Louis emette un gemito, ha un singulto. lo lo stringo di più. Sposto la mano dal collo al petto, e con l'altra gli afferro l'inguine. Lo sento ingrossarsi nel mio palmo.
Voglio più pelle.
Infilo una mano sotto la maglietta e l'altra nelle mutande, il suo pene riempie la mia mano, e appena glielo afferro, finalmente, Louis reagisce, dopo che era rimasto stranamente immobile fino a questo momento. La sua mano mi afferra il polso, quello infilato nelle mutande, lo stringe.
E lo sposta.
Lo tira fuori.
«No» dice.
Come sarebbe a dire: no? È una parola che non accetto e non capisco. Divincolo il braccio dalla sua presa e cerco di abbracciarlo di nuovo, ma la reazione di Louis stavolta è violenta. Mi tira una gomitata in pancia che mi leva per un attimo il fiato.
«Niet! Bliat!» ruggisce. «Capisci cosa vuol dire no?»
Si gira a guardarmi, io mi tengo il diaframma, ritrovando a poco a poco il respiro. Guardo la sua evidente erezione attraverso i pantaloncini.
Non capisco. Non riesco a capire. Lo indico. «M-ma tu sei eccitato.»
«E allora?» mi risponde. «Quello che vuole il mio cazzo è diverso di quello che voglio io.»
No. Non è possibile. Quello che sento io è quello che sente lui. No? Non è così?
«Ma io...» Sono un po' affannato, e non solo a causa della gomitata. «lo t-t-t-ti voglio.»
La sua risposta è sempre uguale. «E allora?» E il suo sguardo è sempre più duro, il suo sguardo è un muro contro cui si sfracella la mia volontà.
«Non m'interessa cosa vuoi tu. lo non voglio» aggiunge.
«Ma...» Perché? Lui mi vuole! Non è possibile... Non è possibile... «lo ti voglio...» Ripeto. Non riesco a dire altro.
«Non ti ricordi cosa ha detto tuo papà a Artu nel bosco?»
Scuoto la testa. Di cosa sta parlando?
Perché tira fuori quell'episodio, adesso?
«Non importa quanto vuoi una cosa. Una cosa non succede solo perché vuoi che succede.»
Resto senza parole. Anzi no. Ne ho due. Una domanda: «Perché no?»
«lo amo Dasha. Ti sei dimenticato che mi sposo a dicembre?»
Si sposa. No, non l'ho dimenticato. Ma pensavo di fargli cambiare idea. Non può sposare Daria. Non può!
«La amo» ripete. «Hai capito? lo la amo!» Batte un piede a terra. «Tu sai cosa vuole dire amore? La amo!»
No. Io non so cosa vuol dire amore. È questo il problema? E se gli dicessi che lo amo? Lascerebbe Daria per me?
Potrei provare. Prima l'ho pensato, per un attimo, non so neanch'io perché. Louis ha ragione, non capisco i confini di questa parola, però cosa mi costa dirlo? Forse se lo dico lui lascia Daria e sta con me. Forse lo amo davvero, lo voglio tutto per me. Non è questo l'amore?
E quindi apro la bocca, ma il respiro mi si strozza in gola. Ho la lingua sul palato, appoggiata agli incisivi pronta a dire la T. Ma non riesco nemmeno a respirare.
No. Ricominciamo. Prendo una boccata d'aria. Forse se comincio con una parola diversa riesco a proseguire la frase. «Louis... io...»
E di nuovo, la gola mi si stringe, non riesco a respirare, mi sembra di soffocare. Lui si avvicina a me, mette una mano sulla mia spalla. «Cosa c'è? Cosa vuoi dire?» mi chiede in tono comprensivo. «Stai male?»
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Play - Larry Stylinson
FanfictionCome comincia una rivalità, una di quelle leggendarie che fanno sognare una generazione? Prendete due giovani tennisti all'inizio della loro carriera. Harry Styles, talento italiano destinato a diventare un campione. Ordinato, perfezionista, riserva...