Capitolo LXII - Inès

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Stamattina Grant mi sveglia nalla nostra casa a Tijuana portandomi la colazione a letto, è uscito presto per comprare un croissant alla crema ed ha preparato il solito caffè nero. Non mi sento molto bene, ho lo stomaco in subbuglio e appena sento l'odore della bevanda la nausea che ho peggiora, devo correre in bagno per vomitare, tutto questo nascondersi non deve giovare molto ai miei nervi ed in più oggi si è aggiunta l’agitazione per il matrimonio di Pablo, ma da domani io e mio marito potremo finalmente cominciare la nostra vita insieme.

Le nozze si svolgeranno a Malibu, nel punto esatto dove si trovava la casa di mio padre prima che il Mandarino la distruggesse, la vista sull’oceano è mozzafiato e le decorazioni floreali scelte dagli sposi sono veramente molto belle, il ricevimento verrà offerto dalla famiglia Stark in uno degli hotel più prestigiosi della città, il Shutters. 

<< Non hai una bella cera, sicura di voler andare? >> Grant si ferma sull’uscio. 

<< Sto bene, non ti preoccupare >> mi sento uno straccio ma non voglio che si agiti. 

<< Lascia almeno che ti accompagni, guiderò fino a Malibù e poi mi terrò a debita distanza dall’evento >> non posso permettere che corra questo rischio per me, così raccolgo tutte le mie forze e mi costringo ad essere sorridente per sembrare in forma.

<< Non c’è bisogno, sto molto meglio. Saremo più al sicuro se siamo separati oggi >>.

Preparo velocemente un borsone con le cose che potrebbero servirmi durante questi giorni in California, Grant mi saluta in modo un po’ triste, ma tra qualche giorno sarò di nuovo qui e non dovrò più vedere quell’espressione sul suo viso perchè tornerò per rimanere. 

Negli ultimi mesi abbiamo passato insieme tutte le notti, quando mi trovavo a New York per lavoro lui si nascondeva nella mia stanza e nei weekend tornavamo nella nostra dimora in Messico a vivere il nostro sogno d’amore, questa è la prima volta che siamo distanti da quando ci siamo ritrovati e le separazioni, a noi, non portano mai fortuna. 

Guido per circa tre ore e finalmente arrivo a destinazione, Pablo e mia madre sono già svegli da ore ad aspettarmi. Mia madre è già pronta ed è davvero stupenda, i suoi lunghi capelli sono pettinati in bellissimi boccoli dorati, ed il trucco è molto naturale, un leggero eyeliner che le fa risaltare i suoi meravigliosi occhi verdi, le labbra leggermente più rosate rispetto al loro naturale colore, ha optato per un vestito bianco semplice che le arriva appena sotto al ginocchio, mi piacerebbe essere bella come lei. Lo sposo è quasi pronto, lui indossa un costoso smoking blu di Emporio Armani, una camicia bianca ed una cravatta in tinta col colore della giacca, sta molto bene vestito così. 

<< Signorina, si sciolga quei capelli, siamo in ritardo pazzesco. Non può arrivare dopo gli sposi >> un uomo con la barba dipinta di viola inizia ad urlarmi contro. 

<< Lui è Federico, penserà ai tuoi capelli ed al trucco >> faccio un cenno con la testa per salutare l’uomo, non amo particolarmente queste cose ma farò uno sforzo, oggi è il giorno di Pablo e non voglio rovinarglielo per niente al mondo. 

<< Vediamo un po’ cosa abbiamo qui >> Federico mi scioglie la coda spettinata che avevo fatto per guidare ed inizia a guardare il mio riflesso nello specchio. 

Inizia ad armeggiare con la mia fluente chioma, districa tutti i nodi con una spazzola, alcune volte, istintivamente, avrei voluto tirargli un pugno ma sono riuscita a trattenere i miei ormoni, raccoglie tutto in uno chignon ordinato ed elegante, lo decora con perle bianche e brillantini che risaltano tra i miei folti capelli neri. Il trucco è molto marcato, ha scelto un ombretto blu brillantinato che si abbina perfettamente al vestito lungo che gli sposi hanno scelto per me, il tutto racchiuso in una linea di eyeliner dello stesso colore dell’ombretto, per le mie labbra Federico ha scelto un rossetto color corallo ma ne usa una quantità minima. 

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