Dopo questa sorprendente rivelazione di mio padre decido di finire il riso. Sento un gran bisogno di fare qualcosa di normale.
«Morto?» chiede zia Elena. «Ammetto di aver seguito poco la storia, perché all'epoca ero all'università e per giunta Anne non ne voleva mai parlare...» Anne! La mamma! Perché non ne voleva parlare? «...ma mi pareva fosse scappato in Russia con...come si chiamava quella tipa?»
«Era una delle tante voci. Scappato. Morto. Scomparso nel nulla» conferma Simon.
«E come mai lo credevate morto?» insiste la zia.
«Una storia lunga...» Papà scuote la testa. «Sapete bene quanto detesto parlare di talento. Be', lui è uno dei rarissimi casi in cui mi sentirei di usare questa parola non a sproposito.»
Zia Elena fa una smorfia. «Più che talentuoso io direi che era un...uno scapestrato.»
«Lo era. Alcol. Droga. Droga pesante. L'ho visto vincere partite ubriaco, e contro gente forte. Per questo parlo di talento. Solo col talento puoi vincere in condizioni simili. L'ho obbligato a ritirarsi da un torneo Futures perché la mattina del primo incontro si è presentato fatto di eroina e se l'antidoping l'avesse beccato...»
«Mio dio!» inorridisce zia Elena. «Che fosse persino eroinomane non lo sapevo...»
«Aveva solo ventiquattro anni, due meno di me, cinque meno di Simon, quando è sparito nel nulla. Da un giorno all'altro.» Papà si siede. All'improvviso sembra quasi affaticato. «All'inizio pensavamo tutti fosse andato in qualche clinica a disintossicarsi. Poi che fosse andato in Russia seguendo Vika, sua moglie, che era russa. Ma lui con Vika non ci andava più d'accordo da tempo, quindi era un'ipotesi campata in aria...Però passavano i mesi e non si vedeva, non si sentiva. Nessuno sapeva dov'era, nemmeno io. Allora, dopo un po'...ti ricordi?» fa un cenno con la testa in direzione di Simon.
Sospira e ricomincia a raccontare, con gli occhi persi nel vuoto. «Ti ricordi le storie assurde che hanno cominciato a girare? Leggende metropolitane...C'è chi diceva fosse stato trovato morto di overdose sotto un ponte del Tevere. Altri dicevano che avesse cambiato identità e facesse i soldi lavorando come gigolò. Piaceva molto alle ragazze, se lo sarebbe potuto permettere. Altri dicevano che la droga l'avesse portato nel giro della mafia e fosse stato ricoperto da una colata di cemento in un pilone dell'autostrada. Ma considerando che adesso allena un russo, be'...penso che la storia giusta fosse la meno fantasiosa: era scappato in Russia insieme a Vika.»
«Ma non aveva dei genitori? Parenti? Amici? Possibile che nessuno sapesse niente?» chiede la zia. «E voi non eravate amici con Vika, tra l'altro?»
«Con Vika non ci parlavamo più da un anno...ti ricordi anche tu che Anne...» Papà sospira. «Ad Anne non piaceva Arturo. Alla fine questa antipatia ha guastato i rapporti anche con lei. L'abbiamo persa di vista e poi ho saputo solo dopo un bel po' di tempo che era tornata in Russia.»
Alla mamma non piaceva questo Arturo? Be', allora non piace neanche a me.
«Quanto ai parenti,» prosegue papà, «aveva una madre, poco presente. Viveva all'estero, nessuno aveva i suoi contatti. E amici...pochi.» Stringe le labbra.
«Tu eri quello che lo conosceva meglio» commenta apatico Simon.
Papà si stringe nelle spalle. «Eppure non ha detto niente neanche a me. Lo stronzo egoista cagasotto!» Digrigna i denti, lo sguardo sempre in trance. «Non ha detto niente a nessuno. È semplicemente sparito. Da un giorno all'altro.»
«Che storia assurda...» esclama Roberto, e la sua voce sembra quasi svegliare papà.
Si volta di scatto verso di lui, seccato. «Cosa ci fai qui? Vai anche tu a cercare informazioni e contatti,» gli ordina, «visto che alla Star Match non stanno combinando niente.» La Star Match Enterprise è l'agenzia di Simon.
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Play - Larry Stylinson
FanfictionCome comincia una rivalità, una di quelle leggendarie che fanno sognare una generazione? Prendete due giovani tennisti all'inizio della loro carriera. Harry Styles, talento italiano destinato a diventare un campione. Ordinato, perfezionista, riserva...