Chapter 14

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{Warning! Questo capitolo contiene scene di sesso esplicite fra due individui di sesso maschile. So che questo angolo avvertimenti è alquanto ovvio, ma almeno vi ho avvertiti e posso stare in pace con me stessa}

*Harry's POV*

Dopo quella sera, Louis è restato a dormire da me per altri sei giorni; non se n'è mai andato, nemmeno per tornare a casa a prendere qualche vestito di ricambio, o un paio di boxer. Ha vissuto indossando i miei vestiti e la mia biancheria, e la cosa mi stava letteralmente facendo uscire di senno. Non che io sia una persona possessiva, sia ben chiaro: è solo che il suo profumo ormai era entrato negli indumenti, e nessun detergente, nessun detersivo miracolo da venticinque sterline a flacone avrebbe mai potuto rimuoverlo completamente.

Non avevamo avuto notizie di Jay, e mia madre si è astenuta dal darcele. Sapevo che si vedevano, regolarmente, tutti i giorni, probabilmente a casa dell'altra, ma nulla di più. Anne aveva accettato la presenza di Louis in casa nostra, invitandolo a rimanere "finché tu voglia restare". Certo, il mio cuore aveva iniziato a fare i salti di gioia al suono di tali parole, ma poi l'entusiasmo si era placato, per essere sostituito da un sentimento del tutto differente: ansia.

"Ti verranno attacchi, Harry, mentre lui è qui, e non potrai dirgli "mi è entrato un granello di polvere nel naso" perché Dio, nessuna persona sana di mente ci crederebbe" mi aveva ricordato la vocina, ed io ero inizialmente partito col piede di guerra, per poi finire col ritrovarmi a darle ragione. Vivere con Louis era bello, quanto di più simile ad un sogno potessi immaginare, ma era anche impossibile, se la cosa fosse durata per troppo tempo.

Non eravamo quasi mai usciti di casa, Louis era costantemente in modalità depressa. Ogni volta che mi mettevo sul divano, lui arrivava di soppiatto, e con un sorrisone da bambino il giorno del suo compleanno, mi si acciambellava attorno, fino ad azzerare la distanza fra noi. Più volte ci eravamo trovati entrambi con qualche ingombro fra i pantaloni, ma non c'era più stato niente, almeno, niente di quel genere. Non avevamo nemmeno parlato di quella sera, quando avevo messo Louis a dormire e avevo appena finito di raccogliere gli indumenti dal pavimento e di rivestirmi che ecco dalla porta fare capolino mia madre.

Avevo portato un dito davanti alle labbra, facendole segno di stare in silenzio. "Sta dormendo" le avevo detto poi, lanciando un'occhiata fulminea al piano di sopra, il petto invaso da un calore tutto nuovo.

E benché in quelle poche notti che Louis aveva trascorso insieme a me, nella mia umile dimora, avessimo continuato a dormire in stanze separate (io, sul divano; lui, nel mio letto), il solo pensiero del suo corpo caldo a pochi metri di distanza dal mio aveva tenuto lontano i miei incubi peggiori, facendomi fare i sogni più dolci e luminosi che la mia mente avesse mai visto.

~

"Ricordami perché mi ritrovo qui" dice Louis, le braccia strette al petto e lo sguardo ridotto altrove. "E soprattutto, ricordami perché ti rivolgo ancora la parola" continua poi, rivolgendomi uno sguardo munito di occhi ridotti in due fessure, il più minaccioso che abbia mai visto.

Di fronte a tale occhiata ammonitrice mi metto a ridacchiare, estraendo le chiavi dalla serratura d'accensione dell'auto, senza però accennare a scendere dal veicolo, le mani poggiate sulle ginocchia.

"Perché, caro il mio Louis" inizio, voltandomi con estenuante lentezza a guardarlo, gli occhi divertiti, beffardi. "Si da il caso che è da una settimana che alloggi abusivamente a casa mia, senza aver mai visto la luce del sole. Così ho pensato sarebbe stato carino proporti di accompagnarti fino a casa, cosicché tu potessi chiarire con tua madre, e tornare a vivere la tua vita normale. Ma tu hai rifiutato"

La mia è una constatazione, ma è anche la nuda e cruda verità, e Louis non può fare altro in sua difesa se non sbuffare, girando gli occhi nelle orbite, stringendo maggiormente le braccia oramai ancora a se stesso.

No ControlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora