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«Ehi, Jungkook che succede?»

Hoseok appena mi vede arrivare di fretta e furia, cerca di avvicinarsi per chiedermi come sto. Ma onestamente, al momento, preferirei solo che non  mi guardasse nessuno, che nessuno mi facesse domande e che tutti mi lasciassero in pace rinchiuso nella mia camera.

Così salgo dopo essermi scostato dalla presa di Hoseok e mi rifugio nell'unico posto che reputo sicuro di tutta questa casa, ovvero camera mia. Mi butto sul letto a pancia in giù e infilo la faccia nel cuscino, sperando che potesse in qualche modo soffocarmi o il caldo o direttamente il tessuto.

Credo di essere maledetto, o qualcosa del genere.

Forse non sono destinato ad essere amato o a trovare l'amore. O a trovare una persona che sappia, che cosa significhi amare. O trovare qualcuno che semplicemente, non mi prenda in giro.

Mi metto su in fianco e mi accorgo solamente ora dei nuvoloni che si aggirano intorno, dando sintomo di una tempesta in arrivo. Dico tempesta perché col caldo che c'è stato fino ad ora, sicuramente farà danni. Seguo le nuvole con lo sguardo e le vede viaggiare veloci, mentre i raggi del sole vengono oscurati e lasciano spazio ad un grigiore scuro. 

Forse è per questo che Hoseok era già vestito. 

Beh, che importa. A me no sicuramente. Però se piove, significa che saranno tutti dentro a casa. E non solo dovrò subirmi Yoongi e Hoseok fare la coppietta, ma anche Taehyung col broncio, perché il suo Yoongi non è effettivamente suo. Però posso sempre stare qua in camera a disegnare, anche se non ho molta voglia...E poi sicuramente uno dei tre verrà a cercarmi, anzi, uno dei due. Yoongi non è tipo da preoccuparsi di gente che non conosce.

Sospirante mi alzo a sedere, asciugando le lacrime e soffio il naso con un pezzo di stoffa che ritrovo nel comodino accanto al letto. Però forse disegnare mi aiuterà per un po' almeno a scacciare tutti questi dannati pensieri. Potrei anche scendere giù a prendere qualche libro e leggere, acculturarmi, crescere improvvisamente così da diventare intelligente e poter capire la prossima volta in anticipo chi si vuole prender gioco dei miei sentimenti per poter stroncare sul nascere una eventuale conoscenza. 

Opto però su quello che so fare meglio, cioè disegnare e così prendo i miei attrezzi e mi metto fuori, sedendomi sulla sedia. Inizio quindi ad osservare il tempo e i lampi che ogni tanto si increspano tra le nuvole mi affascinano, tanto da trovare il soggetto del disegno. Nonostante il forte vento, riesco comunque a trovare della pace in quel cielo che si spegne poco a poco. Empatizzo nel guardare il tempo e la sua rabbia, il suo buio e la forza con cui desidera da un momento all'altro spaccare qualcosa, come a voler placare la sua furia. 

Rimango così catturato dal mio lavoro e dai miei pensieri, da non rendermi conto della presenza di Taehyung alle mie spalle.

«Disegni?» chiede, facendomi sobbalzare per lo spavento.

«Evidentemente, è quello che faccio» dico poi freddo, dopo essermi ricomposto. 

«E' bello» mormora osservando il mio disegno sul foglio.

«Ogni soggetto dei miei disegni lo è» rispondo un poco altezzoso, assorto nei movimenti della mia matita.

«Quindi mi trovi bello, dato che mi hai disegnato quella notte?» 

La sua domanda mi blocca per un attimo. Evidentemente ha trovato uno dei miei disegni su di lui sulla scrivania in camera...Devo averlo lasciato lì dalla notte in cui siamo andati insieme al laghetto. 

«Si, sei un bel ragazzo e chi direbbe il contrario è solo uno che non ci vede dieci decimi. Che cosa sei venuto a fare, Taehyung?» chiedo un poco spazientito, riprendendo poi a disegnare.

