36. La boutique di Divai!

35 2 2
                                    

L'indomani mattina,
Divai pov.

Arthur <bhe, Divai all'ora ti auguro tutto il meglio dalla vita, ed una carriera proficua>

Divai <ti ringrazio Arthur davvero, ed anzi, se un giorno ti va, potremo prenderci un caffè insieme, magari, tra una pausa e l'altra!>

Arthur <ci puoi scommettere Lopez, non ti libererai così facilmente di me!>,

Sorrisi, mai mi sarei aspettato di diventare così amico del mio capo, del mio datore di lavoro, anche se adesso dovrei chiamarlo ex capo.

Divai <comunque ti lascio...E il primo giorno d'attività della mia boutique, spero andrà tutto bene, sono un po in ansia a dire il vero>

Arthur <vedrai che andrà bene e poi, col talento che hai e garantito che andrai alla grande>

Divai <grazie>.

Diedi un ultimo, ma caloroso abbracciò ad Arthur, dopo di che lo salutai e mi diressi verso la mia boutique.
Ancora non riesco a crederci, la MIA boutique, wow.
Dopo tanto ero finalmente riuscito ad esaudire uno dei miei desideri nel cassetto, ovvero aprirmi un boutique tutta mia e con fierezza posso dirvi, che c'è lo fatta!
Ho aperto una boutique di moda, ed oggi è ufficialmente il primo giorno di lavoro da possessore di negozio.
Arrivai dinanzi a quel negozio, dinanzi al mio sogno, non riuscivo ancora a credere al fatto che era reale, che finalmente c'è l'avevo fatta.
Così entrai dentro la mia boutique, accesi le luci e vidi, gli ultimi abiti che avevo allestito sui manichini, avevo messo i miei ultimi lavori, l'abito da sposa di mia sorella, gli smoking da uomo, che avevo realizzato l'anno scorso per Bruno ed il resto dei uomini Madrigal.
In ultimo però, avevo in programmazione due abiti per bambini, ed altre due tutine da neonato che stavo disegnando.
Ero così felice di quello che stavo realizzando, nel mio angolo da sarto, che tanto per rallegrare ancor di più l'atmosfera decisi di accendere la musica...Poco dopo, siccome ero preso dal lavoro e dal disegnare le tutine, non mi accorsi che qualcuno stava entrando dalla porta, dirigendosi a passo felpato alla mia scrivania da sarto.

Isa <buongiorno amore mio...¿Cómo estás esta mañana?>,

Alzai lo sguardo e vidi difronte a me una dea, era Isabela con il suo solito lungo abito rosa, l'unica cosa che cambiava era il pancione, il mio pancione, era così grande che ogni volta che mi capitava di posare lo sguardo su di lui, sorridevo come un ebete.

Mi alzai, non volevo che si stancasse, ma volevo anche sentire il battito del mio bambino, non e la prima volta che mi chino sul suo pancione, ma ogni volta che lo faccio e un emozione indescrivibile.

Divai <Isa, mi amor...Siediti non sforzarti...Hai sentito il dottore, dice che non devi fare sforzi!>,

Gli porsi la mano aiutandola a sedersi su una poltroncina, che avevo messo apposta in ufficio.
Isa si sedette, anche se la vidi piuttosto restia, non era il tipo da stare sempre ferma senza far nulla, ma io insiestetti, dicendogli che se volesse avrebbe potuto restare in negozio, con me, e magari aiutarmi con i clienti, ma che non si sarebbe dovuta sforzare molto.
Acconsentì alla fine mi disse, che era meglio restare in negozio piuttosto che tornare a casita, dove tutti la volevano seduta e ferma.

La baciai, mi era mancata molto dopo ieri notte, ed in ultimo mentre lei era seduta, io mi chinai, mettendomi in ginocchio ed appoggiai l'orecchio al pancione, sperando di sentire qualcosa.

Divai <hey, piccolino...Qui è papà, vedi di nascere il più presto possibile, papà non vede l'ora di conoscerti>,

Mi ritrovai a dire al pancione di Isa con voce così dolce, che se mi fossi riascoltato in seguito, probabilmente mi sarebbe venuto il diabete, ma ultimamente da qualche mese a questa parte, con la gravidanza di Isa, ero totalmente fuso.
Ah, dimenticavo di dirvi che Isa è al quarto mese di gravidanza ed io, come mamà, siamo andati a vivere a casa Madrigal.
Qualche giorno fa avevo rimarcato a Julieta ed Augustin, che volevo assolutamente prendermi cura di Isa e del bambino che sarebbe nato e volevo stargli vicino, così capendo che non potevo continuare a fare via vai da una casa all'altra formalizzammo la cosa.
Io mi sarei trasferito a casa Madrigal, appunto per stare il più vicino possibile ad Isa.

Heart || Encanto Story [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora