- Sposami! - Grant irrompe così nella mia stanza facendomi sussultare per lo spavento, speravo che un giorno me l’avrebbe chiesto ma immaginavo sarebbe successo dopo il college, la sua proposta mi spiazza un po’, non voglio che faccia questo per il bambino, il matrimonio è una cosa che deve riguardare solo noi. Si rende conto di essere stato un po’ brusco e ci riprova, tira fuori un pacchetto dalla tasca della sua tuta, lo apre e porgendomi l’anello che c’è dentro mi dice:
- Vuoi sposarmi? Prima che tu mi dica di no sappi che ci ho riflettuto, non è stata una proposta avventata, io voglio te ogni giorno della mia vita e non c’è posto per nessun altra.
- Grant, tirati su. - mi mette a disagio vederlo così, so che non è per lui fare cose romantiche, vedo che non si alza e decido di inginocchiarmi di fronte a lui.
- Lascia che faccia questo ti prego ne ho bisogno. - la sua supplica mi colpisce il cuore.
- Grant, non voglio che tu faccia questo passo per questo. - mi tocco la pancia per fargli capire che parlo del bambino, lui in risposta mette la sua mano sulla mia.
- No, so che può sembrare così ma non è solo questo, noi ci apparteniamo, io amo te quanto tu ami me, voglio te ogni giorno della mia vita nel passato, nel presente e sarà così anche in futuro, siamo giovani è vero ma quello che provo per te è vero e ne sono sicuro come non lo sono mai stato in tutta la mia vita, puoi prenderti tutto il tempo che vuoi per pensarci, e capirò se non ti sentirai di fare questo passo ma ho bisogno di fare questo, è il mio modo per dimostrarti quello che sento, so che non sono bravo con le parole e che spesso reprimo i miei sentimenti, ho paura a mostrare il mio lato debole. So che può sembrare un gesto folle, ma stiamo per avere un figlio e tu hai sedici anni cosa ci potrebbe essere di più folle? - Le sue parole mi lasciano a bocca aperta, non aveva mai detto tutte queste cose, raramente diceva quello che provava e quasi mai diceva così apertamente di amarmi, di solito me lo dimostra con i gesti e con le piccole attenzioni quotidiane. Non so proprio cosa rispondere, so che è una pazzia ma so anche che una vita insieme a lui è tutto quello che desidero, continuo a fissare i suoi occhi, le parole non mi escono e in risposta alla sua domanda gli do un bacio, sento le sue labbra trasformarsi in un sorriso mentre mi bacia, è felice e lo sono anche io.
- Lo prendo per un sì Ecìja - mi dice lui con le sue labbra sulle mie.
- Sì, sì, sì - gli rispondo abbracciandolo, cadiamo entrambi sul pavimento e i nostri vestiti volano via presi dall’euforia del momento.
Siamo ancora sul tappeto del mio pavimento, coperti con un plaid rosa, sono appoggiata al suo petto come se fosse un cuscino, da qui sento il battito del suo cuore, lui mi accarezza dolcemente i capelli e mi stringe con il suo braccio, sembra non voglia più liberarmi.
- Dobbiamo scegliere dove andare a vivere, tu continuerai gli studi mentre io mi cercherò un lavoro per mantenerci. Possiamo scegliere qualunque posto, andare anche via dal Missouri se vuoi, decidi una città e andremo lì. - interrompe il silenzio comunicandomi i suoi piani, ho sempre pensato di allontanarmi da questa famiglia ma nei miei sogni mia mamma veniva con me.
- Grant, non posso lasciare mia mamma qui con questa gente, ho paura di quello che può succederle, io devo proteggerla. - improvvisamente Grant smette di giocare con i miei capelli.
- Non avevo pensato a questo Inès, per sposarmi hai bisogno della firma di un adulto non sei ancora maggiorenne, tua madre ti darà il permesso per farlo?
- Tranquillo, mia mamma non è un problema, le ho detto tutto del bambino ed è molto felice per noi, le piaci e non ci creerà problemi al contrario di Josè.
