Chapter 45

17.3K 718 724
                                    

*Louis’ POV*

Stavo lavando i piatti quando suonò il campanello di casa. Urlai a mia madre di andare ad aprire, ma quando non ottenni alcuna voce in risposta, mi ritrovai costretto ad estrarre le braccia per metà immerse nell’acqua ghiacciata, sentendomi accapponare la pelle al contatto con l’aria gelida aleggiante per casa.

“Arrivo, arrivo!” urlai, spazientito di fronte all’insistenza del visitatore ritto in piedi al di là della porta. Con una mano afferrai il primo asciugamano che trovai, ovvero quello appeso al gancio a forma di mucca alla mia sinistra (la scelta del gancio fu responsabilità di Daisy, ovviamente; non mia); presi a tamponarmi le braccia, asciugando la mistura di acqua e detersivo per piatti che mi ritrovavo addosso.

Aprii la porta, e quando vidi che era Harry, ad aspettarmi dall’altro lato, i capelli tirati all’indietro a conferirgli un’aura alquanto regale, un sorriso che fino a poco prima non avrebbe mai accennato a comparire si accese, illuminandomi gli occhi e l’intero viso.

“Harry” sussurrai, e lui ridacchiò di fronte a quella mistura di emozioni che mi stava scorrendo inafferrabile sul viso, del tutto al di fuori del mio controllo. “Vieni, entra” ho detto poi facendomi da parte, lasciando così che Harry, vestito di tutto punto come suo solito, potesse fare il suo ingresso in casa; finendo per l’esattezza un paio di secondi più tardi fra le braccia di mia mamma.

“Harry, tesoro!” ha esordito lei spalancando le braccia, e depositandosi poco più tardi fra quelle di un Harry ancora particolarmente divertito. “Ma guardati, sei splendido!” ha poi commentato staccandosi da lui giusto di quel tanto per poterlo ammirare.

“Louis, guarda il tuo ragazzo, come è affascinante. Lo farai sfigurare, andando in giro con lui conciato come sei” ha poi detto mia madre, punzecchiandomi, un sorriso ironico stampato in volto. Mi fu immediatamente chiaro che stesse giocando con me come fanno a volte i bambini ingaggiando lotte clandestine di cavallette in montagna; quelle dove i piccoli pargoletti ridono, compiaciuti, mentre le due bestioline rivali finiscono per mangiarsi le reciproche teste, macabramente.

Arrossii e chiusi gli occhi in due strette fessure, fulminando mia madre per ciò che aveva appena detto. A volte pensavo fosse semplicemente più forte di lei trattenersi dal mettere in imbarazzo le persone.

“Non dire così, Jay” ha detto poi Harry, venendo in mio non troppo rapido soccorso. Era appagante, pensai, il modo in cui il mio ragazzo sembrava essere davvero parte integrante della nostra famiglia, benché fossimo fidanzati da poco più di un paio di giorni.

“Trovo che Louis sia sempre bellissimo, indipendentemente da ciò che indossi”. Tossicchiai in preda ad un totale, scottante imbarazzo. Harry se ne accorse, e non vi mise molto a raggiungermi, premurandosi di passare un braccio intorno alla mia vita, attirandomi così vicino a sé che il suo profumo si insinuò prepotentemente all’interno delle mie narici.

“Jay, posso rubartelo, per oggi?” ha domandato lui tornando a rivolgersi a mia madre con un agio e una confidenza che misero in completa e ristoratrice pace il mio cuore. Sorrisi inebetito, pensando che forse era un tantino esagerato da parte mia sentirmi così.

Mia madre non mancò di lanciarmi un’occhiata complice, inarcando un sopracciglio, prima di tornare a rivolgersi al ragazzo posto al mio fianco elargendogli il suo immancabile, prestigioso sorriso.

“Va bene, permesso accordato. Ma vedete di tornare a casa prima che faccia buio. Siamo intesi?” domandò lei, e non aveva ancora finito di terminare la frase che io e Harry ci eravamo ritrovati sul marciapiede dinnanzi a casa, mormorandole un “sì” accondiscendente che non ero certo sarebbe stato rispettato.

Salimmo sulla sua macchina, la quale era stata lustrata di tutto punto. Le portiere nere erano state lucidate a tal punto che quando il sole vi si infranse contro, gettando uno dei suoi dannatissimi raggi solari proprio al centro vivido del mio occhio, il dolore che provai fu quasi indescrivibile.

No ControlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora