84. Guinevere

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È una tragedia, e non so come porvi rimedio.

Mi guardo allo specchio, alzo le braccia, mi giro, un po'a destra, un po' a sinistra, e sono lì. Le vedo.

Sono bastate due settimane di dieta sregolata e sono ingrassato in vita.

«Zoeeeeeee!»

Si sente un piccolo trambusto, poi la porta del bagno si spalanca. «Che c'è?» mi fa lei, trafelata. Guarda me, guarda lo specchio. «Cos'è successo?»

«Non le v-vedi?» le rispondo.

Lei avvicina il viso allo specchio e socchiude gli occhi.

«No, non le ascelle! Q-qui!» Mi indico la vita.

Lei guarda, aggrottando le sopracciglia. «Non vedo niente...»

«Le m-m-m-maniglie!» esclamo.

Zoe sgrana lentamente gli occhi «Tu. Sei. Pazzo.» Esce dal bagno.

La seguo «Devi fare q-qualcosa!» la imploro. «Ti avevo detto che da solo non riesco a controllarmi, e tu non hai ancora fatto niente per risolvere il mio problema!»

Si gira verso di me e punta i pugni in vita. «Ci sto lavorando.»

«Ieri sera mi sono mmmmangiato d-due fette di torta al cioccolato!»

«E quando? Non ti ho visto.»

«Subito d-dopo l'incontro con Zadorov» leri ho battuto Garri Zadorov 6-3 6-4 al primo turno di Montréal. «Sono andato al bar di nascosto e...»

Zoe allarga le braccia. «Mi spieghi come cazzo facevo ad accorgermene, se ci sei andato di nascosto?»

«Mi devi seguire!»

«Per la seicentesima volta: sono la tua manager, non la tua babysitter.» Zoe si mette a frugare nella sua borsa, appoggiata su un tavolino, nel piccolo soggiorno della nostra suite.

«Dov'eri?» le chiedo.

«A colloquio con un potenziale nuovo membro dello staff, che sto assumendo proprio per aiutarti a risolvere questo tuo problema!» Sta gridando e agitando in aria un tablet: mi spaventa un po'. «E, tra parentesi,» continua, «le maniglie te le sei sognate, hai il tuo solito fisico da paura.»

«Sono ingrassato di mezzo c-c-chilo» ribatto.

«Non si vede.»

«Sì, che si vede.» Sollevo un braccio e mi accarezzo la vita. «Lo v-v-vedi che il c-cooontorno è morbido? Dovrebbe essere asciutto.»

Zoe scuote la testa. «Sai cosa mi sembri? Una modella paranoica. Anzi no. Una modella che sa perfettamente di essere bellissima, ma va in giro a dire "sono grassa" solo per sentirsi fare complimenti.»

Che tattica assurda è mai questa? Chi potrebbe dire una cosa simile per farsi fare un complimento? Col rischio, magari, che qualcuno ti dica: è proprio vero che sei ingrassata! No, mi sembra una vera stupidaggine, ma non glielo dico.

Zoe si sta mordicchiando un labbro, sembra pensierosa. «Ok. Abbiamo capito che hai un problema alimentare, e coi problemi alimentari non si scherza» dice in tono comprensivo. Poi però socchiude gli occhi e indurisce la propria espressione. «Però certe volte...tipo adesso con questa paranoia idiota delle maniglie, ma soprattutto la pretesa di farti pedinare...il modo in cui parli e ti comporti sembrano...Ecco, mi sembri come un bambino che è stato lasciato a casa da solo dai genitori, e appena loro se ne vanno si mette a rubare i biscotti e resta alzato fino alle tre, e...»

«lo non resto aaaaalzato fino alle t-tre» protesto.

Zoe emette un sospiro molto sonoro. «Era un esempio. Eddai, lo so che non sei stupido. Non l'hai capito che era un esempio?»

Play - Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora