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Io e Taehyung avevamo in mente di ritornare al lago durante l'alba per ricordare del nostro passato e per poter rivivere quei ricordi, ma tra una cosa e l'altra, sono passati già diversi giorni dal nostro arrivo qui a casa e non abbiamo ancora avuto il modo per ritagliare del tempo a quel nostro piccolo desiderio.

Principalmente il tutto è dovuto al fatto che, dopo diversi anni di nostra assenza sul luogo, esso si è deeecisamente sviluppato. Oltre al rinnovo di qualche casa contadina e al risfaltamento delle strade, è stata costruita una discoteca nel paese in cui ero solito andare insieme agli altri, quello distante poco più una mezz'oretta di bicicletta dalla nostra casa vacanza. 

Il fatto che fino a qualche anno fa si vedessero circolare motorini solo in una città enorme come Bergamo e che ora ritrovassi il loro rumore anche qui, in qualche modo mi rattrista.

Non solo per il fatto che la natura in qualche modo venga contaminata dal loro rumore, ma anche perché sono consapevole che sono passati moltissimi anni e che non ho potuto godermi questo cambiamento grado per grado.

Ma non è qui che volevo arrivare. Volevo parlare della discoteca, siccome è quello il clou della storia.

Hoseok, festaiolo per eccellenza nonostante la sua suonata età, ci aveva proposto più volte di andare a divertirci. Yoongi, non essendo un grande amante del casino, aveva spesso declinato, ma probabilmente Hoseok con la sua seduzione lo aveva stregato con qualche strano incantesimo e infatti fu lui stesso a chiederti di andare con loro alla festa. 

Onestamente le mie paure erano le seguenti: punto A, non amo le persone e i luoghi affollati, punto B, non so un'acca dell'italiano e punto C, temevo di poter rivedere ancora Jimin.

Accennai a Taehyung solamente dei primi due punti, temendo che potesse farsi qualche idea strana se gli avessi riferito anche il terzo.

«Jungkookie...Non ti devi preoccupare di niente. Ti starò appiccicato come una cozza cosicché tu possa sentirti al sicuro e ci divertiremo un sacco. Parola di Taehyung» mi rispose non appena gliene parlai. Al suo sorriso quadrato, non potei che annuire debolmente.

Così mi ritrovai vestito da discoteca, che per me consisteva in un paio di jeans neri stretti e una camicia nera, un poco aperta sul petto.

All'occhiataccia di Taehyung, sbuffo leggermente.

«Che c'è? Mi hai detto tu di vestirmi da festa e non di mettere la mia solita "maglia larga semplice"» dico abbassando la voce per imitarlo e prenderlo in giro, ripetendo le sue identiche parole.

«Si ma non pensavo che ne uscisse fuori un tale bocconcino. Se non ti mangio io, sicuramente qualcuno ti approccerà e dovrò farlo fuori, facendo rinomare la casa di Hoseok "la casa dell'assassino geloso"» dice ormai vicino a me, con le braccia attorno alla mia vita, mentre mi guarda divertito e al contempo stesso, con uno sguardo malizioso.

«Non faremo niente in bagno, Taehyung» dico alzando il sopracciglio, leggendogli nella mente solamente guardandolo negli occhi. 

Taehyung infatti gli rotea e poi sbuffa, per poi baciarmi dolcemente.

«Almeno sono ancora visibili i succhiotti dell'altra notte...» mormora accarezzando quella che chiama "la sua opera d'arte", che consiste in una T formata da piccoli succhiotti sulla zona del collo.

«Mi preoccupa più la folla che la gente ad averti intorno» dico sospirando. Effettivamente, conoscendo la gelosia di Taehyung, decisamente più ingigantita dopo il nostro ricongiungimento, sarò più che al sicuro. 

Mi preoccupa più il soggetto Park Jimin. 

Se dovessi incontrarlo, non saprei come reagire. Mi piacerebbe parlargli, giusto per fargli intuire che ci sono passato sopra e che va bene così. Ma in fondo di che mi preoccupo. Magari non vive neanche più qui...

Sospirando mentalmente, io e Taehyung raggiungiamo gli altri e prendendo le nostre bici per rimanere nel nostro vecchio stile, pedaliamo fino a raggiungere il luogo, già pieno di gente. Posizioniamo così le biciclette e mi osservo intorno, guardando la fila di persone in coda per entrare.

«Dio mio, staremo attaccati come sardine...» mormoro già preoccupato per la mia ansia. Taehyung mi circonda il fianco con il braccio e mi lascia un bacio sulla guancia. 

«La sala è molto grande. Me ne sono accertato insieme a Hoseok per trascorrere una divertente ma sicura serata» dice e subito tiro un sospiro di sollievo.

Così entriamo dentro aspettando in fila e non appena entro, noto che effettivamente la sala è gigantesca e che la musica, è buona. Girano hit degli anni 80' e 90' internazionali e pertanto, posso sentirmi meno coreano e solo straniero. 

Taehyung mi prende per mano ed entriamo nella folla, dopo che lo vedo parlare per un attimo con Hoseok, ma per il rumore ovviamente non intuisco nulla. Tuttavia mi fido e lo lascio fare. Siamo ora in centro alla sala e iniziamo a ballare seguendo il ritmo della musica.

«E' la prima volta che balliamo insieme» mi urla Taehyung all'orecchio e io gli sorrido, annuendo energeticamente. Gli metto le braccia attorno al collo e continuo a muovermi, mentre lo sento posare le mani sulla mia vita mentre mi bacia. Lo abbraccio e lui subito mi avvolge, facendomi sentire al sicuro.

«Tae, andiamo a bere qualcosa?» gli chiedo e lui annuisce. Così lo prendo per mano ed esco dalla folla facendomi spazio, avviandomi verso il bancone.

«Però non bere troppo, l'ultima volta che hai bevuto sei finito per-» dice dietro di me, ma si blocca subito quando mi vede fermo sul posto a guardare qualcosa, anzi qualcuno.

«Jimin» dico osservando il barista di fronte a me, che appena mi sente chiamare spalanca gli occhi.

«Jungkook! Dio quanto tem-» dice rivolgendomi un ampio sorriso che si smezza subito, non appena vede che la mia mano è intrecciata a quella di Taehyung. «Ciao Taehyung»

«Ciao» si limita a dire quest'ultimo.

Mi giro verso di lui per guardarlo e la sua faccia è rigida.


Wow, si prospetta una serata DIVERTENTISSIMA.

4 a.m | TAEKOOKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora