Capitolo VII - Inès

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Sono passati sei mesi da quando è cominciata la scuola e da quando io e Grant usciamo insieme. Ormai non è più un segreto per nessuno, anche i miei genitori l’hanno accettato, mia mamma lo adora. Miguel non mi rivolge più la parola da quella sera, non mi guarda nemmeno in faccia, Giorgia mi ha perdonata e siamo più amiche di prima, mi ha fatto giurare di non mentirle mai più. Sembra vada tutto bene ma nessuno sa è che da sei mesi tutte le notti io e Grant dormiamo insieme, è iniziato tutto per caso, la sera dopo la cena a casa sua, è venuto a casa mia perchè era preoccupato e ci siamo addormentati, da quel giorno viene tutte le sere, non ce lo siamo mai detti ma io lo aspetto e lui arriva puntuale, sempre, sale dall’albero che ho davanti alla mia finestra. Non abbiamo mai fatto sesso, non nego che a volte l’idea mi sfiora la testa ma per il momento stiamo bene così, mi piace dormire con lui non ho nemmeno più gli incubi che mi hanno tenuta sveglia tutte le notti per anni. Qualche giorno fa Grant ha compiuto 17 anni, non ha voluto festeggiare con altri ma ha organizzato una serata al cinema solo con me. Domani compio 15 anni e come tradizione della famiglia di Josè dovrò festeggiare la mia Quinceañera in grande stile, mia mamma e Giorgia si sono occupate del vestito, la mia festa sarà sabato in uno dei locali più lussuosi della città, non capisco perchè tanto sfarzo. 
Scendo le scale di casa e trovo Grant ad aspettarmi in giardino, è andato a casa a farsi una doccia e cambiarsi ed è già puntuale per andare a scuola. Stranamente da qualche mese quando arriviamo a scuola gli altri non ci prendono più in giro e nessuno ci fissa più, solo Cressida ogni volta che ci vede ha una faccia schifata, le darei un pugno dritto sui denti, ma da quando ho iniziato ad allenarmi in palestra con Ward devo star attenta a dosare la mia forza, potrei farle davvero male. Dopo le lezioni mi fermo per finire il progetto Stark, oggi è l’ultimo giorno poi dovremo consegnarlo, devo ammettere che aveva ragione Grant sono riuscita a realizzare quello che avevo in mente, non credo di vincere però.
Casa mia è un disastro, ci sono decorazioni e pietanze ovunque, mia mamma non sta badando a spese per questa festa, odio tutto questo ma l’aiuto lo stesso, non posso lasciare che lavori da sola vedo tutto l’impegno e l’amore che ci mette, un giorno vorrei amare i miei figli come lei ama me. 
Sfortunatamente la sera della festa è arrivata troppo in fretta, Giorgia e mia mamma mi dicono che sono bellissima ma io mi sento a disagio con tutto quel trucco e con questo vestito, voglio solo mettere la mia tuta e farmi la coda e invece no, mi costringono a tenere i capelli sciolti, raccolti solo con qualche piccolo accessorio.  Sono qui davanti allo specchio che mi guardo ma non mi riconosco, indosso un vestito lungo che mi copre anche i piedi, è blu con i brillantini e una scollatura accentuata, un ombretto marcato sulle sfumature del blu e un rossetto molto chiaro per non appesantire troppo il trucco che mi maschera il volto.
Scendo le scale e Grant mi aspetta in sala con Josè, tiene in mano un mazzo di fiori e quando mi vede rimane letteralmente a bocca aperta, è bellissimo oggi  indossa uno smoking nero, una camicia bianca e un papillon nero. Mi porge i fiori, credo che anche questi li abbia scelti mia madre, appena ci vede uno accanto all’altro ci costringe a fare una foto, mi costringe a fare foto con tutti è per questo che odio le mie feste, non mi piace stare al centro dell’attenzione, avrei passato volentieri questo giorno solo con Grant. 
Il mio accompagnatore mi porge il braccio e mi sussurra all'orecchio - Sei bellissima Ecìja, se potessi ti porterei via da qui - è molto dolce quando dice queste cose, specialmente perchè è molto raro che lui faccia dei complimente così espliciti, di solito non mostra così apertamente i suoi sentimenti, non lo faccio nemmeno io, so che ci tiene a me anche se non me lo dice mai. Vado in macchina con Grant, da quando ha preso la patente è migliorato davvero tanto alla guida, quasi non ho più paura di salire in macchina con lui.
- Pronto per vedere una tradizione latina? Mi tratteranno come se fossi una bambola, come se veramente questa festa possa segnare il mio passaggio dall’infanzia all’età adulta
- Una sola parola e ti porto via quando vuoi, ma rimaniamo almeno per un ballo
- Sai è in momenti come questi che vorrei una padre, dovrò fare un ballo con Josè ma io non lo considero mio padre, è da irriconoscenti lo so
- Fanculo a tutti, dopo quello che abbiamo passato non dobbiamo essere riconoscenti con nessuno, lui picchia tua madre ricordatelo non devi ringraziarlo per niente
- Grazie Grant - Lui mi riesce a tenere a galla, non mi fa sprofondare nel senso di solitudine e inadeguatezza che spesso provo. Con lui sento che per la prima volta in vita mia sono davvero felice.
Arriviamo nella sala riservata per la mia Quinceñera, subito dopo arriva la macchina con mia mamma e i Lopez, mia madre mi fa fermare a quanto pare devo fare un'entrata ad effetto, mi sento chiaramente a disagio, stringo forte la mano di Grant, lui in risposta mi accarezza il dorso con le dita per farmi coraggio. Entro in sala aggrappata al braccio di mia mamma con tutti gli occhi puntati su di me, ma non abbasso la testa, non stavolta, voglio dimostrare a Cressida che non sono quella bambina spaventata che ero e che ora posso affrontare la vita. 
Inizia la cena, sono in un tavolo con la mia famiglia, Grant invece è seduto con i suoi fratelli, mia mamma ha invitato anche loro alla festa dice che si tratta di educazione. Mangiano un sacco di portate ma siamo ancora al secondo primo, vedo però che stanno iniziando le danze. Grant si alza e mi invita a ballare, prendo la sua mano, non aspettavo altro da tutta la sera, raggiungiamo la pista e iniziamo a muoverci, lui mi tira a sé e mi stringe con un braccio intorno ai fianchi, appoggio la mia testa sulla sua spalla, posso sentire il suo profumo qui e tutto il mondo intorno a me sparisce, ci siamo solo noi in questa stanza.
-Mi concedi un ballo con la tua ragazza fratello? - la domanda mi riporta alla realtà non ci siamo solo noi, Christian mi porge una mano e mi chiede di danzare con lui, lo sguardo di Grant diventa di nuovo buio e distaccato, erano mesi che non lo vedevo così, non so cosa si successo tra loro due ma Grant lo odia davvero. 
Inizia una nuova canzone, Christian mi stringe a sé come ha fatto suo fratello ma la sua presa mi da fastidio.
-Non dovresti uscire con mio fratello, sei uno spreco per un mostro come lui, recita la parte dell'angioletto ma è capace di cose inimmaginabili Inès. Per te andrebbe meglio un bravo ragazzo come me, cosa ne pensi? Mi concedi un appuntamento? 
- Tuo fratello è un bravo ragazzo, dovresti avere più rispetto per lui.
- Deduco non ti abbia mai parlato del pozzo. Quando eravamo bambini Grant ha spinto il nostro fratello minore nel pozzo perché era geloso del fatto che non fosse più lui il più piccolo, siamo stati fortunati che il pozzo non fosse profondo e che Tommy sia ancora qui per raccontarlo - mi stacco da lui
- Non ti credo Christian tu vuoi solo allontanarci, mi hai appena chiesto di uscire ed ora mi dici questo come potrei crederti? 
- Chiediglielo e poi mi dirai. - mi prende un polso e mi trascina a cercare Grant, lo troviamo sta parlando con Cressida lei gli sta vicinissimo, sembra che stia per baciarlo, una scintilla di rabbia mi percorre la schiena. 
Si accorgono del nostro arrivo e si allontanano, nessuno osa dire una parola ma ci pensa Christian ad interrompere il silenzio.
- Grant, perchè non dici alla nostra amica che hai spinto Thomas nel pozzo?
Grant è sconvolto, mi fa paura il suo sguardo assente, questo ricordo gli lacera l’anima, mi sta guardando ma non mi vede.
 - Sì - risponde in modo confuso, sento la sua paura. 
- Andatevene! - urlo agli altri.
Cressida ride mentre si allontanano, maledetti si sono messi d’accordo per rovinarci la serata, mi avvicino a Grant ma lui si allontana, mi ferisce la sua freddezza. Ma non ci do peso, in questo momento ho bisogno di spiegazioni. 
