*Harry's POV*
"Allora, cosa dovevi spiegarmi?" chiede Louis dopo aver aperto le portiere della sua auto, lasciandoci così il permesso di scivolare al suo interno.
"Le auto sono arrivate e-"
"Le auto?" domanda interrompendomi, un sopracciglio inarcato. "Non doveva essere una sola?"
Annuisco svelto, allacciandomi nel frattempo la cintura di sicurezza. "A quanto pare mio padre ha deciso di inviarle entrambe. Non ne ho idea, Louis, francamente. So solo che ambedue sono qui". Faccio spallucce, e lui mi imita un istante più tardi, in risposta.
"Comunque dicevo" riprendo, guardandolo torvo, aspettandomi un'altra sua interruzione da qualche parte. "L'agenzia americana che ha spedito le vetture ha mandato con loro anche due uomini; si occuperanno loro di portare a casa le auto. Noi dovremmo solo assicurarci che ci sia qualcuno a casa mia ad aspettarle"
Louis annuisce mentre mette in moto il motore, le chiavi inserite nella serratura d'accensione. "Dove dobbiamo incontrarli?" domanda poi, pratico, mentre controlla nello specchietto retrovisore che nessun'auto stia passando dietro di noi proprio quando sta facendo retromarcia.
"Fra due ore, davanti ai cancelli del Gate quattro". Controllo il mio specchietto e gli mostro il pollice in risposta. Via libera.
"Tradotto in termini di orario "fra due ore" sarebbe?"
"Alle tre del pomeriggio, Louis". Ridacchio sotto i baffi, e lui sembra accorgersene. Contrae il viso in una smorfia buffa, e le mie risate si intensificano ancor più. Anche lui sembra essere divertito, ma cerca di trattenersi dallo spanciarsi dalle risate proprio ora che è alla guida.
"Dunque fino ad allora che si fa?" domanda poi, fermo ad un segnale di stop che ci condurrà nuovamente fuori dall'aeroporto per portarci al centro cittadino.
"Non saprei; non sono mai stato a Londra prima d'ora, per cui...". Mi gratto il capo, pensieroso. Gli unici posti che mi vengono in mente sono quelli che so per certo essere il must delle guide per turisti, ma sembreremmo una coppietta di coniugi sposati da vent'anni; e noi non siamo una coppia, figuriamoci se si parla di matrimonio!
"So io dove andare" risponde Louis ammiccandomi. "Avrai fame, suppongo" aggiunge poi, dandomi un indizio sul dove ha intenzione di portarmi.
"Ecco, sì. Forse" commento massaggiandomi lo stomaco, dando voce alle sue più sentite richieste.
Louis ridacchia, divertito. "Perfetto allora". Quando si immette sulla strada, ho il piacere di constatare che per la prima volta da quando lo ho incontrato sta rispettando i limiti di velocità. "Forse sarà un viaggio tranquillo" penso. "Almeno sotto quel punto di vista"
Un buon quarto d'ora di viaggio passa in religioso silenzio, mentre io me ne sto attaccato al finestrino, le mani premute ai lati del vetro e gli occhi sgranati. Più volte ho visto passanti per strada indicarmi divertiti, ma non vi ho dato un granché peso. Londra è così bella. È così...
"Che c'è di così tanto interessante lì fuori, Harry?"
Mi volto di scatto verso il proprietario di quella voce, arrossendo e schiarendomi la voce, cercando una spiegazione logica da darmi di fronte a così tanto interesse. "Il problema è che non c'è una spiegazione logica" mi ricorda la vocina alla quale annuisco, piano, abbastanza da non farmi notare.
"Oh, beh, tutto. Cioè volevo dire...". Mi tormento le mani, un labbro stretto fra i denti. "Cosa volevo dire?" penso, ma nessuna risposta sembra voler arrivare.
Louis ridacchia divertito, gli occhi fissi sulla strada si spostano sul mio profilo, e il suo sguardo scotta. "Non più di quanto scottasse ieri sera". Devo reprimere il pensiero, se non voglio trovarmi con un'erezione imbarazzante proprio ora che sono chiuso in macchina con lui.
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No Control
Fanfiction«Erano solo due ragazzi di diciotto anni coinvolti in qualcosa di più grande di loro; due ragazzi che, nel bene e nel male si davano amore; facevano l'amore. Ed erano i loro corpi sudati, le loro mani congiunte, i loro respiri affannati che spesso p...