All'inizio avevo pensato di chiedere aiuto a Zoe, ma ho capito che la cosa più giusta da fare, stavolta, era arrangiarmi da solo.
Quindi ho chiesto aiuto a Google. Dove comprare fragole vicino a Capriva. Come immaginavo, il risultato più vicino è il piccolo supermercato del paese. Non è distante, ci andrò a piedi. Mi servono dei soldi, però. Dovrei davvero imparare a gestirmeli da solo.
Adesso non è il momento adatto a iniziare, però. Quindi li chiedo in prestito a Zoe, che è ancora seduta sul divano dove l'ho lasciata un quarto d'ora fa (sta leggendo un libro).
Va a prendere la sua borsa in camera e mi chiede quanto mi serve e cosa devo prendere.
«Una c-c-cosa per Louis.»
«Guarda che puoi dirmelo, giuro che non gli dico niente.»
Scuoto la testa. Non voglio che faccia commenti e magari mi metta dubbi in testa. Voglio decidere tutto da solo.
Lei fa un mezzo sorriso. «Ok mister mistero. Allora ti do cento euro che è tutto quello che ho nel portafogli. Pensi che ti basteranno?»
Annuisco e la ringrazio.
«In bocca a lupo, Harry. Sono sicura che ce la farai, a fare qualsiasi cosa tu abbia intenzione di fare» mi dice porgendomi le banconote. «Ε occhio a non perderle, queste!»
Mi vesto, infilo i soldi nella tasca interna del giubbotto. Oggi non fa particolarmente freddo. La cuffia di lana in testa è un po' eccessiva. Ma se non la metto tutti vedranno i miei stupidi capelli colorati.
Esco in cortile. Il sole di febbraio risplende basso in mezzo a un cielo azzurro come i miei capelli. Lo prendo come una specie di segno del destino, anche se non credo al destino. Mi tolgo la cuffia e la butto a terra, sul porticato.
A piedi per le strade del paese, le poche persone che incrocio mi guardano. Sento i loro occhi addosso. Come fa Louis a sopportare sempre tutte queste attenzioni? Che domande, a lui piacciono, perché è un esibizionista.
In pochi minuti arrivo al supermercato. È davvero piccolo. È la prima volta in vita mia che entro in un posto simile, di solito ci va papà, a fare la spesa. Il reparto frutta e verdura è proprio all'ingresso. Cerco le fragole senza successo.
Forse si trovano su uno scaffale diverso? Devo chiedere a qualcuno. Accidenti! Speravo di riuscire a completare questa transazione senza dover parlare.
Quella vecchia mi sta fissando. Sta fissando i miei capelli, sicuramente. Che vergogna, perché non ho tenuto la cuffia?
«Scusa, ma tu non sei mica il figlio dell'Aldo Quaiat?» mi fa.
Scuoto la testa. Chi diavolo è questo tizio, adesso?
«Ah... scusa, hai una faccia... che mi sembrava di conoscerti.»
«Ma è Harry Styles, il tennista!» esclama un uomo.
Ecco, lo sapevo!
«Sono veri i capelli?» mi chiede, ridacchiando. Sta ridendo di me. Ok, me ne vado. Venire qui da solo era un'idea stupida e me ne rendo conto solo adesso.
«Stai bene, ninin?» mi chiede la vecchietta.
Non sono in grado di rispondere a questa domanda.
Ma me ne fa un'altra. «Stavi cercando qualcosa?»
Sì. A questo so rispondere. «F-f-fragole.»
«Fragole?» dice lei. Fa una risatina. «Ma non è stagione!»
Che c'entra? Non è nemmeno stagione di pomodori, ma ce ne sono diverse varietà in esposizione. Perché i pomodori sì e le fragole no?
«Guarda,» mi dice, «ci sono i kiwi, le mele, le pere, arance, mandarini...»
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Play - Larry Stylinson
FanfictionCome comincia una rivalità, una di quelle leggendarie che fanno sognare una generazione? Prendete due giovani tennisti all'inizio della loro carriera. Harry Styles, talento italiano destinato a diventare un campione. Ordinato, perfezionista, riserva...