<< Ahia! >> mi maledico da solo per il dolore che mi sono inflitto cucendo l'ultimo punto a chiusura della ferita sul fianco destro, sarebbe più facile se avessi qualcuno a medicarmi, ma dovrò contare solo su di me, la ferita alla spalla è stata molto più semplice da curare.
Mi sto ancora chiedendo come abbia fatto a scappare dalla caffetteria, avevo le armi di almeno quindici agenti puntate su di me, mi è bastato rovesciare un tavolo ed usarlo come scudo, per fortuna avevo portato con me due pistole ed una buona dose di proiettili, posso ritenermi soddisfatto ad aver riportato solo due ferite ed esserne uscito vivo. Spero che Inès stia bene.
Provo a stendermi sul letto, il magazzino abbandonato in cui dormo non è certo un luogo di conforto, ma almeno mi da un tetto sopra la testa ed un riparo da eventuali attacchi, non posso ancora lasciare il paese, non finché mia moglie sarà nelle mani di Coulson, lui farebbe di tutto per ferirmi e non posso permettere che le accada niente di brutto.
Vorrei prendere sonno ma non riesco, ogni volta che chiudo gli occhi mi torna in mente Inès, il suo viso così dolce ed il suo sguardo profondo, ho visto qualcosa nei suoi occhi quando mi guardava e non era odio anzi, quella luce mi ha dato la speranza di poterla riavere un giorno ed io lotterò fino al mio ultimo respiro per lei.
Ormai mi sono arreso, non credo che riuscirò a prendere sonno, almeno per il momento, così mi alzo ed esco in cerca di qualcosa da mangiare, è da ieri che non metto niente sotto i denti, devo stare attento a non farmi riconoscere, cercherò un posto senza televisione la mia faccia è su tutti i notiziari, potrebbero trovarmi in un minuto.
Cammino per qualche isolato e trovo una tavola calda semideserta, c'è solo un gruppo di ragazzini, decido di entrare, ordino un doppio cheeseburger ed una birra.
<< Desidera altro signore? >> la cameriera è carina, mi fa gli occhi dolci e mi tratta in modo estremamente gentile, qualche giorno fa ci avrei fatto un pensierino ma oggi è come se non esistesse per me, ho già sbagliato andando a letto con May e baciando Skye per cui avevo un debole, non voglio ferire ancora una volta Inès.
<< No grazie >> le rispondo in modo freddo, forse anche un po' sgarbato.
<< Prendo anche io quello che ha ordinato lui >> Tony Stark si siede di fronte a me.
<< Ottima scelta >> dico io a Stark mentre la cameriera si allontana.
<< Il mio panino preferito >> mi risponde lui sorridendomi.
<< Anche quello mio e di Inès. Non credo tu sia venuto qui per parlare di hamburger Tony >>
<< Dimenticavo quanto ti piace essere diretto, anche quando decidi di dar fuoco ad una casa, bel modo di uccidere la propria famiglia >>
<< Non farei mai del male ad Inès, nè a nessuno a cui lei tiene >> lo interrompo prima che possa insinuare qualsiasi cosa.
<< Oh su questo mi trovi d'accordo, prova a fare del male a mia figlia e non vedrai più la luce del sole, ha già sofferto troppo a causa tua direi che è arrivato il momento che tu sparisca per sempre dalla sua vita non trovi? >>
<< Mi stai per caso minacciando? >> gli rivolgo un finto sorriso.
<< Sì, possiamo dire che è così >>
<< Preferirei morire piuttosto che rinunciare a lei >> le mie parole escono fuori a denti stretti.
<< Sai, non sono l'unico che vuole vedere Inès felice, avvicinati a lei e te la dovrai vedere con gli Avengers >> mi scappa da ridere ma mi trattengo per pudore.
<< Anche io desidero solo la sua felicità. Mi puoi credere oppure no, non mi interessa nemmeno più arrivati a questo punto, ma io amo tua figlia, più di ogni cosa al mondo >> lui abbassa lo sguardo e nota che la ferita sul mio fianco ha iniziato a sanguinare.
<< Dovresti farti medicare da qualcuno, non vorrei tu morissi prima del tempo >> cerco di capire la strana espressione che ha sul volto in questo momento.
<< Tu non mi puoi toccare altrimenti lei non ti perdonerebbe, non è vero? >>
<< Come prego? >> sembra stupito dalla mia domanda.
<< Altrimenti saresti venuto qui con lo S.H.I.E.L.D., non da solo e disarmato. Ti ha mandato lei? >> sto davvero sperando un una risposta affermativa.
<< Ha ragione Inès, sei proprio un bravo agente, peccato tu abbia scelto la parte sbagliata in cui stare, non avvicinarti a mia figlia >> Tony si alza e se ne va lasciando il panino sul tavolo.
Rimango in silenzio a consumare la mia cena, il sangue ormai ha bagnato tutta la maglietta ma non ci faccio troppo caso, cerco di nascondere la macchia con la giacca in pelle che ho.
Torno nel posto che in questo momento chiamo "casa" , per tutto il percorso ho avuto la sensazione che qualcuno mi seguisse, un uomo sicuramente, ho deciso di affrontarlo nel magazzino abbandonato conosco meglio il posto e posso difendermi; entro nel locale, non ci sono le luci, per il mio avversario sarà più difficile ambientarsi non conoscendo il luogo mente io posso muovermi liberamente perchè ho studiato ogni angolo a memoria.
Estraggo la pistola dalla cintura sul retro dei pantaloni e tolgo la sicura, poi mi giro con la torcia accesa e vedo l'agente Dallas che mi punta contro la sua arma.
<< Ciao Ward >> quest'uomo mi ha sempre irritato, almeno mille volte ho avuto la voglia di ucciderlo, ma John me l'ha sempre impedito, "serve alla causa" mi diceva.
<< Cosa vuoi? >> tengo il dito sul grilletto, lui non mi fa paura ha una pessima mira, avrebbe più probabilità di colpirmi se cercasse di non prendermi, al contrario la mia è infallibile.
<< Ti sembra il modo di salutare un vecchio amico? >> entrambi abbassiamo le armi, ma questo non vuol dire che io mi fidi di lui.
<< Non siamo mai stati amici Dallas >> il suo sorriso si spegne e diventa stranamente serio.
<< Dunque è finito così il grande Grant Ward? Se solo Garrett potesse vedere quanto è caduto in basso il suo pupillo si rivolterebbe nella tomba >> un sorriso compiaciuto ricompare sul suo volto, ha sempre sofferto di una strano complesso di inferiorità.
<< Ti offrirei da bere, ma come vedi non ho molte provviste al momento >>
<< Non te ne serviranno >> da quando siamo qui giriamo in tondo, lui vorrebbe avvicinarsi ma cerco di mantenere una certa distanza di sicurezza, anche un idiota come lui potrebbe colpirmi da troppo vicino, ed in più sono ferito la mia fuga sarebbe lenta, gli avrei già piantato una pallottola in fronte, ma mi sono ripromesso di non uccidere più nessuno se non per leggittima difesa, è uno sforzo che devo fare per Inès; continua a parlare << sai Ward, una volta ti invidiavo, avevi tutto, una bella carriera nell'HYDRA, una moglie bellissima, la piena approvazione di Garrett per ogni cosa, eri il suo prediletto avrebbe lasciato tutto a te, ma adesso guardati, sei solo, abbandonato da tutti quelli che amavi e tutto questo perchè sei debole, mi fai solo pena >> lui mi punta contro la pistola, non ho il tempo di prendere la mia << adesso verrai con me e non provare a scappare altrimenti ti sparo >> faccio come mi dice, lui tiene la mira sulla mia schiena ed intanto mi ammanetta.
Mentre raggiungiamo la sua auto cerco in tutti i modi di sfilare le manette, ma sembra che per riuscirci io debba rompere la mano, faccio pressione sul pollice e sento un male allucinante ma cerco di non emettere alcun suono; arrivati davanti alla sua vettura, lui apre lo sportello del sedile posteriore, mi da un calcio sulla tibia e mi ordina di entrare, in risposta gli do una testata sul naso, è talmente forte che sento il rumore della rottura, lui fa partire un colpo d'arma da fuoco, riesco a girarmi appena in tempo ed il proiettile mi colpisce solo di striscio la guancia, sento il sangue caldo colare. Molto velocemente mi metto alle sue spalle e stringo la catena delle manette intorno al suo collo, mi fermo solamente quando lo vedo accasciarsi per terra senza vita, prendo la chiave e mi tolgo anche l'altra manetta.
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Stark Undercover
FanfictionUn'incontro casuale ha cambiato per sempre le loro vite. La somiglianza era troppa per essere ignorata, solo il tempo e le ricerche di Tony Stark hanno confermato chi fosse davvero Inès.