Capitolo LXXXII - Inès

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Sono rimasta immobile a fissare il vuoto per troppo tempo. Non saprei quantificare le ore perchè non riesco a vedere la luce del sole, ma dalle cicatrici che si stanno formando sulla mia mano direi che sono passati almeno due mesi da quando sono qui. Le poche visite che ho ricevuto dagli agenti erano solo per lasciarmi pasti o farmi domande alle quali non ho risposto. 

Tutto quello che mi circonda ormai è insignificante. 

<<Da oggi potrai togliere il bendaggio>> mi dice Jemma disinfettando ancora una volta la ferita.

<<Ti volevo ringraziare per avermi salvato la vita>> continua lei approfittando del mio silenzio. 

Alzo lo sguardo ed i miei occhi spenti incontrano quelli dell’agente Simmons. 

<<So che hai perso tanto quel giorno, ma pensa a tuo figlio>> continua lei <<Lui ha bisogno di te, devi reagire. Non puoi lasciare che il dolore ti consumi>>.

Non mi oppongo alle sue cure ma non sono di certo pronta a parlare. 

<<Simmons, come sta?>> chiede Coulson entrando nella stanza. 

<<Non ha compromesso l’uso della mano>> risponde. <<Passa le sue giornate rannicchiata in un angolo a piangere e non parla con nessuno, credo comunque che sia cosciente anche se non ha ancora risposto agli stimoli>>.

Jemma allunga una mano per cercare di curare la ferita che sulle tempie, il sangue è ancora fresco e il taglio è abbastanza profondo, sono caduta per sbaglio contro lo spigolo del letto. Io le afferro il polso di scatto, non sopporto che mi si mettano le mani in faccia. 

La ragazza raccoglie il suo kit di pronto soccorso e si mette a fianco di Coulson. 

<<Abbiamo bisogno del tuo aiuto>> comincia il direttore mentre io continuo a fissare lo spazio davanti a me <<Magari potremmo trovare un accordo per la tua libertà>>.

Istintivamente una risata isterica esce dalla mia bocca.

<<Mi tenete rinchiusa per giorni ed improvvisamente negoziare per la mia vita?>> 

<<Noi non vogliamo farti del male>> interviene Jemma. 

<<Scordatevelo>> ribatto io scandendo bene le sillabe.

<<Su Maveth l’essere si è impossessato del corpo di Ward>> continua Coulson <<Ha preso tutto di lui, la sua forza, la sua astuzia e le sue conoscenze>>

<<Dovevate pensarci prima di ucciderlo>> rispondo secca io. 

<<In qualche modo ha accesso ai suoi ricordi, sa chi sei ed anche dove trovare tuo figlio>>. 

<<Dicci dov’è così possiamo salvarlo>> aggiunge Simmon. 

Le parole di Coulson mi incuriosiscono e decido di avvicinarmi per guardare le immagini che vuole mostrarmi. Gira il tablet e vedo il volto di Grant ripreso da una delle telecamere di sorveglianza. 

Non riesco a credere ai miei occhi, sembra davvero lui ma devo ricordarmi bene che dentro quel corpo non c’è più mio marito e che lui non potrà mai più tornare. 

<<Quell’essere ha il potere di controllare la mente degli inumani. Ha preso Daisy>> dice Phil. 

<<Devi aiutarci, ti prego>> aggiunge Jemma. 

<<Io non vi devo niente.>> 

<<Potrebbe distruggere il mondo, tuo figlio potrebbe morire>> dice Coulson. 

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