Chapter 28

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*Harry's POV*

Sentire il respiro di Louis venire emesso con rilassante regolarità, sincronizzato al mio, è la cosa più appagante che questo Natale potesse regalarmi. Inspiro profondamente, il battito cardiaco ancora accelerato dopo quello che è appena successo.

Mi è mancato; e quella che sto dicendo è una verità così semplice da togliermi il fiato. Non pensavo si potesse avvertire la mancanza di una persona quando si è distanti, sarò sincero, ma con Louis avevo iniziato a percepirla. Eppure mi ero detto che quello fosse solo un momento, e che probabilmente ero io, ad essere caduto sull'orlo della follia.

Poi però lo ho visto. Dapprima non ho avvertito nulla, sapete; che poi anche dire nulla risulta riduttivo. La mancanza sembrava non esserci mai stata, sembrava essere evaporata, così, da un momento all'altro. Tutto quello che riuscivo a sentire era il cuore battere forte, emozionato. Gli occhi lucidi, sempre più lucidi, proprio come li sono ancora adesso.

Solo da poco però ho percepito quel tipo di emozione, ed anche se ci provassi, non saprei darle un nome. Il vano lasciato vuoto dalla fuggente mancanza si è riempito tutto d'un colpo, senza preavviso, dandomi una sensazione di completezza che mai in vita mia mi era capitato di provare. Come se tutto fosse tornato al proprio posto, e nessun pezzo del mio corpo fosse più in giro, perso chissà dove.

Scuoto la testa, consapevole che tutti questi pensieri non mi porteranno da nessuna parte; o, per meglio dire, mi porteranno troppo lontano. "Stavo pensando" inizio, percependo la testa di Louis, volta verso il soffitto, girarsi a guardarmi, facendo attrito contro la mia spalla.

"Pensavo che fino ad oggi ho fatto sesso con un minorenne. Il che è, voglio dire, figo- cioè no, non figo, è scandaloso" mi correggo, passandomi una mano sul volto, ridacchiando sommessamente.

Un pugno colpisce in pieno la mia clavicola, facendomi lanciare un urletto di dolore, mentre Louis si solleva, la lunga felpa ancora indosso, i pantaloni... beh, quelli sono definitivamente finiti sul pavimento.

"Fottiti, Harry" risponde, acido, allungandosi oltre il bordo per cercare di afferrare l'indumento.

Mi alzo, e in pochi secondi lo raggiungo, arpionando le sue spalle con le mie mani, la mia bocca languida a contatto col suo collo. "Fottimi tu" sussurro, sentendo la sua pelle accapponarsi sotto le mie labbra, sorridendo al pensiero degli effetti che riesco ad avere su di lui.

"Pensavo avessimo già dato, per oggi" ribatte lui, spavaldo, scrollandomi di dosso e tornando a fronteggiarmi. Il suo amico lì in basso tradisce le sue parole, con le quali voleva apparentemente farmi intendere di averne avuto abbastanza.

Quando i suoi occhi si posano sul punto sul quale il mio sguardo è andato a concentrarsi, le sue guance assumono una delicata sfumatura rossastra, mentre con le mani afferra il lenzuolo, affrettandosi a coprirsi.

Ridacchio di fronte a tanto immotivato pudore, sporgendomi in avanti, così da potergli depositare un bacio su una tempia. "Non dovresti farlo, Harry. Queste sono azioni che non dovrebbero essere dedicate a chi, come Louis, è solo una sco-". Interrompo la voce prima che possa finire di parlare. Perché Louis, cascasse il mondo, non è mai stato "solo una scopata".

"Comunque, pensavo che potremmo anche ricascarci... sai, potrebbe essere il mio regalo di Natale per te...". La voce di Louis è così roca e sensuale che la mia erezione non tarda a farsi vedere, di nuovo.

"Lou-Louis" balbetto, deglutendo, il respiro pesante mentre la mano del più piccolo torna a farsi strada verso di me. "Non possiamo. Voglio dire, io- dovrei andare"

Un paio di occhi azzurri scrutano nei miei verdi, confusi. "Ancora una volta penserà che sto scappando. Fantastico" penso, affrettandomi ad agitare la braccia davanti al petto, in segno di diniego.

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