Capitolo LXIII - Inès

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Mi siedo sulla riva dell’oceano senza preoccuparmi di sporcare il vestito con la sabbia calda, mi piace stare qui a guardare l’orizzonte ed in questo momento solo l’infrangersi delle onde sullo scoglio può calmare i miei nervi, la nausea che avevo questa mattina è peggiorata e di certo la discussione con Pablo non aiuta il mio stato di salute. Sento dei passi alle mie spalle che vengono nella mia direzione, sono sicura si tratta di mia madre che vuole farmi una ramanzina sul mio comportamente di poco fa, mi sgrida ancora come se fossi una bambina. 

<< Non sono in vena di sorbirmi prediche adesso, mi scuserò con Pablo più tardi >>

<< E di riabbracciare un vecchio amico? >> appena riconosco la voce scatto in piedi, con mia grande sorpresa non si tratta di mia madre, ma l’uomo che mi ritrovo davanti è Daniel. 

<< Dan >> grido il suo nome mentre gli getto le braccia al collo, è l’unico amico al di fuori del mio pazzo mondo da spia con cui ho ancora contatti, ci sentiamo spesso tramite telefonate ed sms, ogni tanto riusciamo anche a vederci quando si trova a New York per lavoro, abbiamo avviato anche una specie di tradizione: ci scriviamo le lettere come si faceva ai tempi della guerra, e trattiamo argomenti completamente diversi rispetto alle chiamate. 

<< Mi sei mancata anche tu Nès >> mi accarezza la testa mentre sono ancora avvinghiata a lui, mi è mancato così tanto che il mio cuore sta esplodendo di gioia nel poterlo rivedere. 

<< Ma cosa ci fai tu qui? >> sento il mio sorriso allargarsi, credo che al mio amico sia possibile vedere tutti i miei trentadue denti. 

<< Sono il tuo regalo >> allarga le braccia ed alza le spalle << Pablo mi ha chiamato e mi ha chiesto di venire, era il suo modo per ringraziarti di avergli fatto da testimone >> 

<< Direi che la sorpresa è riuscita piuttosto bene >> 

<< E non è finita qui >> si ferma un attimo per suscitare più curiosità << c’è anche Emily >>.

La giornata sta decisamente migliorando, sono molto felice che anche la fidanzata del mio amico sia qui, da quando è incinta mi sono ripromessa di andarla a trovare ma non c’è mai stata occasione ed ora finalmente posso vederla con il pancione. Inizio a camminare molto velocemente per raggiungere la sala da pranzo Daniel fa fatica a starmi dietro, finalmente riesco a vedere Emily seduta al tavolo, è anche più bella di come la ricordassi, appena mi nota si alza in piedi per abbracciarmi, sono quasi cinque anni che non ci vediamo; al contrario di Dan, da quando vivono a Londra lei non è più tornata in America prima di oggi. 

<< Sei cambiata tantissimo Inès, ora sei una bellissima donna >> 

<< Non adularmi, avete già deciso come chiamare la bambina? >> porgo la mia domanda mentre prendiamo posto al tavolo, stanno per servirci la cena.

<< Pensavamo di chiamarla Mia, in onore di tua figlia >> Daniel mi guarda soddisfatto mentre mi parla ed io mi commuovo appena sento le sue parole. 

<< Così mi fate piangere ragazzi >> provo un’emozione incredibile in questo momento. 

<< Allora è vero che non hai il cuore di ghiaccio >> il mio amico mi prende in giro. 

Durante la cena non riesco a mangiare granchè, il mio stomaco è ancora sottosopra, ma la parte peggiore arriva quando ci servono il caffè, solo a sentirne l’odore i conati cominciano a spingere, scappo in bagno e mi ritrovo a vomitare anche quello che non ho mangiato.

<< Mi dispiace, è tutto il giorno che non sto bene >> riprendo il mio posto intorno al tavolo. 

<< I primi mesi di gravidanza nemmeno io riuscivo a tollerare l’odore del caffè, le nausee mi davano il tormento, ma per fortuna dopo qualche settimana tutto migliora, non potrei vivere senza questo nettare degli dei >> Emily prende subito la parola. 

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