Capitolo XC - Inès

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<<Sorpreeeeesa>> dice Loki con sarcasmo nel momento in cui varchiamo la soglia.
Vederlo incatenato alla sedia mi fa tenerezza, ma se l'è cercata, conoscendolo potrebbe aver fatto qualche dispetto a Valchiria e lei non mi sembra il tipo di persona che porge l'altra guancia.
Thor prende una bottiglia dal mobiletto all'ingresso e la lancia al fratello, colpendolo in pieno viso. Credo lo faccia per assicurarsi che sia veramente lui e non una delle sue proiezioni. Banner entra prima di me all'interno della stanza con diffidenza, lo trovo buffo con indosso i vestiti di mio padre. Il dottore si avvicina a Loki dicendo con estrema titubanza <<Allora, l'ultima volta che ti ho visto cercavi di uccidere tutti. Che progetti hai adesso?>>
<<Variano di momento in momento>> risponde Loki con sguardo minaccioso e tetro. Bruce con il terrore stampato sul volto si allontana per raggiungere Thor e Valchiria, lasciandomi da sola con il principe. I nostri occhi si incontrano per un istante, entrambi distogliamo lo sguardo alla velocità della luce <<Dunque sei viva>> esordisce.
Mi volto verso di lui ma sta ancora fissando il vuoto, non riesco a cogliere la sua espressione ma il suo tono di voce è mortificato. <<Anch'io sono felice di rivederti>>.
<<Non credevo ci saresti riuscita.>>
<<Dovrai dirmi addio un altro giorno.>>
<<Così pare>> risponde lui con aria di sfida, ma lasciandosi sfuggire un sorriso.
<<Serve una navicella>> dicono in coro Thor e Banner riportando la mia attenzione sulla missione.
<<Non vorrei disturbare>> interviene Loki. <<Il Gran Maestro ha una gran quantità di navicelle, potrebbe darsi che io abbia i codici d'accesso al suo sistema di sicurezza.>>
<<Perché improvvisamente ci aiuti?>> chiedo con diffidenza.
<<Ho bisogno solo di un passaggio sicuro.>>
<<Per rubare la navicella dobbiamo far allontanare le guardie dal palazzo>> suggerisce Valchiria.
<<Daremo inizio ad una rivoluzione>> commenta Thor. <<Io e Loki cercheremo una navicella da prendere mentre tu e Bruce aspetterete Valchiria mentre porta le armi a Korg>>.
<<Aspettatemi sulla navicella, devo prendere una cosa dall'albergo>> annuncio io.
<<Non esiste, tu non vai da sola>> Loki si intromette. Tutti ci voltiamo verso lui stupefatti del suo intervento. <<È troppo pericoloso>> aggiunge stringendosi nelle spalle.
<<Dunque anche il Dio dell'Inganno prova sentimenti>> commenta Valchiria.
<<Sentimenti, io? Niente di più lontano da me, voglio sopravvivere. Se lei non dovesse tornare uno di voi idioti tarderebbe la partenza e questo potrebbe compromettere il piano!>>
<<Vado io con lei>> dice Bruce. Dalla sua espressione capisco che si è pentito, ma ormai è troppo tardi per ritrattare la sua offerta.

Io e Banner sgattaioliamo fuori dall'appartamento, per mia fortuna nessuno potrebbe riconoscere Hulk sotto forma di umano. Sarà più facile passare inosservati in mezzo alla folla di persone che si riversa per le vie della città. Ci allontaniamo a passo svelto dall'edificio alle nostre spalle come se stessimo cercando di seminare qualcuno. Ad ogni passo Bruce cerca di fare conversazione, ma le mie risposte sono schive. Non sono in vena di parlare, soprattutto quando sto cercando di condurre una spedizione che implichi la nostra sopravvivenza.
Arriviamo nella piazza che si trova davanti alla dimora del Gran Maestro, solo un paio di traverse ci dividono dall'hotel in cui abbiamo alloggiato io e Loki. Attraversiamo la scalinata principale sotto l'occhio vigile di due guardie reali; per un attimo ho temuto che ci riconoscessero e che il nostro piano non andasse a buon fine. Entriamo nell'albergo cercando di non farci vedere dal proprietario alieno, dobbiamo ancora saldare il conto e non saprei come sdebitarmi dato che non ho soldi.
