{Warning! Questo capitolo contiene scene a sfondo sessuale fra due individui di sesso maschile; ora che vi ho avvisati, posso continuare a vivere in pace}
*Louis' POV*
La ruota panoramica è ormai stata messa in funzione, ed io non vedo nessuna via di scampo. Non che ne usufruirei comunque, intendiamoci: fuggire di fronte agli occhi divertiti di Harry costituirebbe un trauma; vederli spegnersi dopo che, con non troppa morbidezza, gli ho negato la mia presenza, ancor peggio.
Lancio un'occhiata sbieca ad Harry, bell'e accomodato su una delle due fili di sedili. Passandomi una mano sul viso, sperando di non ritrovarmi a sudare freddo, mi lascio cadere sulla fila opposta, cercando in ogni modo di evitare il suo sguardo. "Ormai siamo partiti. Senti? Dio, moriremo tutti" sussurro a corto di fiato, gli occhi inondati dal terrore.
Non so bene a quanti metri ci troviamo da terra; tutto ciò che riesco a capire è che la terra si sta allontanando sempre più dal mio corpo, e questo, signore e signori, costituisce un grosso fattore d'ansia per il sottoscritto. Non ho mai sopportato l'altezza, nemmeno quando si trattava di dover salire su una scala a pioli per raggiungere il pallone finito accidentalmente sul tetto. "Ecco perché non ho mai preso l'aereo" penso, senza trovare il coraggio di vergognarmi di me stesso.
Per qualche minuto non penso a niente, solo al vuoto sempre più grande che sta andando a crearsi fra me e il terreno sottostante. Un fruscio proveniente dalla mia destra mi riscuote dal mio torpore, e d'istinto giro il collo, languidamente.
Harry si è alzato, e cammina verso di me, una strana luce negli occhi ed uno strano sorriso sulle labbra. "Ora mi uccide" penso prima che la voce accorra a rimproverarmi, chiedendomi se stronzate del genere mi applico per pensarle, o se al contrario nascono in totale autonomia.
Le mani di Harry vanno ad arpionarsi ai lati della mia testa, il suo busto si sporge in avanti, e la sua faccia dista qualche centimetro dalla mia. Corrugo la fronte, confuso, ma le parole mi si seccano in gola quando le sue labbra sfiorano le mie.
"Io dico che potremmo divertirci" sussurra Harry, accompagnando la frase già di per sé ambigua leccandosi il labbro inferiore, facendo smuovere qualcosa di mia stretta proprietà là sotto.
"Ho intenzione di renderti questo momento quanto più piacevole possibile, Lou". Prosegue, imperterrito, e trovo difficile pensare che non possa accorgersi dei tremori improvvisi che stanno scuotendo il mio corpo. Chiudo gli occhi, mordendomi il labbro, cercando di calmarmi. Quando li riapro i brividi sono scomparsi, ma il mio cuore sta continuando a galoppare.
"Harry, tu sei davvero pazzo" dico, ironico, cercando di smorzare la tensione sessuale andatasi a creare fra noi. "Voglio dire, per quanto l'idea possa essere allettante, non si può. Sì, insomma, è fuori discussione" concludo, categorico, scuotendo la testa, risoluto.
Harry ridacchia, il suo mento viene premuto contro il suo petto e la vista dei suoi occhi mi viene negata per qualche secondo. Poi eccoli di nuovo lì, puntati nei miei, così profondi e intensi da farmi desiderare di annegarvici dentro. "Non mi sembra il momento di cimentarsi nella poesia, Louis" mi rimbrotta la vocina, e questa volta sto attento a seguire il suo suggerimento.
"È strano, sai, Louis?" inizia Harry, gli occhi percorsi da un lampo di malizia. "Intendo dire, ho semplicemente detto che ti avrei reso il giro sulla ruota panoramica piacevole, e tu, immediatamente, hai pensato che stessi parlando di sesso. È buffo come tu non abbia pensato ad una partita a poker, o, forse, ad una dolce, simpatica serenata. Chissà cosa ti ha fatto pensare che intendessi proprio quello"
Inarco un sopracciglio, scettico. "Già, Harry" inizio, guardandolo dritto negli occhi senza che nessuna traccia di imbarazzo faccia capolino dalle mie guance. "Chissà cosa me lo ha fatto pensare" rispondo poi, le braccia incrociate al petto, lanciando un'occhiata torva e alquanto allusiva al rigonfiamento ben visibile nei suoi pantaloni.
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No Control
Fanfiction«Erano solo due ragazzi di diciotto anni coinvolti in qualcosa di più grande di loro; due ragazzi che, nel bene e nel male si davano amore; facevano l'amore. Ed erano i loro corpi sudati, le loro mani congiunte, i loro respiri affannati che spesso p...