«A parlare»

«Beh, notizia flash: non ho voglia di parlare. Per questo disegno. Pensavo fosse chiaro il messaggio» il mio tono è cosi acido, da darmi il voltastomaco a me stesso.

Taehyung in risposta, mi prende agilmente la matita dalla mano, facendo in modo da alzare lo sguardo inseguendo la matita, l'oggetto del mio desiderio, ma capito nei suoi occhi e ora, ha la mia attenzione. Si pone sul cornicione del balcone, in posizione comoda. La sua pelle un poco abbronzata, sembra riflettere in questo grigiore, e il biondo dei suoi capelli, sembra ora l'aureola di un piccolo angelo.

Dio, quanto vorrei smetterla di pensare a quanto è bello questo ragazzo.

«Ora parliamo?» chiede guardandomi con un sorriso che da una parte odio, ma che dall'altra, mi scioglie dentro.

«Tae, non mi va di parlare...Dico davvero» dico riabbassando lo sguardo, giù di morale. 

«Ti chiedo scusa. Sono stato troppo affrettato nel dirti di Jimin...Non avrei dovuto dirtelo, alla fine si tratta del passato» dice, andando dritto al punto della conversazione.

«No, hai fatto...Bene a dirmelo. Chissà se mai me lo avrebbe detto o se...Si sarebbe approfittato di me. Chi non ha teme il proprio passato, ne parla tranquillamente, sai, per avere la coscienza apposto» spiego giocando con le mie mani. 

«La verità è che si: ero arrabbiato perché non mi avevi detto nulla su Yoongi e Hoseok. Volevo ferirti come tu hai ferito me, ma allo stesso tempo, credimi se ti dico che l'ho fatto perché ci tengo a te» dice giocando con la matita tra le mani.

«Hai appena detto che volevi ferirmi, come puoi tenere a me? Non ti sembra un po' contraddittorio?» lo guardo.

«Ci tengo a te perché...Sei un bravo ragazzo e non meriti quel tipo di persone»

«Taehyung...» pronuncio il suo nome, mantenendo una pausa. «Tu eri innamorato di Jimin?» gli chiedo sinceramente, un po' all'improvviso e lo noto dalla sua espressione che si stupisce di quella domanda, ingrandendo gli occhi e inarcando le sopracciglia. Quando però capisce di non dover stare sugli attenti nel vedere forse i miei occhi spenti, sospira appena. 

«Si. Lo ero. O almeno credevo di esserlo...Volevo davvero dimenticare Yoongi, perché mi rendevo conto che non era sano essere morbosamente geloso di ogni persona che gli ronzava in giro. E' il mio dannato migliore amico, io voglio il meglio per lui. Ho conosciuto Jimin ad una festa dell'università. Ci ha subito provato con me, lo abbiamo fatto quella stessa sera. Ci siamo incontrati, ci siamo conosciuti e ho scoperto che frequentava la mia stessa università e poi, quando iniziavo a provare qualcosa per lui, l'ho visto baciarsi con un altro proprio nel giorno stesso in cui speravo di potermi confessare. E sai, ha fatto male» dice sorridendomi amaramente. «Ma ho sbagliato anche io. Avevo disperatamente bisogno di qualcuno che mi facesse dimenticare il mio migliore amico e mi sono buttato troppo ingenuamente tra le braccia di una persona che non conoscevo davvero» spiega. Rimango con lo sguardo fisso sul mio disegno.

«Sei un bravo ragazzo e ho avuto modo di constatarlo, stando ventiquattro ore insieme a te in questa casa. Meriti di più, meriti davvero di trovare l'amore che desideri e non delle persone sciatte, che cercano solo di divertirsi. Per questo ho fatto quello che ho fatto» spiega, scendendo dal cornicione venendomi incontro per arruffarmi i capelli in modo amichevole. 

Le parole di Taehyung riecheggiano nelle pareti del mio cuore, che non credevo così tanto grandi, come il fulmine che proprio ora, tuona rimbombando facendo tremare le finestre della casa. 



4 a.m | TAEKOOKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora