Chapter 62

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Nadine gli aveva chiesto se, per caso, non volesse tornare con lei, da Ed, a Londra. "Solo per la notte. E domani mattina ti toccherà tornare in città da solo, penso" aveva detto la ragazza, grattandosi languida una spalla lasciata nuda dalla spallina flaccidamente calata. Harry suppose non se ne fosse nemmeno accorta, di quel pratico, stupido incidente che aveva così violentemente spossato l'intera immagine di lei che, prima, veniva così efficientemente dettata dal morbido vestito.

"Harry, smettila di divagare. Concentrati" lo aveva rimproverato la vocina, incanalandolo maternamente, tuttavia, nella direzione corretta. Quella che, senza il suo ausilio, solo fra migliaia di anni avrebbe capito di dover prendere.

Scosse la testa, i capelli madidi di sudore incollati alla faccia. "Ti dispiacerebbe portarmi a casa? Domani ho scuola, ed è già tardi, e-"

"Okay, ho capito" lo aveva interrotto Nadine, facendogli l'occhiolino ed elargendogli un complice sorriso, capendo benissimo quanto il riccio vertesse in condizioni psicologicamente articolate; o forse, più semplicemente, percependo quanto fosse ansioso, e impaurito, e spaesato. Impacciato.

"Grazie" aveva sussurrato Harry, non sapendo bene se quella semplice, arcana parola fosse rivolta a Nadi, intenta a guidare la sua auto verso casa, o a Lui, l'Altissimo: colui che, spinto da un moto di bonaria benevolenza, gli aveva fatto scoprire un paio di cose fino ad allora celate all'interno del suo corpo. La prima, era che fosse stanco. Da morire; la seconda, forse più importante, era che scappare da Louis sarebbe stato un errore. Fatale, probabilmente; sbagliato in qualunque casistica si fosse presentato.

"Se hai bisogno, non esitare a chiamarmi". Erano state quelle le parole con le quali lo aveva congedato Nadine, la quale, subito dopo che Harry fu sceso dalla vettura, ripartì a folle velocità in direzione dell'asfalto.

"Louis non lo avrebbe fatto" aveva pensato Harry guardandola allontanarsi, tristemente malinconico. "Avrebbe aspettato di vedere la luce di camera mia accendersi una volta dopo che fossi entrato in casa, così da avere l'assoluta certezza che fossi al sicuro"

Ma Louis non c'era: era stato lui stesso, poche ore prima, ad allontanarlo. E fu in quel momento che Harry decise che non se lo sarebbe lasciato sfuggire tra le dita come sabbia data in pasto al vento. Avrebbe lottato, per quanto fosse stato necessario. E l'indomani, se lo sarebbe ripreso.

~

Forse è stata propria quella promessa fatta a se stesso, a Louis, sebbene indirettamente, e a loro come coppia, come compagni, a spingere le emozioni di Harry a convergere in uno stato di profondo, radicato nervosismo.

Forse, pensa il riccio, è per questo che non riesce a smettere di camminare, formando con i propri passi una forma geometrica che sospetta essere simile a un quadrato. Per un istante soltanto pensa che, se solo riuscisse a trovare una cartina riportante l'isolato che si sta così ostinatamente ostinando a ripercorrere, in lungo e in largo, saprebbe esattamente di che figura si tratta: se di un rombo, o di un rettangolo, o di una miscela dei due saldati insieme.

Sta cercando il coraggio di entrare a scuola, eppure gli sembra impossibile pensare anche solo di trovarlo. Qualcosa lo frena, ogni qualvolta vede le imponenti porte dell'edificio stagliarglisi di fronte. Harry pensa che, con ogni evenienza, dovrebbe chiamare Nadine, e chiederle di venirlo a prendere. Di portarlo a Londra, e di consentirgli di vivere insieme a lei o Ed, almeno per un po'.

Una vocina lo deride, sinceramente colpita dall'immane dose di codardia che sembra aver preso possesso del suo corpo. "O forse c'è sempre stata, ma non è mai venuta allo scoperto" pensa Harry, mordendosi nervosamente il labbro inferiore.

Louis non è ancora entrato. O almeno, Harry non lo ha visto, entrare. Ma probabilmente lo ha già fatto, e ora come ora si troverà seduto fra i banchi di scuola, chiedendosi forse cosa mai debba essergli saltato in testa per dirgli quello che, ieri sera, in preda a paura e follia, gli ha detto: ovvero che Nadine è la sua ragazza. E che, lasciandolo scritto fra le righe, lui e lei hanno scopato, in un giorno non ben definito della sua triste vita.

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