26. In centrale!

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Diana pov.

Quel pomeriggio accompagnai Divai alla sua seconda lezione di fisioterapia della giornata.
Seguì l'infermiera che era venuta a prenderlo, fino alla stanza dove si tenevano queste lezioni.
E devo dire che fu molto interessante vedere come Divai, si stasse impegnando per cercar di guarire le sue lesioni.
Mio fratello e impressionante, puoi fargli ciò che vuoi, puoi buttarlo giù, ma lui si rialzarà sempre, il contrario di me, che per quanto io sia ribelle, sono anche molto ingenua e a volte tendo a fidarmi troppo presto delle persone e poi, dopo una delusione, ci metto gli anni per riprendermi.

<si vede che io e Divai siamo proprio diversi>,

Esclamai tra me e me, nel mentre che guardavo mio fratello, fare tutti gli esercizi che la dottoressa, gli chiedeva di fare.

Ritornata in me, venni chiamata dalla dottoressa che seguiva Divai, che ci teneva ad informarmi sullo stato delle sue lesioni e per quanto era ovvio, che non si trattasero di notizie spettacolari, mi disse, l'infermiera, che se Divai avrebbe continuato con questa costanza le sue sedute di fisioterapia, nel arco di un mese, un mese e mezzo, sarebbe tornato quasi come prima, chiaramente, c'era ancora da aspettare che la sua frattura al femore guarisse.

Mi commossi...Il mio fratellone a differenza di me era così in gamba e come riflesso, mi guardai la pancia, toccando la sua superficie con la mano, la passai delicatamente e come una scema mi commossi di nuovo.
Non riuscivo a credere al fatto che dentro di me, c'era una vita che stava crescendo.
Così tra me e me mi dissi, che speravo che mio figlio, o mia figlia, prendesse la forza di volontà dello zio.

Diana <spero tanto, che prenda la forza di volontà di suo zio>,

Dissi commossa fissando ancora il mio pancione, che era ancora piatto.

Diana <non vedo l'ora che tu nasca, sarai di sicuro un bimbo molto amato.
Sai, tuo padre, non vede l'ora che tu nasca!>

Mi ritrovai a ridere.

Divai pov.

Stavo facendo fisioterapia con la dottoressa, quando mentre facevo un esercizio, vidi con la coda del occhio mia sorella, seduta sulla sedia accanto a me, che si fissava il pancione e probabilmente stava dicendo qualcosa, ma non la sentì, ero concentrato sui miei esercizi.
Quando ad un certo punto, sempre mentre facevo gli esercizi, mi venirono in mente, delle strane fantasie, dove vedevo me ed Isa genitori di un piccolo bimbo.
E nulla, ero in completo baby fever, iniziavo a desiderare una famiglia tutta mia, ma fu proprio in quel momento, che una domanda mi assillò la testa,
''Sarò mai un buon padre, per il mio futuro figlio?''

Quella domanda continuava ad assillarmi, ero convito che non sarei stato un bravo padre, ma dovevo ricredermi, anche perché in quel momento ero stanco morto e la lezione, fortunatamente dopo un oretta finì e potei, sdraiarmi un po sul letto e riposarmi.

Due settimane dopo,
Diana pov.

Erano passate due settimane e da allora passai la maggior parte, delle lezioni di fisioterapia con Divai, quelle sedute in qui non c'ero, c'era Isa al mio posto.
Proprio qualche giorno fa, durante un cambio turno tra me e lei, Isa mi disse, che Divai gli aveva chiesto di sposarla...
Wow! Rimasi colpita da quel gesto, ma infondo neanche più di tanto, sapevo che quello che c'era tra Isa e Divai era vero amore, per qui, di nuovo, sorrisi come un ebete e diedi un bacio in guancia ad Isa.
Infatti, si vedeva palesemente che dopo due settimane, che Divai, era migliorato, infatti io e Bruno notammo entrando in camera, che questa volta era seduto.
Immaginatevi la sua gioia nel vedere che finalmente, era in grado di stare seduto e non più sdraiato a letto.
Ed erano le dieci e mezza del mattino di un giovedì, quando ricevetti una chiamata da mia madre, dove mi diceva, che io e lei ci saremo dovute recare in centrale, per la questione di Felipe.
Ero già molto stressata per la gravidanza, proprio per i cambi repentini d'umore e quando gli agenti mi nominarono quel nome, iniziava a venirmi l'ansia.
Ma comunque dovevo andare in centrale, ed io chiesi scusa a Divai, Isa, Julieta e Bruno ma dovevo assentarmi.
Quando dissi a Bruno dove andavo, volette accompagnarmi anche lui, per starmi vicino ed assicurarsi che nelle mie condizioni, non mi facessi troppa ansia.

Così mano per la mano ci incamminammo in centrale, dove una volta arrivati, notammo che mamma era fuori ad aspettarci.

Diana <hola mamà, cómo estás?>

Bruno <hola señora lopez, como esta hoy?>

Benita <hola mi hija, hola Bruno...Ora che so che Divai sta meglio, sto meglio anch'io>

Diana <già! Ma piuttosto, ti hanno detto cosa vogliono da noi?>

Benita <bho...Ah ecco, mi hanno detto, che volevano parlarci, per quanto riguardava un processo!>,

Mentre poi parlavamo, arrivarono gli agenti fuori ad accoglierci.

Agenti <buenos dias señores...Por favor seguinos adentro asi empezamos>

Ed a quel affermazione, iniziarono di colpo a tremarmi le mani, ed il mio respiro di colpo, a farsi sempre più corto, l'ansia iniziava a prendermi con sé, Bruno che notò in che stato d'ansia ero, mi prese le mani, cercando di calmarmi, ripetendomi a voce soffusa ma calma allo stesso tempo, che tutto sarebbe andato bene, che Felipe non mi avrebbe fatto nulla e che anche nel caso avesse fatto qualcosa, eravamo in centrale e ci avrebbero pensato loro a differndermi, ma che anche lui era pronto a diffendermi a spada tratta.

Diana <graciac>,

Gli ripetei anch'io leggermente un po più calma.

Chissà come mai, ma Bruno era sempre capace di riuscire a calmarmi.

Bruno <di nulla mi amor>.

Così entrammo e proprio come mi aveva detto mia madre, poco fa, ci chiesero se volessimo testimoniare al processo di Felipe.
Mamma e Bruno risposero con un si deciso, mente io iniziai ad indietreggiare, onestamente non sapevo se me la sarei sentita di testimoniare contro Felipe, il solo rivederlo mi avrebbe sicuramente fatto star male, ed io volevo proprio evitarlo.
In centrale mi informarono anche un po sul andamento del caso.
Ci dissero che la macchina con la quale Felipe aveva investito mio fratello, non era neanche sua e che, era stato molto furbo a noleggiarne una, ma col passare delle settimane, erano riusciti a rintracciare la concessionaria dove Felipe avrebbe noleggiato la macchina, scoprendo che non era neanche una concessionaria, ma più una specie di officina diroccata.
In seguito ci dissero anche, che avevano interrogato il proprietario di quel officina e gli avevano chiesto, se effettivamente conoscesse Felipe e lui rispose, che non solo lo conosceva, ma che era anche uno dei suoi più cari amici, in seguito, gli chiesero se era a conoscenza del piano di Felipe, di uccidere una persona e costui gli rispose, che effettivamente si, ne era a conoscenza, ma che pensava fosse una specie di scherzo, per qui, gli aveva dato l'auto, senza neanche sborsare un centesimo.
Dissero anche che quando avevano provato ad interrogare Felipe, non c'era neanche stato bisogno di fare qualche pressione su di lui, lui aveva confessato ogni cosa, ne minimi dettagli, dal pensiero al organizzazione del piano, fino al compimento del crimine, ed anzi aggiunsero che Felipe sembrasse non aver nessun rimorso per quello che aveva compiuto.

Ed io mi chiesi perché mai ero lì, oltre ovviamente a capire se avrei o non avrei testimoniato al processo di Felipe.
E gli agenti mi risposero subito.
Volevano interrogare anche me, chiesi al agente che ci seguiva, perché mai avrebbero dovuto interrogare anche me, se già avevano la sua confessione, ma mi risposero, che per sicurezza, volevano più prove.

Così accettai di farmi interrogare, alla fine, volevo davvero che Felipe la pagasse per ciò che ci aveva fatto.
Nonostante tutto però chiesi agli agenti, informandoli del mio stato di salute, se con me, potesse entrare anche Bruno, visto che era l'unico a saper gestire i miei attacchi d'ansia.
Gli agenti non mossero un virgola alla mia richiesta, chiesi a Bruno se gli andasse di entrare con me, ciò che rispose, mi commosse.

Bruno <siempre estaré a tu lado...Da ora è per sempre!>,

Mi inteneri e poi vidi lo sguardo di Bruno posarsi sul mio pancione, e sorridere come un ebete, pancione, che a quel punto, iniziava a crescere.

Bruno <voi due, siete le cose più preziose che ho al mondo!>

E di nuovo, mi commossi.

Diana <piantala, o tra poco giuro che piango qui davanti a tutti>,

Bruno in ultimo sorrise, ed insieme entrammo dentro la stanza degli interrogatori.

[Il continuo nella prossima parte]

Autrice pov.
Secondo voi, Diana dovrebbe testimoniare al processo di Felipe, oppure no, dovrebbe lasciar perdere.

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