Chapter 58

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*Louis' POV*

Come volevasi dimostrare, Eleanor riesce ad essere l'incontrastata ed unica padrona di tutto. E con tutto intendo- beh, intendo proprio ciò che quella minuscola e pressoché monosillabica parola intende dire: tutto.

Prima di partire, il nostro capo indiscusso ha deciso fosse il caso vigilare sui nostri stessi preparativi. "Dobbiamo essere impeccabili" aveva precisato, senza spiegare perché diamine perfino io, quasi completamente estraneo alla faccenda, sarei dovuto esserlo. "Soprattutto tu, Liam" specificò poi, lanciandogli un sorriso serio, carico di un rimprovero che né io né il mio migliore amico sapemmo attribuire ad un qualche nostro errore commesso in particolare.

Non avrei mai pensato che la scelta di un abito potesse essere così difficile. Voglio dire, Harry era sempre lentissimo nella scelta del vestito- ma è anche vero che il suo armadio è un tripudio di stoffe, e trame, e colori. Di forme e dimensioni. Quello di Liam, così esiguo invece, prettamente simile al mio, non offriva un'ampia gamma di prodotti sui quali fosse potuta ricadere la nostra scelta.

"Sua scelta" mi ricorda una vocina, mentre rivedo dinnanzi alle palpebre sollevate il corpo di Eleanor gettarsi all'interno della massiccia struttura in legno, famelica; alla ricerca di qualcosa che, pensavo, non sarebbe mai riuscita a trovare.

È invece vero che le donne, in un modo o nell'altro, sono sempre in grado di stupire; di riuscire nelle più disparate imprese, persino quelle che qualunque essere mortale declamerebbe come "impossibili"; così, quando Eleanor se ne era uscita, trionfante, con la gruccia alla quale era attaccato un morbido smoking appesa al dito indice, restai molto più che sbalordito: ero pressappoco estasiato, ammutolito un po' come sarei stato da bambino se mi fossi ritrovato ad essere coinvolto nel bel mezzo di uno spettacolo di magia.

"Eleanor, quell'abito è orrendo" ha detto Liam, storcendo il naso, le braccia conserte al petto, avvolto in un più rigido completo a due pezzi grigio cenere di Londra (questo fu il colore che la nostra tutor ebbe la pazienza di indicarci come tale), piuttosto liso in prossimità di maniche e gambe dei pantaloni.

"Liam, non essere stupido. Sei indecente, vestito con quel coso" aveva ribattuto lei, serafica, percorrendo da una moderata distanza tutta la lunghezza del suo corpo con il dito indice. Non era difficile scorgere il ribrezzo che, dentro di sé, Eleanor in quel momento provava. Mi impegnai al massimo delle mie consentitemi capacità per scorgere cosa di preciso in quell'abito non andasse; e quando mi accorsi che mi era impossibile accorgermene, ignorai deliberatamente le urla di Eleanor, tanto quanto le occhiate supplichevoli di Liam.

"Questo è un gessato, Liam" aveva continuato lei, imperterrita; sapevo che le sue speranze di insegnarci qualcosa sul fascinoso mondo della moda si aggiravano pressoché attorno allo zero, eppure sembrava desidera davvero di impartirci una qualche sorta di lezione di stile basilare.

"Per quello, potrei sempre rivolgermi ad Harry" pensai, sorridendo inebetito al pensiero del mio ragazzo seduto di fianco a me, magari nudo, chiedendomi gentilmente di vestirlo con ciò che ritengo più adatto al momento. "Se davvero dovesse mai succedere una cosa del genere, lo lascerei nud-"

"Louis". Sentii Eleanor chiamarmi, il tono di voce perentorio, ed immediatamente mi risvegliai da quella sottospecie di sogno erotico nella quale mi accorsi stavo scivolando con sorprendente rapidità. "Anche tu devi cambiarti" mi fece notare lei, sorridendo sghemba, soddisfatta probabilmente di notare come numerose goccioline condensatesi a causa di una notevole ondata di sudore freddo, stessero andando a posarsi sulla mia fronte.

"Perc- cosa c'è che non va nel mio vestito?" domandai, spalancando le braccia, gli occhi fissi sulle punte delle mie scarpe, come se pensassi che risiedesse davvero , l'origine del problema.

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