Capitolo XLVI - Inès

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Mi sveglio di soprassalto dopo un incubo come mi succede tutti i giorni da quando Grant non è più con me, ho il fiato corto e le pulsazioni altissime ma non ricordo mai quello che sogno. Quando riesco a riprendere contatto con la realtà guardo l'orologio e sono le cinque della mattina, non sbaglio mai di un minuto è come se il mio cervello avesse una sveglia dentro, ogni risveglio è preciso, forse un'abitudine che mi porto dietro dallo S.H.I.E.L.D.
Ho provato più volte ed in vari modi a riprendere sonno ma non ci sono mai riuscita quindi mi alzo dal letto e vado a correre, metto le cuffie nelle orecchie e parto.

L'allenamento come sempre mi rilassa, riesco a mandare via i pensieri che mi assillano continuamente, allontano le preoccupazioni ed i rimpianti, stamattina l'aria è piacevole, adoro quando la luce ed il fresco dell'alba entrano a contatto con la mia pelle, mi piace New York a quest'ora, è popolata, ma non caotica e frenetica come durante il resto della giornata.

Rientro nel mio appartamento al penultimo piano della Stark Tower, mio padre avrebbe preferito che vivessi con lui nell'attico, ma nonostante lo scetticismo iniziale ha accettato la separazione, infondo ci divide solo una scala, e ci vediamo tutti i giorni.
Quando arrivo in salotto trovo mio padre seduto sul divano, sussulto per lo spavento.
<< Nessuno ti ha insegnato a bussare Tony? >> sembro infastidita ma in realtà sono felice di vederlo.
<< Io sono Tony Stark, il mio nome è scritto sulla parte frontale di questa torre, non devo bussare per farmi aprire le porte. Ma la vera domanda è: ti risulta così difficile per te chiamarmi papà? >> in risposta mi limito a sorridergli e lui ricambia.
<< Era troppo tempo che non vedevo un sorriso su quel bel faccino, lo sai che quando vuoi io sono qui per ascoltarti, puoi raccontarmi tutto anche quello che è successo in Missouri. Comunque ho preparato la colazione, stasera io e Pepper ti aspettiamo a cena >> da quando sono tornata a casa senza Grant, sei mesi fa, mio padre mi ha lasciato i miei spazi, non è stato invadente con troppe domande ma ha sempre dimostrato di essermi vicino. Le settimane dopo il mio rientro sono state le più dure, non riuscivo a mangiare e l'indecisione su come comportarmi mi toglieva il sonno, la mia parte razionale diceva di denunciare Grant ma se lo avessi fatto l'avrei condannato, ferito ancora di più e la sua anima è già troppo tormentata, avrei perso tutte le speranze di riavere il ragazzo dolce che ho conosciuto molti anni fa. Infine, dopo una lunga analisi, ho deciso di dimettermi dallo S.H.I.E.L.D., non potevo rimanere dopo il tradimento che ho fatto nascondendo Ward, non sarebbe stato corretto, ed ho accettato l'offerta di lavoro di mio padre; Fury non ha preso bene il mio licenziamento, inizialmente non lo ha accettato, ha persino chiesto a Clint e Natasha di convincermi a restare ma è stato inutile e quando ha capito la mia determinazione si è rassegnato.

La giornata procede senza intoppi tra firme e riunioni, esattamente uguale ad ieri e come il giorno prima, l'unica emozione diversa che ho provato oggi è stato il pranzo con Daniel che è tornato da Londra qualche giorno per una riunione d'affari. Da quando non sono allo S.H.I.E.L.D. tutte le giornate sembrano uguali e monotone, non sono abituata alla calma ed alla tranquillità della vita da imprenditrice, ma lentamente sto accettando la mia nuova posizione anche se l'azione mi manca sempre di più.
Sono ancora nell'ufficio, immersa in alcuni progetti che volevo presentare a mio padre durante la cena, ad un tratto vedo le luci spegnersi e mi accorgo che sono rimasta da sola, guardo l'orologio e salto in piedi perchè è tardissimo, invio un messaggio a mio padre per dirgli che sto correndo al piano di sopra e mi precipito in ascensore.

Quando raggiungo l'attico stranamente c'è solo mio padre, cosa molto strana perché la signorina Potts non è mai in ritardo, vedo Tony che sta esaminando alcuni documenti con l'aiuto di J.A.R.V.I.S., mi avvicino e quando si accorge di me si gira per salutarmi.
<< Ciao Inès, scusami ma credo che dovremo rimandare la cena, Pepper è partita per Washington ed io devo sistemare delle cose di lavoro. >> Osservo lo schermo.
<< Io conosco quell'uomo, è il principe di Asgard. Non puoi vincere da solo contro lui, permettimi di aiutarti. >> capisco subito che la missione di mio padre è affrontare il nemico e devo per forza aiutarlo, sono l'unica terrestre a conoscere un minimo Loki.
<< Non voglio che tu corra dei pericoli. E poi come fai a conoscerlo? >> la protettività di mio padre mi scioglie il cuore, ma so difendermi da sola.
<< L'ho conosciuto l'anno scorso quando sono andata su Asgard per salvare la mamma >> mio padre mi guarda con uno sguardo perplesso, poi mi rendo che lui non sa da dove vengo e provo a spiegargli di più sulle mie origini << scusa, faccio un passo indietro, Marta era Asgardiana, l'anno scorso quando sono partita per la missione di salvataggio sono stata sul loro pianeta ed ho conosciuto il principe che adesso è qui sulla terra. >>
<< Quindi tua madre sarebbe una specie di aliena o cose simili? >> Tony mi guarda in modo ancora più perplesso, sta elaborando le informazioni.
<< Esatto, è il motivo per cui devo partecipare alla missione, sono addestrata per questo, ero un agente dello S.H.I.E.L.D e sono per metà come loro. Sai che non ti sto chiedendo il permesso, io prenderò parte all'azione, possiamo farlo insieme oppure trovarci direttamente sul campo, a te la decisione. >> l'ho messo con le spalle al muro, in realtà non ha scelta.
<< Non ci sono dubbi, sei sicuramente mia figlia, il tuo temperamento l'hai ereditato da me >> si gira verso il computer ed inizia a mostrarmi i file << secondo le informazioni fornite dallo S.H.I.E.L.D. adesso il soggetto ostile si trova a Stoccarda, una squadra sta andando a prenderlo io andrò ad aiutarli, tu puoi contattare il direttore Fury e raggiungere la base. >>
Non sono d'accordo con la decisione di mio padre, vorrei andare con lui ed affrontare Loki ma so che non sarebbe la scelta giusta, il principe mi conosce e sarei troppo esposta.
Indossiamo entrambi le nostre armature, la sua rossa ed oro, la mia blu ed argento, sono entrambe bellissime ed equipaggiate allo stesso modo, possiamo ricorrere all'utilizzo di J.A.R.V.I.S., mio padre mi abbraccia inaspettatamente dopodiché partiamo.

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