Capitolo XCIV - Inès

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Dopo aver aiutato mia madre, mia nonna e buona parte della popolazione asgardiana a salire sulle navicelle per il salvataggio mi dirigo verso il centro del veicolo. L'altoparlante continua a mandare richieste di aiuto a tutte le navicelle della zona. <<Motori in avaria, sistema di volo compromesso>> dice la voce robotica.

<<Friday, fai un giro di ricognizione.>>

<<Signorina Stark, temo di non poterla aiutare. La telecamera è rimasta su Sakaar.>>

<<Maledizione, non dovresti avvisare quando mancano dei pezzi?>>

<<Dovrebbe chiedere al Signor Stark questa calibrazione.>>

Avanzo lentamente per i corridoi rimanendo il più possibile vicino alle pareti, quando arrivo nella sala centrale trovo uno spettacolo a cui non avrei voluto assistere. Tutto stava andando a fuoco. Corpi senza vita erano sparsi sul pavimento, uccisi da strani alieni multiformi mentre cercavano di raggiungere le scialuppe. Osservo uno dei nemici dalla pelle grigiastra e la faccia allungata, non vedo il suo naso, per un attimo mi chiedo come faccia a respirare. Lo osservo mentre uccide le persone, al contrario dei suoi colleghi, che usano la forza bruta, usa il suo potere. Inizialmente credevo che fosse simile a quello di Hela, creare armi dal nulla, ma guardandolo meglio capisco che ha il mio stesso potere telecinetico, però lui lo usa meglio di me, rimpiango di non essermi allenata come ha sempre suggerito mio padre. Volevo reprimere questa parte di me invece mi sarebbe stata utile. I miei occhi si posano su Heimdall, è steso al suolo e tiene il suo braccio sull'addome, sta tamponando una ferita.

<<Uditemi e gioite>> dice l'alieno mentre si aggira tra i cadaveri. <<Avete avuto il privilegio di essere salvati dal Grande Titano. Voi pensate che sia sofferenza. No. Questa è redenzione.>>

Facendo meno rumore possibile esco dal corridoio per entrare nella sala, individuo un tavolo rovesciato e mi ci nascondo dietro.

<<La bilancia universale tende verso l'equilibrio grazie al vostro sacrificio. Sorridete>> continua l'alieno con il suo monologo. <<Poiché anche nella morte siete diventati figli di Thanos.>>

Seguo con lo sguardo la sua passeggiata tra i cadaveri e, nel momento in cui si ferma, noto che si è davanti a Loki. Il mio respiro diventa più affannoso ed il cuore inizia a battere velocemente, guardo Heimdall che scuote la testa per intimarmi a non intervenire. Faccio come dice, non vorrei che il mio istinto metesse in pericolo il mio amico. L'espressione del principe è terrorizzata, il suo sguardo è fisso su un enorme alieno davanti a sé.

<<So cosa significa perdere>> dice il bestione viola rivolto a tutti i presenti nella stanza, vivi e non. <<Sentire disperatamente di aver ragione e ciononostante fallire.>> L'alieno raccoglie uno dei corpi ai suoi piedi, tenendolo dal colletto dell'armatura. Cerco di mettere a fuoco l'immagine attraverso il fumo, ma non è facile. Man mano che si avvicina al centro riesco a riconoscere Thor che prova a liberarsi dalla presa. <<È spaventoso, fa tremare le gambe. Lo temi, lo sfuggi, ma il destino arriva ugualmente ed ora, eccolo, o dovrei dire...Eccomi.>>

Il bestione alza il pugno rivelando un guanto in metallo con incastonata una gemma viola. Senza dubbio si tratta di una delle gemme dell'infinito, è uguale a quella usata nella creazione di Visione. Thor mi aveva spiegato che in tutto le gemme sono sei ed ognuna di loro controlla un aspetto dell'universo. Thanos appoggia Thor in ginocchio ai suoi piedi e tiene la sua testa in una mano.

<<Tu parli troppo>> commenta il re asgardiano. Il suo volto è pieno di ferite ed ha un taglio aperto sulle labbra che continua a sanguinare.

<<Il Tesseract o la testa di tuo fratello>> dice Thanos rivolgendosi a Loki. <<Presumo tu abbia una preferenza.>> Il Titano avvicina la gemma alla tempia di Thor.

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