Ci muoviamo tra i corridoi rimanendo vicino ai muri per non fare il minimo rumore. I miei passi sono lenti e silenziosi come quelli di un felino durante una battuta di caccia mentre Bruce assomiglia più ad un grosso gorilla. Decisamente non sarebbe stato idoneo all'addestramento di Natasha. Giro l'angolo ed infilo la chiave nella serratura. Nell'esatto momento in cui la porta sta scivolando sul pavimento il proprietario dell'albergo esce da una delle stanze. Le sue urla si levano alte tra le pareti, afferro il braccio di Bruce e lo trascino nella camera, serrando la porta alle nostre spalle.
<<Ma in che lingua sta parlando quel coso?>> urla Bruce terrorizzato.
<<Sei tu quello con i dottorati qui>> rispondo beffarda.
<<Non mi hanno mai insegnato il linguaggio alieno>> replica lui con tono ancora più elevato.
Ignoro le sue proteste e mi avvicino al letto. Prendo fuori una pistola dal materasso e la passo al mio accompagnatore, in questo modo potrà difendersi da eventuali attacchi. Passo il mio pollice sull'impugnatura per sbloccare l'arma a riconoscimento biometrico. Raccolgo alcuni fogli da sotto al cuscino e mi avvicino a Banner.
<<Cos'è quello?>> i colpi sulla porta iniziano ad essere più forti. Dal corridoio arriva il rumore di uno sparo. <<Che vuoi fare?>> chiede Bruce dopo che l'ho afferrato per il braccio ed ho iniziato a correre verso la finestra. <<Inès, non sappiamo volare. Ci schianteremo!>> urla a pieni polmoni mentre ci lanciamo dal terzo piano. Dopo essermi divertita con l'esilarante reazione di Banner premo il pulsante sul mio braccialetto e l'armatura inizia a costruirsi intorno al mio corpo. Non appena il sistema di volo è online accendo i propulsori e, tenendo la presa ben salda sul mio collega, mi dirigo verso il palazzo del Gran Maestro.
Arriviamo nel punto di incontro. Valchiria ci sta aspettando davanti alla sua navicella.
<<Ho consegnato le armi a Korg, Thor è riuscito a scappare con il Commodore>> dice lei.
<<Lasciamo questo pianeta il prima possibile>> risponde Bruce.
Saliamo sulla navicella della ragazza, lei si mette alla guida mentre io e Bruce prendiamo posto al suo fianco. Dopo aver premuto una serie di pulsanti ci alziamo in volo. Vediamo Thor sfrecciare davanti a noi seguito da una navicella del Gran Maestro che cerca di abbatterlo. Valchiria apre il fuoco sul nemico facendo esplodere il suo mezzo.
<<Apri i portelloni>> ordina a Thor attivando l'altoparlante. Il Dio del Tuono fa quanto richiesto e la ragazza preme un pulsante che espelle il sedile di Bruce e lo fa volare dritto nel Commodore. Io rimetto l'armatura che avevo tolto per salire a bordo del veicolo ed atterro al fianco di Banner.
Mi avvicino al mio amico e mi siedo accanto a lui nel sedile del copilota. Mi guardo intorno e noto subito un'assenza. <<Dov'è Loki?>> chiedo.
<<È rimasto nel palazzo>> risponde lui abbassando leggermente lo sguardo. <<Il suo tradimento è l'unica certezza che ho su di lui.>>
Un'elevato numero di navicelle reali ci inseguono sparandoci contro con cannoni a lungo raggio. Thor cerca sullo schermo di attivare qualche congegno letale in grado di difenderci.
<<Potrebbe essere un eroe, ma si accontenta di vivere dietro la maschera da bullo prepotente che si è costruito. Crogiolandosi nella solitudine>> dico io con amarezza.
<<Lui non è mai stato solo...>>
Le parole del biondo arrivano dritte al mio cuore come una lancia tagliente.
Lui è un mio amico, non posso abbandonarlo.
<<Thor, devo tornare indietro>> dico io alzandomi in piedi.
<<Non posso lasciartelo fare.>>
<<Tu devi>> interrompo <<Raggiungi Asgard, sconfiggi Hela, salva il popolo. Salva mia madre.>>
<<Come tornerai a casa?>> chiede lui preoccupato.
<<Un modo lo trovo, sempre.>>
Senza aspettare una risposta mi alzo in volo ed esco dal veicolo. Mentre raggiungo il palazzo reale abbatto un paio di navicelle nemiche per dare un vantaggio alla squadra.
Raggiungo la dimora del Gran Maestro ed atterro nella stanza in cui alloggiava Hulk. Secondo i miei calcoli questo è l'unico posto in cui non cercherebbero mai dei fuggitivi e da qui riesco ad orientarmi meglio nelle stanze di questo palazzo immenso. Mi avvio verso l'uscita e quando passo attraverso la porta il campo di forza mi fa sobbalzare all'indietro. Avevo dimenticato che questa è una prigione, anche se più lussuosa. L'impatto ha distrutto la mia armatura in mille pezzi che si trovano sparsi sul pavimento, fortunatamente la tecnologia di nano particelle studiata da mio padre è in grado di ricostruire interamente la corazza tramite autoriparazione. Il mio gesto sconsiderato ha attivato l'allarme che risuona in tutti i corridoi del palazzo. Presto le guardie arriveranno.
Mentre Friday lavora per ricostruire l'armatura, mi guardo intorno per cercare una via di fuga, i miei occhi si posano sulla piscina in cui Hulk faceva spesso il bagno. Se l'acqua arriva pulita fino alla stanza deve per forza passare da qualche condotto.
Nelle mie orecchie rimbomba il rumore di uno sparo e sento il proiettile passare talmente vicino al mio volto da spostarmi i capelli. Prima che mi renda effettivamente conto della guardia davanti a me parte un secondo colpo che mi colpisce in pieno la spalla. Mi avvicino alla guardia evitando gli spari, non appena gli sono di fronte tenta di spararmi con colpo ravvicinato. Metto una mano sul suo braccio ed alzo la mira appena in tempo per evitare la morte. La guardia vuole colpirmi con il dorso della sua pistola, cerco di mantenere la presa sul braccio ma la sua spinta è troppo forte e la mia spalla non regge il suo peso. Mi colpisce sul naso, sento il sangue che scorre ma non ho tempo per pensare al dolore. Serro il pugno e mi scaglio contro il mio nemico, lo colpisco dritto sulla guancia e lui si ribalta indietro. La pistola cade sul pavimento e scivola lontano da noi.
Entrambi guardiamo l'arma. Capisco subito che abbiamo la stessa idea così mi precipito prima che possa arrivare lui. Afferro l'arma ma lui è alle mie spalle e mi cinge il collo con il braccio possente e muscoloso. L'aria inizia a mancare nei polmoni e le forze mi stanno via via abbandonando. Chiudo gli occhi per un istante ed il volto di Grant appare nella mia mente. È impassibile davanti a me e mi incita a non mollare, mi ricorda che nostro figlio mi sta aspettando a casa. Non può perdere anche me, è solo e sarà sicuramente spaventato senza i suoi genitori. Ispiro profondamente per ritrovare la mia forza, apro gli occhi e punto la pistola contro la gamba della guardia. Il colpo parte e lui libera la presa su di me per urlare dal dolore. Mi alzo in piedi e sparo altri tre proiettili per accertarmi che l'uomo davanti a me non faccia più male a nessuno. Un nuovo colpo arriva dal corridoio ma non mi colpisce, mi volto e vedo un'altra guardia che imbraccia un fucile.
Rotolo sul pavimento, tenendo stretto il braccio per il dolore. La ferita comincia a sanguinare nuovamente, devo trovare il modo di placare l'emorragia. Mi rialzo proprio davanti all'armatura ed entro appena in tempo per ripararmi dalla raffica di proiettili che mi raggiungono.
<<Rilevato proiettile nella spalla sinistra>> annuncia la voce robotica di Friday.
<<Non me n'ero accorta>> rispondo sarcasticamente io.
Corro in mezzo alla pioggia di polvere da sparo e mi lancio nella piscina, non prima di aver colpito la guardia con un fascio di energia prodotta dall'armatura. Mi immergo completamente nell'acqua e vado sempre più in profondità per studiare una via di fuga. Due guardie morte faranno aumentare le accuse a mio carico e non voglio finire i miei giorni uccisa dall'asta scioglitutto del Gran Maestro.
Raggiungo il fondo e mi faccio luce con l'energia del reattore Ark. Riesco a trovare il canale da cui entra l'acqua e mi addentro nelle profondità dello scarico.
<<Friday, ispeziona il perimetro>>. Non appena assegno l'ordine una piccola telecamera si stacca dall'armatura e davanti ai miei occhi vengono trasmesse in diretta le immagini dell'esplorazione. La visuale arriva fino al garage in cui il Gran Maestro tiene le sue navicelle, riesco a vedere chiaramente Loki steso al suolo che si contorce per la scossa provocata dal congegno di Valchiria.
