Due anni prima
È il giorno del funerale, e Louis non avrebbe dovuto presenziare. Eppure è lì, in piedi di fronte al lugubre cancello di quel cimitero nel quale non è mai entrato prima d'ora. Lo sguardo irrequieto, non può fare a meno di pensare che è tutto confuso. Sbagliato, per certi versi, ma per la maggior parte è semplicemente confuso.
"Non che trovi piacevole esserlo" pensa Louis, deglutendo sonoramente, gli occhi che tendono a prolungarsi sempre più lontani, sempre più verso l'alto. Come se non volessero davvero vedere il prato costellato di rozze pietre e croci di fronte a loro.
"Come se volessero evadere da qualcosa che non vogliono conoscere. Non ne hanno alcun desiderio, Louis". La vocina è persistente, e se Louis pensava di aver iniziato ad odiarla, ora non ne è più tanto sicuro. Perché nonostante il poco tatto, e i modi piuttosto schietti, ha ragione. Gli rincresce ammetterlo, eppure ci sono momenti in cui bisogna ammettere la sconfitta.
E questo è uno di quei momenti.
"Tu non ne hai alcun desiderio". Una frase che Louis ha temuto di dover udire, e che è infine stata pronunciata. Una frase che già ora sa non lo abbandonerà per tutto il resto della cerimonia funebre. Sempre che finirà col parteciparvi, ovviamente.
Il cuore dolorante, Louis non crede riuscirà a trovare la forza di camminare; di spingere il proprio corpo in avanti e raggiungere quel buco fresco da poco scavato nella terra che, sa, di lì a poco verrà riempito.
"Perché sei qui?"
Una domanda che la voce avrebbe potuto fargli. Esatto, una domanda da vocina, ecco di che genere è quella che gli è appena stata posta. Una domanda da vocina che Louis vorrebbe poter evitare di dover rispondere.
Se fosse stata solamente nella sua testa, forse lo avrebbe fatto. Forse. Ma è stato qualcuno a porgliela. E ancor prima di voltarsi a incontrare quella chioma scura e quella mandibola pronunciata, Louis sa chi è quel qualcuno.
"Zayn" lo accoglie Louis, gettandogli una rapida occhiata da oltre la spalla. Perché, per qualche strano motivo, tutto d'un tratto non vuole che Zayn lo veda vacillare. Sarebbe come proclamare la propria arresa una volta atterrati fra le braccia del nemico.
Non che lui e Zayn siano nemici, per carità. Ma, per qualche tempo, sono stati in un certo qual modo rivali. Louis ne prende atto ora che la sua mente sembra essere stata disintossicata dalle immagini di un ragazzo dai capelli biondi; ora che sente di poter respirare per mezzo dei propri soli polmoni, niente occhi illeggibili o maschere d'ossigeno necessarie affinché avvenga il processo.
"Louis" risponde l'altro, le mani conficcate nelle tasche posteriori dei jeans. Louis sorride, ma il gesto non viene contraccambiato. Sta sudando. Grosse gocce di sudore hanno preso a scivolargli dall'attaccatura dei capelli alla base del collo fino alla schiena; e poi sempre più giù, fino alle natiche.
"Perché sei qui?"
"Déjà-vu" pensa Louis, inorridito. Anche se non è pienamente certo di che un evento possa considerarsi tale quando è avvenuto non più di un minuto fa.
Fa spallucce Louis, e solo ora si accorge di essere ruotato quasi interamente su se stesso. "Zayn è un magnete, ed io sono una fottuta calamita" pensa, rabbrividendo. La parola fottuta e l'idea di essere schiavo di qualcuno, ancora una volta, lo rendono particolarmente vulnerabile; suscettibile.
"Non certo perché Liam ha deciso di mostrare il suo lato selvaggio al resto del mondo dando il via ad una festa all'interno del campo santo, ti pare?"
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No Control
Fiksi Penggemar«Erano solo due ragazzi di diciotto anni coinvolti in qualcosa di più grande di loro; due ragazzi che, nel bene e nel male si davano amore; facevano l'amore. Ed erano i loro corpi sudati, le loro mani congiunte, i loro respiri affannati che spesso p...