- Possiamo sposarci di nascosto, l’importante è la firma, e siamo noi due, non mi interessa di avere una festa. Per quanto riguarda tua mamma lei può tranquillamente venire con noi, mi devi ancora dire dove vuoi andare. Devo trovare un lavoro al più presto e un posto dove vivere, non abbiamo molto tempo. - si alza e si veste in fretta, io sono ancora qui accasciata per terra che lo guardo con aria perplessa, mi da una bacio e si avvia verso la finestra.
- Dove vai adesso? - mi ricordo che devo ancora dargli il suo regalo di compleanno, così lo prendo dallo zaino e glielo porgo.
- Vado dal funzionario per prenotare il matrimonio, ci vediamo più tardi. - mentre guarda il pacchetto che ho in mano dice: - cos’è quello?
- Il tuo regalo di compleanno, sai oggi sono stata troppo impegnata per dartelo. - entrambi scoppiamo a ridere, lo apre, dalla sua faccia capisco che non se lo aspettava ma mi ringrazia e mi promette che lo userà più spesso per comunicare con me.
Dopo cena chiedo a mia mamma di raggiungermi in camera, le devo parlare di questa follia e voglio farlo in un luogo sicuro e la cucina è troppo vicina alle orecchie indiscrete dei Lopez.
- Dimmi tesoro, ti senti bene? A cena non hai mangiato nulla. - mi dice lei, sarà anche una specie di dea ma è come tutte le mamme premurosa e si accorge di tutto, beh quasi tutte le mamme, la signora Ward non è per niente così.
- Si mamma, ti devo parlare di me e Grant. Ho bisogno che tu faccia una cosa per me. - le racconto del nostro piano, del matrimonio e della fuga che vogliamo fare, lei è d’accordo su tutto tranne che su una cosa.
- Non verrò con voi - ammetto che non mi aspettavo questa risposta, ma continua dicendo - io ti voglio davvero bene Inès, ma questa è la tua vita, quando metterò quella firma tu sarai libera e sarai una donna adulta, diventerai madre e dovrai prendere le tue decisioni, giuste o sbagliate che siano, io non posso ostacolare il tuo futuro e non voglio essere un peso. Rimarrò qui con l’uomo che ho scelto di sposare, e poi devo prendermi cura di Pablo, qualcuno deve proteggerlo è così dolce ed innocente e quando Josè scoprirà la sua natura lo manderà via di casa o peggio, non voglio nemmeno immaginare cosa potrebbe fargli. Non voglio più scappare amore mio, per una volta ho delle radici.Non credevo che mia madre fosse così tanto legata a queste persone, io sono sua figlia, dovrebbe venire con me, sostenermi sempre e stare al mio fianco.
Mia madre mi lascia da sola nella mia camera, mi hanno ferito le sue parole, sono molto delusa da tutto questo, Pablo da quando conta più di me per lei? Torna la mia parte razionale, mi ricordo che ogni cosa che fa mia mamma è sempre studiata per proteggere quelli che ama, ha sposato Josè per non farmi crescere da sola, per darmi una famiglia e se vuole rimanere qui è perchè ritiene che così sarà più facile per me scappare, potrà proteggermi meglio se rimane qui. Non voglio lasciarla ma devo pensare a mio figlio, devo dargli un’opportunità migliore come quella che è stata data a me anni fa. Mentre penso a tutto questo capisco la città in cui voglio andare a vivere.
Scrivo un messaggio a Giorgia, devo vederla per dirle addio, le chiedo di vederci subito White Castle è il suo posto preferito e so che non mi dirà di no, le dico di portare anche Jonathan. Provo a chiamare Grant per vedere se ha acceso il suo cellulare, so che non sopporta il fidanzato della mia amica perchè sono uno l’opposto dell’altro, Jonathan è solare, un atleta, simpatico, popolare, il sogno di ogni ragazza ma fa finta di tollerarlo solo perchè io tengo molto alla mia amica. Sono sorpresa quando mi risponde.
- Non cenare, abbiamo un appuntamento con Giorgia e Jonathan.
- Va bene, ti passo a prendere io.
Dopo poco Grant arriva e mentre entro in macchina non aspetta molto a parlare.
- Il funzionario era già andato a casa, tornerò domani per prendere un appuntamento, non vedo l’ora di poterti chiamare moglie. Tua madre cos’ha detto?
- Metterà la firma ma non verrà con noi. Vuole rimanere qui per Pablo.
- Possiamo venirla a trovare tutte le volte che vuoi quando si saranno calmate le acque promesso. - Grant non promette mai se non è sicuro, quindi le sue parole mi rassicurano.
- New York. - le sue labbra si incurvano in un sorriso.
- Sapevo che l’avresti detto Ecìja.- New York è la città perfetta per un nuovo inizio, nessuno che mi conosce, nessuno che mi può giudicare, anche se preferisco le piccole città.
- Sono così scontata per te Ward? - per scherzo assumo la posa di una bambina capricciosa
- Hai già pensato a come lo dirai alla tua amica?
- Non è semplice le devo dire che mi sposo, che sono incinta e che scappo dall'altra parte degli Stati Uniti, non creda la prenda molto bene.
Il sorriso sul volto di Grant sparisce, si rende conto che sono tanti cambiamenti e tutti in un giorno solo.
- Un compleanno movimentato eh?
- Sì, ma il migliore di sempre, se volevi sorprendermi ci sei riuscita alla grande. Non ho mai provato emozioni così diverse in così poche ore. - Sorrido perchè mi sento così anche io.
Arriviamo a destinazione Giorgia e Jonathan ci aspettano davanti al locale, sono arrivati prima di noi perchè la mia amica abita qui vicino e credo che lui fosse da lei, non si separano mai quei due, sicuramente tra qualche anno vedrò l’invito alle loro nozze.
Ci sediamo al tavolo e dopo aver ordinato inizio a raccontare tutto a Giorgia, ogni singola cosa e tutti i dettagli, Jonathan è scioccato per tutto, la mia amica invece si mette a piangere, non capisco però se sia commossa per la felicità, disperata perchè me ne vado oppure entrambe le cose. Sicuramente non è d'accordo sulla scelta che abbiamo preso per il bambino. Le chiedo di venire al matrimonio, ma purtroppo non potrà essere la mia testimone, è minorenne e la sua firma non vale nei documenti. Passiamo una serata tranquilla tra pianti e risate, non sono pronta a crescere, non voglio diventare grande ma la vita mi ha messo davanti ad alcune sfide e le devo superare.
Quando ho incontrato Grant non avrei mai pensato potesse nascere qualcosa, è duro, scontroso e misterioso, non sapevo che in lui si nascondesse molto più di questo, dopo tutto quello che ha passato con la sua famiglia, dopo tutto quello che Christian l’ha obbligato a fare, non credevo di poterlo salvare. Ogni tanto quando è nei suoi momenti bui mi racconta di quando il fratello maggiore lo obbligava a picchiare il piccolo Thomas, in varie occasioni Grant ha provato a ribellarsi, a denunciare tutto ai genitori ma loro non volevano sentirlo, lo accusavano di essere sociopatico e strano, nessuno si rendeva conto di quello che succedeva al mio ragazzo. Mi ricordo ancora di quando mi raccontò di essersi ribellato a Christian, il fratello per vendetta lo aveva tenuto con la testa dentro l’acqua calda e si è fermato solo quando Grant si è arreso, quando non riusciva più a tenere il fiato e l’acqua avrebbe invaso i suoi polmoni, uccidendolo. Grant ancora si incolpa per questo, dice che sarebbe dovuto morire, non avrebbe dovuto permettere a Christian di torturare entrambi per il suo divertimento, ma non è colpa sua, era solo un bambino a cui nessuno credeva cosa avrebbe dovuto fare? Cerco di dargli sempre conforto ma la realtà è che odio suo fratello per tutto il male che ha fatto.
Stamattina non sono andata a scuola, ho finto di essere indisposta in modo che Josè non facesse storie e sono rimasta con mia madre per organizzare il viaggio e il matrimonio. Abbiamo trovato un posto in cui dormire per i primi giorni in cui saremo a New York, quando arriveremo sul posto sarà più facile trovare una sistemazione.
Mi arriva un messaggio da Grant “Sabato alle 15.00 al nostro rifugio” è di poche parole anche nei messaggio. Non sto nella pelle, fra tre giorni mi sposerò ed andrò via da qui.
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Stark Undercover
FanfictionUn'incontro casuale ha cambiato per sempre le loro vite. La somiglianza era troppa per essere ignorata, solo il tempo e le ricerche di Tony Stark hanno confermato chi fosse davvero Inès.