Avete mai pensato a quanto possa essere bella e solidale, con noi, la quotidianità? Quel senso di calore e conoscenza che ti pervade istantaneamente non appena sai che, in un modo o nell'altro, una volta terminata la scuola la strada che ti riporterà a casa sarà sempre la stessa. E che tua madre, come sempre, ti farà trovare un paio di ciambelle glassate sul tavolo, preparate con le sue stesse mani giusto pochi minuti prima di andare a lavoro; sai che tua sorella resterà con la babysitter fino al pomeriggio, e che alle sei di sera la stessa balia la riporterà a casa, e la piccola correrà dritta fra le tue braccia, ricordandoti che, infondo, sei il suo fratellone; e che ti ama.
Ecco, Louis aveva sempre amato la quotidianità. Perché, si diceva, era un qualcosa di rigido e flessibile allo stesso tempo: una sorta di breccia all'interno di ogni logica, del tempo o dello spazio che fosse. Louis amava sapere cosa sarebbe successo l'istante successivo, o poter perfino prevedere quali sarebbero stati gli avvenimenti correnti ore dopo. Sapeva, e amava davvero sentirsi al sicuro; cullato da ciò che ogni suo coetaneo con il quale aveva avuto modo di discutere l'argomento osava definire stressante. Addirittura noioso.
Louis aveva immaginato anche che l'avvento di Evan all'interno della sua vita avrebbe potuto comportare qualche cambiamento; all'inizio, ammise egli stesso, si sentì sopraffatto dalla serie di piccoli cambiamenti che con sempre maggior rapidità si apprestavano a smuovere la sua quotidianità, facendole assumere sfaccettature sempre differenti.
Poi però il primo mese era trascorso, e nulla sembrava avere preso pieghe drastiche. Certo, il tempo già prima esiguo dedicato allo studio della storia ora era quasi del tutto scomparso; ma, in generale, Louis avrebbe potuto affermare che le cose non erano poi cambiate così enormemente come aveva temuto avrebbero invece fatto.
Anche il secondo mese, era trascorso, perfino più velocemente di quanto non avesse fatto il primo; è normale, d'altronde, che le novità rendano il corso degli eventi più lento, quasi monotono, alle volte. L'abitudine tende invece a raddoppiarne la velocità, ed è allora che, solitamente, si arriva a pregare il Signore là in alto che accada qualcosa di sconvolgente; di potenzialmente devastante, affinché il tempo smetta di scorrerci fra le dita delle mani.
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Ma Louis non era il solo, a ritenere che la quotidianità fosse qualcosa di magico; qualcosa che si spingeva ben oltre i confini e i rigori dettati dalla fisica, e dalla scienza. Era normale pensare che un ragazzo come lui possedesse una sedentaria routine; sarebbe bastato osservare i suoi voti in pagella, avrebbero sicuramente puntualizzato a gran voce i suoi compagni.
Quello che nessuno si aspettava, però, era che anche il malvisto Zayn Malik, amasse la quotidianità, almeno tanto quanto amava l'avventura. Zayn, il ragazzo che chiunque in città avrebbe detto di non aver mai visto un solo istante fermo, ma sempre in movimento. Anche quando sostava solo ai lati della strada, in attesa che sua madre o qualcuno di noto passasse a prenderlo, i suoi muscoli guizzavano, sembrando così essere posseduto da vita propria.
Nessuno avrebbe mai pensato che su di Zayn le novità sortivano effetti che dal nocivo passavano al pericolosamente mortale. Tanto quanto Louis riteneva fosse corretto, di tanto in tanto, rinnovare l'aria intrappolata nella gabbia di plastica rappresentante la sua vita, allo stesso modo Zayn riteneva che l'odore di aria stantia fosse diecimila volte meglio di quello fresco di una sconosciuta.
E tanto quanto era stato facile, per Louis, inserire Evan e il suo migliore amico all'interno della sua vita, senza crucciarsi di cosa, a detta di Zayn, stesse così rischiando di danneggiare eternamente, allo stesso modo il pakistano non si era dato pace per interi giorni e intere notti, perso nel suo mondo a riflettere su perché mai lo sbarbato Louis Tomlinson fosse dovuto precipitare proprio nelle cerchie ruotanti attorno alla sua aura vitale.
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No Control
Fanfiction«Erano solo due ragazzi di diciotto anni coinvolti in qualcosa di più grande di loro; due ragazzi che, nel bene e nel male si davano amore; facevano l'amore. Ed erano i loro corpi sudati, le loro mani congiunte, i loro respiri affannati che spesso p...