Capitolo LII - Inès

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Mi sveglio nel cuore della notte, il mio orologio segna 123 pulsazioni al minuto, ho la gola secca, sudo freddo ed il cuscino è bagnato dalle lacrime, fortunatamente non ricordo il brutto sogno che stavo affrontando. Mi alzo dal letto, il pavimento è gelido sotto ai miei piedi nudi, mi infilo la vestaglia e mi avvicino alla finestra, mi piace star qui e rimirare il cielo notturno di Asgard, ed in questi ultimi mesi dormire mi è diventato quasi impossibile. Rimango ad osservare l'orizzonte finché i miei battiti non si quietano, vedo passare nella strada di fronte al palazzo alcuni ragazzi probabilmente di ritorno da una festa, sono ubriachi e cantano a squarciagola al cielo buio che li sovrasta, senza pensarci due volte mi vesto ed esco.

Cammino da sola per molto tempo, non ho paura perchè ho portato con me le mie pistole ed i miei coltelli, poi so che nessuno si avvicinerebbe a me, dopotutto sono sotto la protezione della famiglia reale, non ci sarebbe mai persona tanto stupida da mettersi contro Odino. Il rumore dei miei passi rimbomba quando attraverso il ponte arcobaleno per arrivare alla postazione del guardiano, ma con il suo potere mi avrà sicuramente vista arrivare.

<< Inès, figlia di Marta, che piacere rivedervi anche questa sera >> da quando sono arrivata su Asgard vengo qui tutte le settimane, è l'unico punto di contatto che ho con la terra.

<< Heimdall, è sempre un piacere >> gli sorrido timidamente.

<< Ho saputo dei miglioramenti di tua madre, Marta è sempre stata una donna forte vedrai che si riprenderà >> nei suoi occhi si accende una strana luce.

<< Sono sicura che andrà tutto per il meglio, ieri mi ha stretto la mano, i dottori dicono che si tratta di uno spasmo involontario, io credo invece che lei abbia voluto darmi un segno >>

<< Ma tu non sei qui per raccontarmi di tua madre immagino >> lo guardo e gli rivolgo un sorriso imbarazzato, lui continua << vediamo cosa riesco a vedere stasera >>.

<< Se le mie richieste ti infastidiscono puoi dirmelo senza problemi >>

<< Farei di tutto per la figlia di Marta>> di nuovo quella luce, allontano dalla mia mente le strane idee che stanno passando, poi lui aggiunge << ho passato tutta la settimana ad osservare i tuoi cari; tuo padre era tormentato dai ricordi della battaglia di New York, non si dava pace e questo gli ha tolto completamente il sonno, ha costruito dozzine di armature, per questo motivo ha litigato con la sua fidanzata, se non ricordo male il suo nome è Pepper. Il capo della sicurezza è rimasto gravemente ferito a seguito di un attacco terroristico >>

<< Happy nooo >> riescono ad uscirmi solo queste parole, sono preoccupata per lo stato di salute del mio amico.

<< Tranquilla, adesso è fuori pericolo, ma non è tutto. Tuo padre, in preda alla collera ha sfidato in diretta tv il terrorista dietro all'attacco, si chiama il Mandarino, e gli ha rivelato la posizione della vostra villa a Malibu, così questo gli ha mandato degli elicotteri armati per distruggere la casa >> sgrano gli occhi per il terrore << tuo padre è riuscito a scappare con un'armatura, lo credevano morto ma invece J.A.R.V.I.S. lo aveva spedito in Tennessee, con l'aiuto di Harley, un bambino che ha conosciuto lì, ha rimesso in funzione l'armatura ed ha indagato sugli attacchi riconducibili al Mandarino. Ha scoperto che le esplosioni sono state causate dai soldati sottoposti al siero Extremis, era ancora in fase sperimentale e questo può provocare l'esplosione di alcuni soggetti a cui viene iniettato. Dopo varie indagini tuo padre scopre che il Mandarino è Aldrich Killian, una sua vecchia conoscenza. Killian ha iniettato la Extremis in Pepper per costringere tuo padre a collaborare. >>

<< Heimdall, fammi andare subito là, hanno bisogno del mio aiuto >> lo interrompo bruscamente.
<< Inès, tranquilla, è andato tutto per il meglio, tuo padre ha sconfitto il Mandarino, ha ripulito il sangue di Pepper e si è fatto operare per rimuovere tutte le schegge dal suo corpo, adesso non ha più bisogno del reattore nel petto che le tengano lontane dal suo cuore. Se avessero davvero avuto bisogno del tuo aiuto ti avrei avvisato. >>

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