<<Portami da lui!>>
<<Le sconsiglio l'avvicinamento, signorina. Quattro guardie saranno lì in cinque minuti.>>
<<Allora devo arrivare in tre minuti.>>
Visualizzo la mappa costruita da Friday e mi lascio guidare dalle sue indicazioni. La telecamera mi mostra i passaggi e riesco ad evitare tutte le guardie senza perdermi nei corridoi bui del palazzo.
Continuo la mia nuotata e riemergo proprio davanti alla porta del garage, dalle tubazioni di una delle fontane che adornano l'edificio. I soldati mi hanno preceduta e stanno per varcare la porta. Troveranno Loki prima di me e lo condurranno dal Gran Maestro per giustiziarlo. <<Friday, prendi la mira e spara solo quando te lo dico io>>. L'intelligenza artificiale fa quello che le chiedo. Attendo che inseriscano il codice per sbloccare la porta e poi ordino <<Ora!>>. I quattro colpi partono in simultanea ed atterrano le guardie. Passo davanti agli uomini e mi accerto che siano morti.
Una volta all'interno della stanza mi guardo intorno per cercare Loki, lo vedo steso sul pavimento che si contorce a causa delle scosse elettriche. Provo ad avvicinarmi ma sento dei passi provenire dal corridoio così decido di nascondermi dietro una delle navicelle.
Dal rumore degli scarponi posso dedurre la presenza di almeno venti persone.
<<Eccola lì, la nostra via di fuga>> la voce di Korg arriva alle mie orecchie facendomi rallegrare. Mi sporgo per controllare la situazione e lo trovo al centro del numeroso gruppo di gladiatori.
<<Korg!>> lo chiamo per attirare la sua attenzione mentre alzo la maschera per scoprire il viso.
Lui si sbraccia per salutarmi, con l'allegria che si riserva solo alle persone più care. <<Ragazzi, lei è la mia amica Inès>> dice per presentami al gruppo. <<Inès, loro sono i miei amici ribelli>>.
Fa un passo avanti per venirmi incontro ma il suo enorme piede roccioso finisce sul telecomando in grado di comandare il congegno che Thor ha lasciato sulla spalla di Loki. Si china per raccoglierlo e preme il pulsante in superficie chiedendo <<E questo cos'è?>>
Trasferisco il mio sguardo su Loki e lo guardo mentre si rimette in piedi. Freno il mio istinto di tendergli la mano, non sono sicura che l'avrebbe accettata e sono troppo orgogliosa per fare la figura di quella rifiutata. Il principe asgardiano mantiene il suo sguardo gelido su me, il sorriso sul suo volto tradisce quello che vorrebbe celare al mondo intero: riconoscimento e gratitudine per non averlo abbandonato come avrebbe invece meritato.
<<Ehi amico, noi ora saltiamo su quell'enorme navicella>> dice Korg. <<Vieni con noi?>>
<<Beh, si direbbe che voi avete un disperato bisogno di un leader.>>
<<Oh, grazie>> risponde il Kronano come se gli avessero detto una cosa bella.
<<Non era un complimento!>> commento io.
<<Fermi!>> urla una guardia mentre ci avviamo verso la navicella.
<<Korg, andate! Vi copro io>> urlo mentre rimetto l'armatura. Il gruppo dei nemici si avvicina sempre più ed io mi alzo in volo per avere una visuale completa su tutti. Le guardie puntano le loro armi verso me trascurando i guerrieri che salgono sul veicolo. I loro colpi partono e la polvere da sparo copre tutta la visuale avvolgendomi come una nuvola carica di pioggia. Attendo l'istante in cui la visuale si schiarisce e sgancio una delle mini bombe anti vivente sugli uomini. Queste armi le ho progettate assieme a mio padre, sono in grado di sterminare un intero esercito ma non fanno alcun tipo di danno a oggetti ed edifici. Non le abbiamo mai vendute al governo, sono troppo pericolose nelle mani sbagliate. Nemmeno Grant conosceva questo progetto.
Tolgo energia ai propulsori di volo ed i miei piedi atterrano delicatamente sul pavimento mentre l'armatura torna nel braccialetto costruito da mio padre. Mi avvio verso la navicella, ormai tutti i contendenti sono a bordo, aspettano solo il mio arrivo.
<<Inès, attenta!>> urla Loki. Una forte spinta mi atterra al suolo. Rotolo su me stessa e mi giro appena in tempo per vedere una lama che trafigge il corpo di Loki. Sento un buco farsi grande nel mio petto, la disperazione fa capolino tra i miei sentimenti ma le urla e muoiono in gola.

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