<<Sei pronta a parlare?>> mi dice Coulson appena mi sveglio dal mio incubo.
Impiego qualche istante prima di riconnettermi alla realtà. La malinconia del mio cuore non ci mette molto a travolgermi nuovamente e farmi sprofondare nell’abisso della tristezza. Mi asciugo gli occhi anche se ormai non ho più lacrime da piangere. Fisso il direttore senza aprire bocca.
Lui estrae un foglietto dalla sua tasca e, dopo aver disattivato momentaneamente il campo di forza usato come sbarra, lo lascia cadere all’interno della prigione.
<<Suppongo ti appartenga>> mi dice, mi alzo per raggiungere l’oggetto.
Quando prendo in mano la foto un nuovo sentimento nasce in me, è un misto tra rabbia, delusione, sconforto e disperazione. Stringo il pezzo di carta al petto, incurante delle macchie di sangue che lo ricoprono. Immagino siano dovute alle ferite di Grant.
<<Ucciderlo ti ha ridato ciò che hai perso?>> chiedo guardando Coulson.
<<No>> risponde lui distogliendo lo sguardo.
Continuo a fissare in silenzio la foto accarezzando delicatamente il volto di Grant.
<<Dovevo farlo>> dice Coulson interrompendo il silenzio.
<<No>> commento atona io <<Volevi>>.
Lui finalmente trova il coraggio di incrociare il mio sguardo.
<<Come?>> chiedo mentre una lacrima bagna la foto.
<<Non credo abbia più importanza ormai.>>
<<Come?>> urlo con violenza.
<<Era disteso al suolo, ormai privo di forze dopo che avevamo lottato>> dice tornando a fissare il vuoto <<Sarei voluto andare via e lascialo alla sua fine ma, all’improvviso, mi è tornato alla mente il viso di Rosalinde e non sono riuscito a trattenermi>> la sua voce diventa sempre più intensa finchè non comincia a parlare a denti stretti <<Ho schiacciato il suo petto finchè il suo torace non si è frantumato, mi sono accertato che fosse morto prima di lasciare il pianeta>>.
<<Hai stroncato la sua vita con freddezza e non provi il minimo rimorso.>>
<<Ward non era un santo.>>
<<Averlo ucciso per pura vendetta non ti rende migliore di lui>> dico avvicinandomi al confine della prigione <<Tu pensi di aver salvato il mondo da un mostro, di essere uno dei buoni, un eroe. La verità è che sei solo un ipocrita. Nessuno in questo mondo è davvero un santo, lottiamo tutti, gli uno contro gli altri, per poter sopravvivere, l’errore di Grant è stato quello di trovarsi nello schieramento che ha perso>>.
<<Noi siamo i buoni, Stark!>>
<<Credete di esserlo, è diverso>> parlo al direttore con estrema apatia e tenendo lo sguardo fisso su di lui dico <<Hai rapito suo fratello solo per arrivare a lui, mi hai reclutata nella missione per controllarmi e l’hai seguito su un altro pianeta per ucciderlo; se volevi vendicarti perchè non hai ammazzato me al suo posto? Avrebbe sofferto nello stesso modo in cui soffri tu>>.
<<Non posso far pagare un innocente per i suoi errori.>>
<<Non è questo il motivo>> una risata di scherno parte involontariamente <<Non l’hai fatto perchè è più facile lavare via dalla coscienza il sangue di un uomo che tutti odiano>>.
<<E in che modo nascondere un assassino ti renderebbe migliore di me?>>
<<Non ho mai detto di essere migliore o un’eroina>> rispondo io <<Ma ho provato a conoscere l’uomo dietro la maschera costruita da Garrett e credimi se dico che c’era del buono in lui>>.
STAI LEGGENDO
Stark Undercover
FanfictionUn'incontro casuale ha cambiato per sempre le loro vite. La somiglianza era troppa per essere ignorata, solo il tempo e le ricerche di Tony Stark hanno confermato chi fosse davvero Inès.