Chapter 43

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{Warning! Questo capitolo contiene scene a sfondo sessuale esplicite fra due individui di sesso maschile; ora che vi ho avvisati, sento di poter continuare a vivere in pace}

"Che ne diresti di concentrarci su quest'ultimo, curly?". Louis è proteso sul corpo di Harry, e la sua attenzione viene improvvisamente catturata da quella porzione di orecchio lasciata scoperta dai capelli ripiegati indietro.

Lecca un paio di volte il lobo esposto dell'altro, stringendolo poi fra i denti, non abbastanza forte perché Harry possa urlare in preda al dolore, ma con così cura di attenzioni che il riccio si ritrova a trattenere un piccolo e nascituro gemito strozzato.

Harry non riesce a rispondere, immobile. Louis si ferma, per qualche secondo, e sembra intenzionato a non fare nient'altro. Harry vorrebbe allungare le mani verso il suo corpo, e cingergli i fianchi così da poterlo trascinare di poco più vicino a lui, ma il suo corpo è stato apparentemente sigillato all'interno di un grosso blocco di cemento.

Quando una generosa manciata di secondi è trascorsa senza che sul jet deserto si possa udire altro se non i loro respiri quasi trattenuti, come se rilasciarli rischiasse di essere etichettata come un'azione peccaminosa, Louis decide di procedere, torturando con sempre molta delicatezza il collo dell'altro, che piega la testa da un lato, così da lasciare terreno libero all'altro.

"Non so se sia così delicato per timore di farmi del male" pensa Harry, mentre una mano di Louis gli afferra con prepotenza il volto, torcendogli di qualche ulteriore grado il collo. Il riccio sussulta, colto alla sprovvista. "O se lo sta facendo solo per torturarmi" conclude poi; e a giudicare dalle ultime rapide azione di Louis, il suo cervello propende a pensare che la risposta corretta sia quest'ultima.

Le labbra di Louis lavorano voraci sul suo collo. Come ventose si attaccano alle sue pareti, ed Harry percepisce l'azione combinata delle sue labbra sottili e dei suoi denti appuntiti sulla pelle. Geme quando Louis preme con forza il proprio corpo a contatto col suo, accanendosi su una porzione particolare di pelle.

"Ti farò impazzire, Harry" pensa Louis, aprendo gli occhi quando sente un secondo gemito più acuto del primo fuoriuscire dalla bocca schiusa del riccio. Un lampo di terrore gli incendia lo sguardo, poi viene sostituito da un fuoco interamente inondato di passione.

"L-Louis" lo chiama Harry, riportando Louis alla realtà. Il minore alza lo sguardo, incontrando la mascella serrata di Harry, e pensando a quanto sarebbe delizioso lasciarvici sopra una costellazione di marchi violacei.

"Sì, curly?" domanda Louis, tenendo appositamente il tono di voce più basso di qualche ottava, facendola apparire così più roca di quanto non sia in realtà. Harry deglutisce rumorosamente, mentre il suo corpo all'erta reagisce inevitabilmente alla percezione della sempre più stretta vicinanza del ginocchio di Louis a quella zona del suo corpo piuttosto sensibile che, sfortunatamente, Harry si rende conto non essere in grado di controllare.

Scuote la testa, il riccio, confuso, gli occhi e la bocca spalancati. Si costringe a deglutire una seconda volta, prima di passarsi la lingua sulle labbra. Non sa cosa dire. "Non c'è niente che tu voglia dire, Harry; tu vuoi fare" gli ricorda la vocina, e suo malgrado Harry è costretto a darle ragione.

"Ti voglio" dice infine, suonando alle sue stesse orecchie troppo smanceroso. Non è così che dovrebbe comportarsi, non quando Louis ha chiaramente altre intenzioni ben più sporche a ronzargli in mente.

"Vuoi farti fottere, Harry?" domanda Louis, le labbra di poco aperte separate da un filo invisibile dal suo pomo d'Adamo. Le mani di Harry si serrano convulse sui braccioli del sedile sul quale è seduto.

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