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E' passato ormai un anno da quando Taehyung e Yoongi sono ritornati in Corea ed è passato solamente un mese da quando siamo finalmente riusciti ad andare a vivere insieme.

Si perché a volte i piani non vanno sempre come ce li imponiamo ed effettivamente, quel "devi avere pazienza" che mi disse all'aeroporto non pensavo che si sarebbe addirittura prolungato ad un anno. 

Taehyung voleva dapprima accertarsi di trovare lavoro e acconsentii pensando che avrei fatto lo stesso sia perché era ormai giunta l'ora di fare qualcosa della mia vita, sia per poter contribuire con i soldi per accelerare quanto prima i tempi del trasloco e fui molto felice di trovare un impiego che potesse consentirmi una buona paga.

Entrambi lavorammo sodo e ciò non ci permise di frequentarci molto, anche se la paura di perderci, ci portava a vederci anche di tarda notte solo per poter stare un poco insieme...Taehyung mi raccontava di essere piuttosto soddisfatto del suo lavoro. Alla fine era normale, aveva studiato gran parte della sua vita per quello, mentre io...Beh, non nascondevo una certa svogliatezza nel dover andare al mio di lavoro. Non era quello che volevo fare, ma pensai che tenere duro avrebbe portato i suoi frutti. 

E così è stato. Nonostante sia passato molto tempo per arrivare al traguardo, sono felice che sia io che Taehyung ci siamo impegnati a fare le cose con il giusto tempo.

Probabilmente se fossimo subito andati a vivere insieme subito, temo che non avrei pensato alle conseguenze del doversi abituare alle abitudini di un'altra persona, mentre aspettando, ho imparato a conoscere anche quelle, oltre che a conoscere meglio il vero Kim Taehyung. Niente lettere, niente finzione, niente due settimane e poi via, di nuovo lontani. 

Una volta trovato casa, abbiamo passato il restante dei giorni al trasloco per decidere quali mobili portare e quali invece acquistare. Ricorderò per sempre le giornate passate al negozi di arredamenti per mettere d'accordo le nostre idee e soprattutto ricorderò per sempre la prima volta che, estremamente felici di metter piedi dentro la nostra casa vuota, gli sono saltato addosso per poterlo baciare, facendo cadere entrambi per terra scatenando una fragorosa risata.

Le giornate passate insieme a dipingere le parete, a montare mobili, appendere quadri, ruotare il divano e a tastare la morbidezza del nostro letto...

Nonostante sia passato ormai un mese, ancora non ci credo quando ad aprire gli occhi la prima cosa che vedo è il viso meravigliosamente rilassato e bello di Taehyung. Impiego sempre qualche attimo prima di realizzare che non è un sogno, che non è un angelo quello che è venuto a depositarsi sul mio letto e che quello che vedo, è il mio ragazzo.

Forse ho passato così tanto tempo a sognare attimi come questi, che preferisco ancora mantenere lo stupore della sorpresa, piuttosto che abituarmi alla sua presenza. 

La mattinata a fare colazione insieme, trovarci o per pranzo o per cena in base ai nostri orari e trovare Taehyung seduto davanti ai suoi disegni d'arte a rimuginare su come fare meglio, fare la doccia insieme quando possibile, pulire casa, leggere il giornale, andare a letto, fare l'amore...No, non voglio che tutto ciò diventi abitudine ma non voglio neanche pensare che questo sia un sogno dal quale dovrò risvegliarmi, perché voglio viverlo.

Voglio viverlo realmente, vivere Kim Taehyung.


Quando poco prima di traslocare confessai della mia relazione con Taehyung ai miei genitori, questi non si mostrarono stupiti. 

«Ti abbiamo spesso visto uscire con quel ragazzo e per tutti questi anni non hai fatto altro che incontrare gente su gente, non rimanendo mai soddisfatto di quello che trovavi. Non ti ho mai visto tanto felice nell'uscire con qualcuno» spiegò mia madre, in un sospiro.

Infatti non era molto felice che il suo figlio, il suo unico figlio, prospettasse a passare tutta la vita insieme ad un uomo, seppur bello, attraente e con una carriera promettente. Mio padre tanto meno. Mi disse che ero un ragazzo troppo mascolino per stare con un altro uomo e mi chiese più di una volta di riflettere, siccome di opportunità ce n'erano in giro. Credo di averlo deluso con la mia scelta. 

I miei genitori non sapevano che io avevo amato per un lungo periodo Taehyung e ho preferito non riferirglielo, ma credo che nella mia risolutezza e nelle parole sicure che riferivo a loro, avessero entrambi intuito che tra me e Taehyung, c'era molto più che una semplice storia d'amore. In fondo, a parlare di lui spesso i miei occhi brillavano e il mio sorriso si formava naturalmente a dire loro che ero innamorato perso di quell'uomo.

Non posso dire lo stesso però dei genitori di Taehyung. Non li conoscevo molto e pertanto quando ho saputo con che brutalità hanno cacciato loro figlio da casa, le parole tremende che gli hanno detto, non ho potuto che rattristarmi a vedere la faccia delusa del maggiore. A distanza di tempo, credo di aver capito il perché tenesse sempre lontano il discorso di famiglia lontano.

«Non importa amore. L'importante è che sappiano che mi sono sistemato e che sono innamorato» mi rispose allora Taehyung con un sorriso debole ma sincero. 

Da quel sorriso, capii che era abitudine per lui subire questo genere di trattamento. Non mi aveva parlato dei suoi genitori semplicemente perché non amava farlo. Le poche informazioni che, man mano nel tempo mi aveva dato dopo essersi aperto, erano che fossero delle persone piuttosto benestanti e che tenevano molto alla sua istruzione, tanto da procurargliela all'estero per dargli un'impronta quanto più incisiva nella sua carriera futura. Mi aveva anche raccontato che non erano stati d'accordo nella sua scelta di diventare pittore o scultore, ma che anzi, avevano spinto quanto più a fargli intraprendere studi per farlo diventare dottore. 

In un certo senso, fu grazie a Yoongi che parlò loro di quanto fosse prestigiosa l'università a Bologna, che li fece cambiare idea.


«Amore ma perché non invitiamo i tuoi a pranzo un giorno?» chiese Taehyung, mentre ero ai fornelli impegnato a preparare una pasta per accontentare la sua nostalgia recente.

«Non so Tae...In fondo è solo passato un mese...Volevo dar tempo a loro di masticare la notizia, ingoiarla e fargliela digerire con calma» sospiro girandomi verso di lui, servendo a tavola la pasta al pomodoro dall'odore delizioso. «Ci ho pensato molto spesso devo dire» confesso, sedendomi.

Alla fine mi mancavano i miei genitori, nonostante sapessi che non erano molto felici delle decisioni della mia vita e che probabilmente si erano distaccati un poco per quello. 

«Hai ragione, non affrettiamo le cose. Possiamo però fare una serata italiana e invitare anche quegli altri due» dice iniziando a mangiare felice. «Dio Jungkook, non c'è proprio niente che non sai fare» geme deliziato dal sapore.

«Ho trovato la ricetta su un blog...E' uscita meglio di quanto mi aspettassi e sì, invierò un messaggio ai due piccioncini. In ogni caso, c'è una cosa del quale vorrei parlarti...» dico abbassando la forchetta. 

«Voglio licenziarmi»


4 a.m | TAEKOOKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora