Capitolo LXXII - Inès

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Mi allontano da Grant in silenzio e mi avvicino alla finestra per trovare ispirazione fissando il cortile, la decisione che prenderò nei prossimi istanti sarà una delle più importanti della mia vita e cambierà totalmente il rapporto che ho con il mondo. Un piccolo dettaglio cattura la mia attenzione; anche s'è notte fonda e c'è il novilunio, il cortile è stranamente illuminato da un lieve bagliore. Riesco persino a vedere alcune ombre che si muovono tra gli alberi.

All'improvviso, nascosto tra le siepi, qualcuno punta una torcia contro la mia finestra ed inizia, con pressione intermittente sul pulsante, ad accendere e spegnere il fascio luminoso.

Riconosco subito lo stile di comunicazione, prendo una torcia per poter rispondere alla chiamata e cerco di decifrare il messaggio cifrato.

"S.H.I.E.L.D." è l'unica cosa che riesco a capire.

Mi giro verso mio marito spaventata e gli urlo <<Nasconditi, loro sono qui>>.

<<Dove vado?>> mi chiede lui prendendo in braccio il nostro bambino.

<<Lui lo prendo io>> dice Steve entrando nella stanza all'improvviso, sicuramente è stato richiamato dal messaggio luminoso perché la sua stanza è accanto alla mia. Prende tra le braccia il piccolo Chris ed esce per cercargli un nascondiglio.

<<Glielo lasciamo portare via così?>> mi chiede mio marito.

<<Non abbiamo tempo per discutere! Steve è un amico, possiamo fidarci, non farebbe mai del male a mio figlio. Presto, nasconditi!>> spingo Grant nel bagno e chiudo la porta appena in tempo per accogliere con un finto sorriso May che si è arrampicata sulla finestra.

<<Buonasera Stark>> saluta freddamente lei.

<<Agente May>> cerco di non piegarmi davanti al suo sguardo intimidatorio.

<<Non ho ricevuto risposta, credevo dormissi.>>

<<Stavo solo cercando la torcia>> rispondo io provando a togliermi da questa situazione.

<<Tu tieni la torcia in bagno?>> mi chiede lei piazzandosi davanti a me.

<<Io tengo molte cose in bagno>> l'esitazione ed il sarcasmo nella mia voce fa crescere il sospetto in lei, con molta cautela mi sposta per avvicinarsi al bagno.

Ho il cuore in gola quando la sua mano spinge la maniglia e la mia ansia raggiunge il picco massimo nel momento in cui la porta scivola sul pavimento. May entra nella stanza, accende la luce e si guarda intorno, ma dopo pochi istanti ne esce delusa, come se non avesse trovato quello che si aspettava. Non riesco a capire cosa sia successo lì dentro, avrebbe dovuto trovare Grant ma lui non c'era e questo almeno mi solleva l'animo. Cerco di spostare la conversazione e di indagare sul motivo della visita così le chiedo in tono tranquillo <<May, perchè sei qui?>>

<<Hai ricevuto messaggi o visite di Ward negli ultimi giorni?>> risponde alla mia domanda con una domanda, tipico strumento di elusione S.H.I.E.L.D.

<<Non credo che si farebbe vivo con me dopo che gli ho sparato.>>

<<Ward ha una mente distorta, potrebbe fare cose inspiegabili agli occhi degli altri e ti ama quindi non escludo la possibilità che ti cerchi>>.

<<Perché sei qui?>> insisto.

<<Ci aiuterai a catturarlo?>> May continua il discorso ma si guarda i piedi, non riesce a sostenere il mio sguardo, come se si sentisse in colpa. <<Prima che tu risponda ti devo confessare che avevamo stanato quel lurido topo di fogna nel suo nascondiglio e ci siamo infiltrati. Ma la missione non era catturarlo, il nostro compito era ucciderlo ed abbiamo provato ad eliminarlo. Hunter gli ha sparato e l'ha ferito, non credo che sia morto. Coulson mi ha chiesto di non dirti niente ma devi sapere in cosa ti stai mettendo>>.

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