Capitolo XXIX - Grant

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Una settimana prima..

Atterro dalla mia ultima missione in Europa e ne approfitto per fare un giro in Missouri, è più di un mese che non vado al rifugio e devo controllare che sia tutto in regola, ogni volta che ci vado lascio una lettera per Inès, non credo le vedrà mai ma la speranza è sempre l'ultima a morire e la mia si spegnerà con me. Ormai le accuse contro di me per la morte dei miei genitori sono state cancellate, ci ha pensato John Garrett quando mi ha fatto evadere di prigione per unirmi allo S.H.I.E.L.D.

Una volta arrivato alla base carico le poche cose che possiedo su una delle macchine messe a disposizione e parto per il mio viaggio. Guido per qualche ora, John pensa che io sia un pazzo a tornare a casa dopo ogni missione, continua a sostenere che ormai debba chiudere il capitolo del mio passato e andare avanti, concentrarmi sulla carriera e non avere debolezze, non riesce a capire che ho bisogno di tutto questo, sento la necessità di staccare la spina e tornare ai miei ricordi, per rivivere gli unici momenti che ho avuto assieme alla donna della mia vita.

Arrivo finalmente a St. Peters, qui sembra non essere cambiato niente, la casa dei miei genitori è ancora sporca di fuliggine e cenere, deduco che i miei fratelli abbiano deciso di tenerla così e di non ristrutturarla, non ho più loro notizie da anni. Decido di non fermarmi in questo luogo, mi ha provocato troppo dolore e mi sono reso conto che ogni volta che passo più di cinque minuti qua tutto l'odio che provo torna a galla.

Dopo aver percorso la strada principale arrivo finalmente nel bosco, imbocco il sentiero che porta alla vecchia casetta e noto subito che c'è qualcosa che non quadra, il disegno lasciato dal pneumatico è diverso da quelli incisi in precedenza, la cosa mi rende abbastanza nervoso, decido di dover arrivare velocemente quindi accelero.

Quando finalmente arrivo a destinazione lo spettacolo che trovo mi fa infuriare, la casa è rasa al suolo, deve essere bruciata in un incendio che è stato tutto tranne che fortuito, qualcuno ha appiccato il fuoco e non ha saputo controllarlo, la domanda che mi sorge spontanea è perchè? Non c'è nessuno che vive qui, nessuno che poteva morire qui dentro.

Della casetta non è rimasto molto ormai, non era il massimo ma avevo molti bei ricordi qui, ci avevo messo molto a costruirla ed ero legato a questo luogo.

Ripenso alla scatola con tutte le lettere e le foto, non posso credere di averle perse, per fortuna avevo tenuto una foto di me ed Inès da cui non mi sono mai separato.

In questo momento sono devastato, devo assolutamente scoprire chi è stato, nessuno deve passarla liscia, il responsabile deve pagarla cara.

Allento il pugno che avevo stretto senza rendermene conto e mi avvicino ai resti, mentre ispeziono il luogo noto un luccichio nella polvere, pulisco l'oggetto e quando capisco cos'è mi scappa un sorriso, ormai non credevo nemmeno più di poter provare felicità, si tratta del pendente della collana che avevo regalato ad Inès per il suo compleanno, questo vuol dire che lei è stata qui e che ancora indossa il mio regalo, forse ho una speranza, spero abbia visto tutto quello che le avevo lasciato, la mia voglia di vendetta si affievolisce.

Decido di andare in un negozio e ricompare la catenina, voglio riparare la collana così quando troverò Inès potrò rendergliela.

Mi reco nel primo negozio che trovo in centro, è proprio di fronte al parco che frequentavamo anni fa, è l' che notai Inès le prime volte. Sono nella bottega e mentre chiedo all'orefice di farmi una catenina che possa resistere più a lungo della precedente, entra nella bottega una mia vecchia conoscenza: Cressida Clark.

Sono passati anni dall'ultima volta che l'ho vista, non pensavo a lei da anni ormai, noto con dispiacere che lei ha sempre la solita faccia da ricca presuntuosa, immaginavo che ormai fosse lontana da qui ma vedo che mi sbagliavo.

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