28. Tu non sei un peso per noi Diana!

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Divai pov.

Riconobbi che effettivamente si, forse ero stato un po troppo azzardato a farmi trovare con Isa in quello stato, ma devo ammettere che effettivamente mi mancava molto la nostra intimità, mi manca quando eravamo solo noi due e potevo, toccarle il volto, con una romantica carezza e quando potevo baciarla, senza farmi troppi problemi, ma in ospedale ammetto che forse era un po troppo azzardato.
Per fortuna che c'è sempre Diana che è pronta a sdrammatizzare la situazione, qualsiasi essa sia.
Due ore dopo, fortunatamente arrivò il carrello col cibo per i pazienti e meno male, erano le 12,30 ed io iniziavo ad avere proprio tanta fame.
Inutile dire che divorai tutto in mezz'ora, avevo davvero tanta fame.
Mentre mangiavo una minestra frullata, notai che Diana, Bruno e mamma si erano presi un panino al prosciutto giù al bar del ospedale.
Ammetto che li per li mi venne una voglia matta di panino al prosciutto, questa minestra non sapeva di nulla, ma sapete, quando hai fame, ti mangieresti persino una suola di scarpe.
Per il resto del pomeriggio feci ancora altre due sedute di fisioterapia e come al solito, vidi sia mia sorella che mia madre parlare con la dottoressa che mi aiutava con gli esercizi.
In quel momento ero parecchio determinato, sapevo che se volevo guarire e tornare alla mia vita, dovevo darmi da fare, per qui finché il mio femore me lo avesse permesso, avrei continuato a darmi da fare.

Diana pov.

<quindi dottoressa...Lei pensa davvero che mio fratello sia pronto a tornare a casa?>,

Chiesi maggiori informazioni alla dottoressa, alla fine erano solo due settimane e tre giorni che Divai era in ospedale.

Nel mentre però vidi mia mamma così tanto felice, che quasi si mise a saltellare.

Dottoressa <e strano lo so, ma le giuro che da quando lavoro qui e lavoro qui da sette anni, poche volte ho visto come in suo fratello una determinazione tale, da guarire quasi del tutto le sue lesioni.
Per questo le dico, che se suo fratello continua così, penso proprio che entro la fine della prossima settimana, sarà sicuramente in grado di tornare a casa.
Chiaramente è solo la frattura al femore che mi preoccupa, e da due settimane che gli sto facendo fare esercizi per rinforzare quella parte del muscolo, così da facilitare la guarigione del femore in modo più veloce, ed in più stiamo facendo anche delle sedute terapeutiche apparte, ma sembra proprio che quella parte non ne voglia sapere di migliorare>

Diana <cavolo! Lei sa già cosa potrebbe essere?>

Dottoressa <onestamente no! Ma da domani gli faremo fare delle visite apposta, per capire meglio cosa c'è che non va in quel femore.
Le prometto che vi terremo aggiornate>

Diana <la ringrazio dottoressa>

Dottoressa <si figuri.>,

Lasciai mia madre con Divai ed io tornai in stanza, con uno sconforto nel anima che la metà bastava.
Entrai in camera di Divai e mi sedetti sulla prima sedia che trovai, ed appoggiai triste la testa sul tavolino che c'era accanto alla sedia.
Isa e Bruno, che non si erano mossi dalla stanza per tutto quel tempo, ed a quel punto erano le quattro di sera, stavano parlando del più e del meno, li sentivo parlare e ridacchiare tra loro, ma come era prevedibile si accorsero del mio umore triste.
Non volevo essere così triste, da una parte sapevo che faceva male anche ai bambini, questi cambi repentini di emozioni, ma dall'altra dopo quella notizia datami dalla dottoressa, non riuscivo proprio ad essere felice.
Bruno che come Isa si accolse del mio stato, li vidi venirmi entrambi vicino, solo Bruno però si inginocchiò dinnanzi a me, per parlarmi.

Bruno <mi amor...Tutto apposto? C'è qualcosa che non va con Divai?>

Isa <tia, tutto apposto?>,

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