- Per favore guardami! - lo supplico con le lacrime che mi salgono gli occhi.
Lui fa come gli dico, mi accarezza una guancia, le mie lacrime cominciano a scendere. 
- Non volevo farti del male Inès, non dovevo spingermi fino a questo punto, tu stai soffrendo e la colpa è mia, non dovevo cominciare a parlarti, mi dispiace averti avvicinata. Volevo evitare di trascinarti con me nella mia oscurità ma non ci sono riuscito. Forse ora non mi crederai, nemmeno io lo farei se fossi in te, ma non volevo far del male a Tommy, non volevo spingerlo mi ha costretto Christian, mi ha minacciato e io ho ceduto, ero un bambino non capivo a pieno quello che facevo.
- Non pentirti mai, mi hai regalato i mesi più belli della mia vita, e non dubitare mai di me, io ti credo Grant, so che non faresti del male a tuo fratello come non ne hai mai fatto a me. E Christian cerca solo un modo di separarci, mi ha chiesto di uscire mentre ballavamo, gli ho detto di no.
- Anche Cressida mi ha chiesto la stessa cosa, lei voleva fare portarmi a letto ma l’ho rifiutata, non voglio lei.
- E io non voglio tuo fratello. 
- Ti amo Inès .
- Ti amo Grant.
Ce lo siamo detti, per la prima volta affrontiamo i nostri sentimenti apertamente, mi sento invincibile. Credo davvero a Grant, ama troppo suo fratello per fargli del male, e Christian è solo ossessionato dal fatto che vuole portare via tutto a suo fratello non voleva davvero uscire con me, probabilmente neanche gli piaccio, ma deve fare del male a Grant.
La festa finisce e torniamo a casa, Grant esce dalla porta salutando i miei genitori, quando arrivo in camera è già lì che mi aspetta come tutte le sere. Lui si avvicina a me e mi bacia, non si è mai lasciato andare con così tanta passione come stasera, mentre le nostre lingue sono intrecciate mi prende in braccio, stringo le mie gambe attorno ai suoi fianchi e lui mi regge con le mani, mi rendo conto di quanto in questo momento io stia desiderando di andare oltre, decisamente vorrei di più. E lo vuole anche lui, sento che lui mi vuole nello stesso modo in cui lo voglio io.
- L’hai mai fatto? - mi chiede lui, finalmente uno dei due decide di parlare.
- No. - vorrei chiedergli “Tu?” ma ho troppa paura della risposta e quindi non chiedo.
- Nemmeno io. - mi risponde come se potesse leggermi nella mente.
- Non voglio costringerti a fare ciò che non vuoi - è così sexy in questo momento.
- Sta zitto! - e le mie labbra si uniscono alle sue in un bacio appassionato, lo sento sorridere in quel momento, il mio cuore potrebbe esplodere per le troppe emozioni. 
Grant continua a tenermi sollevata aiutandosi con il muro alle mie spalle, fa scorrere una mano lungo la mia schiena fino a che non trova la cerniera del mio vestito, piano piano tira la zip fino a quando il vestito non scende, il mio ragazzo è dolce nei movimenti ma il suo tocco mi fa venire la pelle d’oca, continua a guardarmi negli occhi cercando di capire quello che penso, vuole vedere la mia reazione ai suoi gesti. Mi appoggia sul letto cercando di non farmi cadere e si sfila la camicia e mi raggiunge, inizia a baciarmi il collo delicatamente, è molto gentile e attento non farmi del male, essendo la prima volta per entrambi non ce la stiamo cavando male. Passiamo tutta la notte sveglia tra passione e coccole.
-Ti avevo preso una cosa ma scusa se non ho avuto il tempo di dartela. - mi fa un sorriso malizioso mentre tira fuori dalla giacca una scatolina rossa. 
- Grant non dovevi. 
Apro il regalo, è una bellissima collana a forma di chiave, lui ha la parte con il lucchetto. Di solito odio queste cose smielate ma stavolta no. Non voglio separarmi da lui, non stamattina ma deve andare prima che i suoi genitori si accorgano della sua assenza. Ci vedremo più tardi. Finisco di preparare la valigia, domani con la classe andremo alle premiazioni del concorso Stark, non sto più nella pelle, mia mamma non è molto felice e non so perchè, siamo tra i finalisti e potremmo davvero vincere con il mio progetto.

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