53. Ritorni

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Se dovessi immaginare gli occhi di una persona innamorata, li immaginerei come gli occhi con cui mi sta guardando Cloe in questo momento. Mi adora, e la adoro anch'io.

Quante feste mi fa! E sembra in forma, Alessandro l'ha curata bene.

«Grazie» gli dico. Lo penso davvero. «E di cosa?» Ribatte lui con un sorriso.

Siamo nell'ingresso della sua casa di Miami, che a dire il vero dovrei definire mia, perché è coi miei soldi che è stata comprata, e inizialmente doveva essere la nostra base negli Stati Uniti. Ma papà ha voluto intestarla a Alessandro, e da quando lui si è fidanzato con Lidia ci è venuto a vivere in pianta stabile, e sinceramente mi sta bene, non mi interessa che sia stata acquistata con soldi miei. E poi, comunque, ci ospita sempre senza problemi. Non gli manca niente, ha anche un pezzo di spiaggia privata e una piccola piscina, sul retro. Ora ci troviamo nell'ampio atrio d'ingresso, che è un grande ambiente unico suddiviso da colonne e penisole, che ricavano i due ambienti principali del salone e della cucina.

Indian Wells è andato male. Sono arrivato appena ai quarti. Purtroppo ho risentito molto del fuso orario da Dubai, che si teneva la settimana prima (e che ho vinto in scioltezza). Ho già detto a mio padre che non mi importa se mi pagano uno sproposito per giocarci: l'anno prossimo non ci vado, a Dubai, non è possibile che una pura questione di soldi mi rovini la preparazione ai due Mille più importanti di stagione. L'anno prossimo giocherò Acapulco per prepararmi al Sunshine Double. E se non vogliono farmi un contratto ci verrò gratis e prenderò solo il prize money. Mio padre mi ha detto che organizzare questi cambiamenti è più complicato di ciò che penso, ma di ammirare (ha proprio usato questo verbo) la mia scelta disinteressata.

E insomma, sono uscito da Indian Wells prima del dovuto e sono venuto qui a Miami in anticipo. Mi sarebbe piaciuto vincere il Sunshine Double, come aveva fatto Straussler l'anno scorso dopo aver vinto gli Australian Open. Mi dovrò accontentare di mezzo Sunshine Double. Perché Miami lo vinco, non ci sono se e non ci sono ma.

Dalla California alla Florida ci sono solo tre ore di fuso di differenza. Sono poche ma non bisogna sottovalutarle: stasera farò una splendida dormita insieme a Cloe. Finalmente, quanto mi è mancata!

Rivedrò anche Louis. A Indian Wells non c'era. Ma ha giocato il Challenger di Indian Wells, che si tiene una settimana prima del torneo maggiore, vincendolo. È numero 76 del mondo, ora, anche grazie a una wild card ben sfruttata a Marsiglia in febbraio e ha giocato e passato le qualifiche qui a Key Biscane.

lo sono numero tre, ora, e vicinissimo a Straussler. Se vinco Miami divento due. Molina è ancora lontano, ma lo raggiungerò. Il mio obiettivo è essere numero uno alla fine dell'anno.

Ho compiuto vent'anni l'1 febbraio. Louis mi ha detto di avermi fatto un regalo. L'ennesimo. Il suo compleanno sarà il 24 marzo, cioè tra due giorni, e non so se gli prenderò qualcosa.

Sono ancora un po' arrabbiato con lui perché continua a nascondermi la verità sul passato di mio padre. Prima mi dici questa storia della sua canzone preferita come se nulla fosse e poi quando ti chiedo chiarimenti mi dici che non puoi raccontare altro perché è un segreto tra papà e Arturo? Be', se era un segreto potevi evitare di dirmelo in primo luogo! Gli ho detto più o meno così, durante una recente discussione al telefono. «Ma non sapevo che era così importante, quando ti ho detto la canzone» ha ribattuto. «Q-quindi mi confermi che si t-t-trattava davvero di una relazione importante?» Lui ha sbuffato. «Smettila. Ti ho già detto: so poco e niente e il poco che so non ti dico.» Non ne abbiamo più parlato, e io ho deciso a malincuore di lasciar perdere, e sto cercando di non pensarci più.

Play - Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora