60. La serata dei talenti (parte 3)

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Camilo pov.

Era sabato mattina e tia Julieta mi aveva appena dato un empanada, per far passare il mio stato d'ansia perenne, che avevo ogni volta che dovevo accompagnare Estela ad una visita.
La paura di perderla mi assaliva ogni volta, l'unica cosa di cui avevo paura era la sua malattia, l'idea di perderla era atroce, tant'è che quasi mi venne mal di testa.
Arrivai presto a casa Guzman, ormai stavo con Estela da quasi un annetto, Mariano mi aprì e mi fece entrare per aspettare Estela che si stava preparando, ma quello che non sapevo era che a detta di Mariano, era già da qualche giorno che Estela non stava bene.
"Non mi ha detto niente!", pensai tra me e me, reagendo anche un po male in realtà.
"Assurdo! Stiamo insieme da quasi un anno e non mi ha detto nulla?".
Ero immerso nei miei pensieri, quando vidi una figura palesarmisi davanti.

Estela <hey, mi amor>

Camilo <hey!.>,

Mi alzai per andare verso l'ospedale, da quanto ero arrabbiato, mi tolsi dal bacio che Estela mi stava per dare, per salutarmi.

Fuori casa Estela mi chiese che avevo, se stavo bene, li per li non le risposi, continuando a camminare, ma poi la vidi triste con lo sguardo a terra e non riuscì a continuare quella farsa, il mio cuore si impietosi e le chiesi scusa, non volevo ferirla, ma forse avrei dovuto prima sentire le sue ragioni.

Estela <non vuoi più stare con me
vero?>,

La sentì dirmi triste, ma io volevo stare con lei, non ci pensavo neanche lontanamente all'idea di lasciarla, ed adesso si che mi sentivo in colpa, gli andai vicino e gli presi le mani, chiedendogli scusa e spiegandogli il motivo.

Camilo <mi amor...Perdoname e che tuo fratello mi ha detto che in questi giorni, non ti sei sentita molto bene, ed in questi giorni hai faticato aiutandomi con i preparativi per le cerimonie dei miei cugini e di mio fratello.
Mi ero arrabbiato solo perché non me lo avevi detto e poi...
Mi sento colpevole!>,

Questa volta ero io quello triste, avevo permesso che mi aiutasse senza considerare la sua malattia.

Estela rafforzò la presa sulle mie mani.

Estela <cavolo Mariano! Quello non si fa mai gli affari suoi! Io non ti ho detto nulla, semplicemente perché non volevo che ci stassi male e poi, non devi sentirti colpevole mi amor...Io volevo aiutarti con i preparativi e colpa mia!>

Io le sorrisi.

Estela <ora...Posso baciarti?>

A quel punto gli ammicai, mi era proprio venuta voglia delle sue labbra.

Camilo <non puoi, tu devi!>

E ci bacciammo.
Continuammo poi dirigendoci verso l'ospedale, io l'accompagnai, volevo stare con lei durante tutta la visita, così quando fu il suo turno entrai con lei, rassicurandola, prendendola per mano.

Camilo <andrà tutto bene vedrai!>

Lei mi sorrise ed entrammo.

Venti minuti dopo.

Il dottore visito Estela, facendogli tutti gli esami del caso, passarono venti minuti e finalmente ottenenemmo il risultato dal medico.

Medico <allora, signorina Guzman...>,

Presi da sotto la scrivania del dottore la mano di Estela, volevo tranquillizarla, ma forse, serviva più a me che a lei.

Medico <i suoi valori sono più o meno nella norma, l'unica cosa che mi spaventa è la sua radiografia...>,

Mi allarmai immediatamente.

Camilo <in che senso la spaventa la radiografia? Ha trovato qualcosa di brutto?>

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