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Inutile dire che piansi per tutta la durata del viaggio. Credevo che l'avrei passato a raccontare di tutto quello che era accaduto con Taehyung, dalle sue provocazioni, da Jimin, dal primo bacio al lago e alla nostra prima volta, ma ogni volta che entrambi provavamo ad accennare ad una conversazione, uno dei due scoppiava a piangere e quindi finivamo entrambi per farlo.

Non riuscì a pronunciare Taehyung senza sentire un groppo alla gola e mentre Hoseok si era addormentato per la stanchezza di tutte quelle lacrime, io mi abbracciavo il corpo da solo, sperando che la sensazione della pesantezza dei gesti di Taehyung potessero allievarsi per farmi meno male. Ma il mio corpo soffriva quel freddo distacco e riconosceva che le braccia erano le mie e non quelle dell'uomo che amo. 

Passai così un terrificante, lungo e interminabile viaggio e quando atterrammo, le mie gambe erano così molli per la stanchezza che a stento mi reggevo in piedi. 

Quando arrivai a casa accompagnato da Hoseok, detti colpa al fatto che non avevo riposato bene per non destar sospetti ai miei genitori che mi vedano tornare con occhi gonfi e stanchi da una vacanza che avevo detto loro che sarebbe stata fantastica. Hoseok mi aiutò nella farsa, consigliandomi di riposare, ma quando gli chiesi di rimanere con me quella sera, accettò di buon grado ed entrambi, ci addormentammo abbracciati per poter colmare almeno in parte alle mancanze l'uno dell'altro. 


Dopo essere tornato dall'Italia, passai un po' di tempo a osservare la mia città, trovando a mia sorpresa, molte più critiche di quanto mi immaginassi.

Seoul mi sembrava ora una città completamente differente. Mi sembrava principalmente una città che in confronto alle bellezze italiane che avevo visto, non poteva nemmeno competerci. Mi sembrava poi così buia, spenta, grigia...Tutti avevano le stesse facce e ricoprivano tutti gli stessi standard di bellezza. Tutti erano di fretta, mentre io avrei voluto fermare il mondo ancora un po' o al contrario, farlo accelerare e farmi ritrovare pronto a partire per l'Italia il giorno dopo per rivedere Taehyung.

Ma sapevo che più avrei avuto fretta, meno il tempo mi avrebbe aiutato.

Cercai così lavoro, speranzoso che un giorno sarei potuto tornare in quella meravigliosa città, creare altri bellissimi ricordi nella casa vacanza di Hoseok, del poter rivedere ancora il viso di Taehyung, di riassaporare la sensazione delle sue labbra sulle mie, dei nostri corpi nudi stretti in un abbraccio, delle cicale rumorose fuori, del caldo soffocante e dell'acqua scintillante della piscina. Ma i soldi, non erano mai abbastanza per tutti i miei piani e spesso, mi ritrovai in mezzo a degli imprevisti mentre un inverno dopo l'altro passava e sembrava tenermi distante dal dolce ricordo di quella casa in Italia.

L'unico modo che avevo di ricordare era di disegnare. Disegnai il volto di Taehyung più volto, imprigionando nella mia testa ogni suo lineamento anche a distanza di mesi. Disegnai poi i luoghi in cui stetti con lui e poi disegnai anche Yoongi. Alcuni disegni glieli diedi a Hoseok e diedi anche quello in cui avevo disegnato loro due in acqua. Per la prima volta lo vidi sorridere sinceramente.

La scuola iniziava ad essere così pesante che dovetti mollare il lavoro, Hoseok stesso non riuscì a ritornare in Italia a causa dei suoi studi e del lavoro che lo tenevano molto impegnato, dato che divenne un importante imprenditore, seguendo un po' le orme dei suoi genitori. 

Io e Taehyung nei primi mesi, ci scrivemmo delle lunghe lettere, raccontandoci di quello che stavamo facendo e delle nostre vite, ma pian piano vennero meno. 

Sapevamo entrambi che delle lettere non avrebbero riconciliato il freddo che sentivamo durante la notte, non avrebbero abbracciato i nostri cuori e che nonostante la sua scrittura mi facesse battere il cuore, non era lo stesso dell'averlo qua con me. Non era la stessa cosa condividerci emozioni, sentimenti, vicende se non potevamo guardarci negli occhi. 

Eppure ogni giorno che passava, ad ogni stagione, sentivo che lui come me, era circondato da una forte solitudine, che col tempo mi fece pensare di doverci dare un taglio. Provai ad andare avanti con la mia vita, provai a conoscere nuove persone, ad affezionarmi magari all'altro sesso perché gli anni passavano e i miei genitori, iniziavano ad insistere sull'argomento.

Ma non ci riuscì.

Ogni volto che guardavo, ogni particolare, lo associavo a un solo nome.

Ogni frase, parola, ogni gesto, lo paragonavo al suo. 

Ad ogni uscita, ad ogni volta che ci provavo davvero, finivo col tornare a casa a rimuginare sui bei ricordi con Taehyung osservando i disegni che avevo fatto su di lui e al chiedermi perché dovessi essere tanto sfortunato in amore ogni volta.

Mi chiesi spesso come stesse, cosa facesse, se la sua promessa fattami con gli occhi allora sul ricongiungerci un giorno, valesse ancora per lui. Se anche lui, mi stesse pensando. Se anche lui, indossasse ancora la mia maglietta come io facevo con la sua. Se avesse visto i miei disegni e se li tenesse ancora stretti come un lontano ricordo.

Se anche lui, aveva messo un lucchetto attorno al cuore di cui solo noi due, potevamo avere la chiave per aprire a vicenda.

Eppure il tempo passava. I giorni diventarono mesi, mesi stagioni, stagioni anni e io, crebbi.

Diventai adulto e finì la scuola. Diventai più responsabile, diventai un grande lavoratore, tanto che decisi di iscrivermi ad una università con i miei risparmi, giusto per non pesare sulle tasche dei miei genitori e per garantire a me stesso un futuro migliore del loro, per aiutargli come avevano fatto con me. 

L'amicizia tra me e Hoseok divenne salda e tra le varie conoscenze che ebbi modo di avere nel corso degli anni, lui era una pietra fissa che non avrei mai voluto spostare. Non gli chiesi mai di Yoongi, come lui non mi chiese mai di Taehyung, ma sapevo che come me, ancora piangeva sul suo primo amore avuto in quella calda estate in Italia che aveva scosso ad entrambi i cuori in egual misura. 

Ma poi, arrivò quel giorno di cui ormai avevo perso le speranze, tanto tardò ad arrivare.


«Jungkook» mi chiamò Hoseok, mentre stavo uscendo dall'università. 

«Hobi! Sei venuto a prendermi eh?» chiesi sorridendogli felice di vederlo.

«Questa estate hai da fare?» chiede e io lo guardo inclinando il capo, un poco perplesso dalla domanda.

«Mh...No, ho dato tutti gli esami, quindi sono libero. Perché?»


«Ho prenotato due biglietti per Bergamo»     

4 a.m | TAEKOOKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora