Capitolo VIII - Inès

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Suona la sveglia, ci prepariamo per andare in palestra, lui esce dalla finestra e io dalla porta come ogni mattina.

- Oggi potremmo far palestra in altro modo. - mi dice lui facendomi l'occhiolino, in risposta io arrossisco, non sono brava come lui a scherzare su queste cose.

Lo guardo mentre la sua fronte inizia a riempirsi di goccioline di sudore, facciamo un allenamento duro ma nonostante io sia una donna riesco a mantenere il suo ritmo, mi stupisco di quanta forza ho nel mio corpo. Ci piace la palestra a quest'ora ci siamo solo noi e possiamo allenarci come vogliamo. Stamattina però è piuttosto affollata e vedo che ci sono anche le amiche di Cressida, se ne stanno lì a fissarci come se non ci avessero mai visti insieme, la loro amica deve avergli raccontato delle bugie su sabato sera.

Grant mi aspetta mentre faccio la doccia e prendo la valigia, mi accompagna a scuola, lui non verrà in gita con noi perchè non ha partecipato ufficialmente al progetto, ho provato a spiegare al professore che mi ha aiutato a casa ma non ha voluto sentire ragioni, sarà la prima volta che ci separiamo per qualche giorno da quando ci siamo messi insieme.

Arriviamo all'aeroporto di St. Peters e ci imbarchiamo per New York, ci vorranno un paio di ore di viaggio, per fortuna ho portato i miei libri per tenermi compagnia durante il viaggio, sto leggendo un libro di un autore italiano del '900, Il fu Mattia Pascal di Pirandello, me lo ha consigliato Grant che ha cominciato a seguire con me le lezioni di italiano, parliamo già molto bene lo spagnolo ma vogliamo imparare un'altra lingua latina. Quando atterriamo ci troviamo travolti dalla freneticità della Grande mela, c'è un autobus che ci aspetta con il nome della nostra scuola che ci porta fino al nostro albergo, è veramente lussuoso, il signor Stark non ha badato a spese.

- Ragazzi non siete emozionati? Il signor Tony Stark ha visionato personalmente il vostro progetto e vi ha convocato, anche se non dovessimo essere i vincitori saremo onorati di questa occasione.

Non credo che il miliardario abbia davvero visto personalmente i progetti ma non voglio discutere col mio insegnante e lascio correre. Dovrò dividere la stanza con una mia compagna di corso, non la conosco molto non abbiamo mai parlato in realtà, non credo che la vedrò molto visto che è l'amante del professore, penso che passeranno molto tempo da soli nella singola di Colin.

Il nostro autobus ci preleva e ci porta in un magnifico teatro, questo posto è enorme, perchè a New York sembra tutto sovradimensionato? Ci accomodiamo nei posti che hanno riservato per noi, inizia lo spettacolo. Sul palco compare Tony Stark, mi chiedo come un uomo così possa essere un genio, è ubriaco e a malapena si regge in piedi, per fortuna il suo socio Obadiah Stane prende parola, mettendo Stark in un angolo. Se essere ricchi vuol dire ridursi come lui preferisco essere quella che sono.

Dopo le presentazioni dei vari progetti arrivano le premiazioni, il primo premio va ad una classe di Los Angeles, il secondo ad una classe di New York ed il terzo lo riceve una classe di un piccolo paesino del Texas. Noi non vinciamo, il professore è molto deluso, credeva tantissimo in questo progetto e voleva conoscere il signor Stark di persona. Quando torniamo in hotel vengo fermata dal concierge nella reception, mi consegna una lettera, non c'è il mittente ma c'è solo scritto "Per Inès della scuola di St. Peters in Missouri".

Corro in camera, come immaginavo la mia compagna non c'è, decido di aprire la lettera.

"Salve Miss Inès,

non so il suo cognome, per via delle regole per partecipare al concorso, quindi perdoni la mia informalità, ho esaminato tutti i progetti che si sono presentati sulla mia scrivania, uno per uno, il suo come ormai saprà non ha vinto. Purtroppo non ho potuto dargli il primo posto perchè la sua idea è già stata realizzata da un'altra mente brillante del nostro paese; è stata realizzata da me, ma lei questo non può saperlo perchè non è una cosa pubblica, quindi immagino che non ha copiato la sua idea dai miei appunti. Sono anni che ho inventato questa tecnologia, si chiama J.A.R.V.I.S. e mi aiuta a gestire tutti i miei affari, gestisce casa mia e tutto quello di cui ho bisogno, sono sorpreso che un'altra persona abbia avuto la mia stessa idea, ma la cosa che mi ha più colpito è che qualcuno sia riuscito a realizzarlo, so per esperienza personale quanto sia complicato mettere in piedi un progetto del genere, e lei è riuscita a fare tutto questo a soli 15 anni sbalorditivo. Dovevo scriverle tutto questo, finisca la scuola, prenda una laurea e quando sarà pronta venga alla Stark Industries le porte saranno sempre aperte per talenti come il suo. Saluto Cordialmente, Tony Stark."

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