altri collaboratori, una vera dama, e nostro padre che rincasava felice dopo una guerra, ci raccontava le favole e ci metteva a letto; ma un giorno tutto cambiò, Samos tornò a casa dopo aver perso una battaglia, fu ferito e non potè aiutare i suoi compagni, per lui questo voleva dire disonore e non poteva accettare il suo fallimento.
Iniziò ad addestrare tutti e sei i suoi figli contro la volontà di nostra madre, lo ricordo come se fosse ieri, da una parte c'erano i miei fratelli, Asher, Etham ed Grayson mentre nello schieramento opposto c'eravamo io e le mie due sorelle, Darla e Diamond, nostro padre ci allenava tutti i giorni, dapprima ci faceva combattere corpo a corpo, poi ha inserito le armi. Asher e Darla erano i più grandi, due gemelli dalla bellezza rara, entrambi con i capelli col miele e il cielo negli occhi, furono i primi ad andare in guerra con Samos, ma nessuno dei due fece ritorno quel giorno, ricordo ancora le grida strazianti di mia madre e tutto il dolore del lutto che provavo in quel momento, ma questo non fermò Samos. 
Gli allenamenti divenatarono sempre duri, e man mano che avevamo l'età giusta per partire ci faceva arruolare nell'esercito, uno ad uno tutti i miei fratelli sono caduti in guerra, Diamond è diventata una Valchiria ed è morta per mano di Hela, la primogenita di Odino, conosciuta anche come la Dea della morte; Grayson invece è mancato nella battaglia contro Jotunheim congelato da un gigante di ghiaccio, ad Etham invece è toccata la sorte più dura, essere nello stesso battaglione di Samos, mio padre non ci ha mai rivelato le circostanze della sua sparizione, non sarei sorpresa se dovessi scoprire che è stato lui stesso ad ucciderlo. Io ero la più piccola, mi hanno arruolata dopo molti anni dalla dipartita dei miei fratelli, sono stata fortunata perchè sono capitata nell'esercito personale di Odino, la battaglia su Jotunheim per me è stata diversa, non ho affrontato i giganti in prima linea, ma ero in ricognizione ed è stato quello il momento in cui ho trovato il piccolo Loki. 
Per mostrarmi la sua riconoscenza il nostro sovrano mi ha esiliata sulla terra in modo che mio padre non potesse costringermi a partecipare ad un'altra delle sue folli guerre, solo adesso scopro che è stata mia madre ad allontanarmi da quel mostro, ancora una volta mi ero sbagliata, l'ho sempre colpevolizzata di non aver mai fatto niente per fermare mio padre, ed invece è solo grazie al suo intervento che sono ancora viva, vorrei poterla abbracciare. 
<< Credimi quando ti dico che ho provato a fermare tuo padre, dopo la morte dei gemelli, il mio dolore era troppo forte e sapere che quel tiranno aveva intenzione di portarvi tutti in battaglia mi distruggeva l'anima, così una notte dopo avervi messi a letto sono andata nella dependance in cui lui si allenava, ho preso una delle sue preziose armi, un coltello per la precisione, l'ho nascosto sotto le mie vesti e sono tornata in camera, ho provato a trafiggere il suo cuore ma si è svegliato prima che potessi colpirlo, e così ha disposto un piano con dei sicari, se avessi provato ad ucciderlo di nuovo questi vi avrebbero torturati davanti ai miei occhi, non ho potuto far niente >> le parole di mia madre mi distruggono, non sapevo che avesse sofferto così tanto, Agatha lascia la stanza ed io cado in un sonno profondo.
Nel mio sogno di oggi rivedo Gaspar, il mio grande amore terrestre, siamo ancora su quel fiume dell'Andalusia, stretti in un abbraccio che avrei voluto durasse in eterno, sapevo che prima o dopo avrei dovuto dirgli addio, era un essere umano ed il suo corpo sarebbe invecchiato al contrario del mio, siamo stati insieme per oltre settant'anni, ed ancora adesso, dopo centinaia di anni lo amo come il primo giorno che ci siamo incontrati. 
Avrei desiderato avere una famiglia con lui ma la vita non ce l'ha permesso, così dopo la sua morte ho vagato per secoli sperando di provare un sentimento simile a quello che avevo per Gaspar, ma non ho mai conosciuto nessuno come lui, mi sono divertita ed ho avuto molte avventure ma poi è arrivata Inès e le mie priorità sono cambiate, totalmente stravolte.
Ho conosciuto Josè ad un matrimonio di amici in comune, sembrava una brava persona ed aveva due figli meravigliosi, mi sono fatta rapire dallo sguardo innocente del piccolo Pablo e così ho deciso di sposarmi con lui, pensavo di fare la cosa giusta per Inès ma il mio giudizio era senza dubbio sbagliato, ha sofferto molto in quella casa finchè non è arrivato Grant a liberarla, non so i motivi che abbiano spinto Inès a lasciarlo ma so che lui la ama più di qualsiasi cosa a questo mondo, non le farebbe mai del male.

<< Buongiorno mamma >> la voce della mia bambina mi riporta in questo mondo, strappandomi dai miei ricordi, vorrei solo dirle "buongiorno tesoro" ma non riesco.
<< Stavo pensando che secondo me assomigli più a Stark >> sento anche la voce di Thor. 
<< Devo prenderlo come un insulto? >> mia figlia scherza con il principe. 
<< Beh tuo padre è di bell'aspetto, ma intendo che avete lo stesso carattere, siete entrambi molto testardi, sono tre mesi che veniamo qui tutti i giorni e non ti dai mai per vinta >> sono stravolta, mi sembrano arrivati ieri invece sono già passati tre mesi, mi chiedo quanto tempo abbia perso nei miei ricordi, devo trovare la forza per rimettermi in piedi. 
<<In realtà è una cosa che ho imparato da Steve, mi rialzerò sempre dopo ogni caduta e non mi arrendo mai >> non so chi sia il ragazzo che nominano nei loro discorsi, mi sono persa così tanto della vita di mia figlia, potrebbe essere il suo nuovo fidanzato oppure un amico di Tony ma io non posso chiederlo e la cosa peggiore è che ho mia figlia così vicina ma non posso abbracciarla, mi chiedo se ci sia una tortura peggiore di questa. 
<< Credi che si risveglierà? >> Thor parla in modo pacato e diretto con Inès, si vede che lei gli vuole bene, di solito è riservata e sta sulla difensiva ma con lui invece sembra rilassarsi.
<< Continuo a ripetermi che tornerà da me, ma la verità è che non lo so più nemmeno io, per andare avanti vengo qui e parlo con lei ma non so se riesce davvero a sentirmi >> "ti sento", cerco di urlare a pieni polmoni ma la mia voce si perde tra due realtà, nonostante tutta la forza che impiego l'unica cosa che riesco a fare è stringere impercettibilmente la sua mano. 

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