*Harry's POV*
Dopo essere venuto, ancora imbrattato di sperma, ho chiuso gli occhi, sorridente, felice, completamente appagato. Era da tempo che non mi sentivo così al sicuro e così circondato d'affetto, nonostante a tutti gli effetti, nella mia stanza, fossi solo.
Il petto si abbassava e alzava velocemente, le mani abbandonate lungo i fianchi, la presa sul lenzuolo sempre più allentata fino a scomparire del tutto.
Erano ormai da cinque minuti che né io né Louis proferivamo parola, e per un attimo temetti avesse davvero riattaccato. "O forse si sta aiutando a sfogare i propri istinti primordiali, proprio come ti ha aiutato a sfogare i tuoi" ha suggerito la vocina, divertita, e le nostre risate congiunte non erano poi così male come avevo temuto sarebbero state.
"Devo pulirmi" ho pensato, gli occhi ancora chiusi, il labbro inferiore stretto fra i denti, come se il piacere non mi avesse ancora abbandonato; e, di fatto, erano proprio così che stavano le cose. Sentivo che il formicolio al basso ventre non se ne sarebbe mai andato, non finché Louis fosse stato al mio fianco, anche solo verbalmente.
Quando ho pensato di alzarmi, il mio corpo si è come fatto di piombo, e mi è risultato impossibile alzarmi dal letto; mi è risultato impossibile perfino allungare la mano fino a raggiungere boxer e pantaloni, giusto per darmi una sistematina nel caso mia madre fosse arrivata, incuriosita da potenziali rumori molesti, o dal silenzio tombale che regnava per casa.
"Harry?". La voce di Louis mi ha fatto sobbalzare, e non letteralmente: solo il cuore ha compiuto un piccolo saltello a piedi uniti nel petto, e una lieve fitta di dolore ha minacciato di espandersi in ogni dove. "Ci- ci sei ancora?" ha chiesto Louis, la voce spezzata, come se fosse lui, ora, a darsi piacere.
"Sì, Louis; sono qui. Vuoi che ti dia una mano?" ho poi proposto, malizioso, sentendo l'altro sussultare sorpreso dall'altro lato della linea. Me lo immaginavo con gli occhi accesi dalla voglia, le guance arrossate ed una mano infilata nelle mutande.
"Mi piacerebbe ma, sai com'è" ha iniziato lui, annoiato. No, non annoiato. Dispiaciuto, quasi sull'orlo della disperazione più totale. "Mia sorella è al piano di sotto e, beh, fra poco piomberà qui in camera a chiedermi che fine ho fatto, e allora-"
"Capisco" ho detto, interrompendolo, volendogli risparmiare la fatica di spiegarmi l'impossibilità di concedersi un lavoretto di mano con la propria sorellina di nemmeno dieci anni a meno di cento metri di distanza.
Louis aveva già corso un rischio, aiutandomi a dare pace al mio amico lì sotto, ed aveva rischiato grosso. Le guance hanno assunto una delicata sfumatura rossastra a quel solo pensiero perché, beh, mi sentivo quasi lusingato. Fra tutte le persone che avrebbe potuto aiutare, aveva scelto me. "Harry" aveva iniziato la vocina con quel suo melodrammatico tono da rimprovero. "Stai parlando di lui come se fosse un gigolò". Non aveva tutti i torti, e quando ho alzato il viso, incontrando il mio sosia riflesso nello specchio, ho notato come le gote fossero passate da un rossastro appena accentuato ad un rosso tramonto sull'oceano da far invidia a qualunque pittore rinascimentale o di qualsivoglia periodo fosse stato.
Louis aveva tossicchiato, imbarazzato, forse incapace di trovare niente da dire in quel momento. Si era limitato a starsene in silenzio, imbarazzato, aspettando che fossi io a trovare qualcosa di consono (sempre ammesso che potesse esserci in un momento simile) di cui parlare.
"Uhm, forse non è il caso di chiedertelo proprio ora, ma...". Alcune frasi sporche con cui continuare il mio discorso mi erano apparse come lampi nella mente, eppure mi ero ritrovato ad accantonarle, consapevole del fatto che probabilmente (e stranamente) Louis si sarebbe sentito a disagio. "...prima che... sì, insomma, prima che mi aiutassi a dare pace ai miei spiriti bollenti" ho continuato, fiero di come fossi riuscito ad aggirare quel punto saliente del discorso che stavo faticando per compiere.
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No Control
Fanfiction«Erano solo due ragazzi di diciotto anni coinvolti in qualcosa di più grande di loro; due ragazzi che, nel bene e nel male si davano amore; facevano l'amore. Ed erano i loro corpi sudati, le loro mani congiunte, i loro respiri affannati che spesso p...