93. Слова

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Giro la testa e allontano Jamie Lee da me. Odio i baci, balbetto.

«Come sarebbe a dire: "odio i baci"?» protesta lei.

«Non lo baciare sulla bocca» le ordina Louis, in tono seccato. «Solo da altre parti.» Mi guarda. «Da altre parti è ok, da?» mi chiede in italiano. Annuisco.

«Non ti piaccio?» mi chiede lei curvando le labbra verso il basso e sbattendo le palpebre, un'espressione buffa e infantile.

Non mi piace molto la tua bocca, ma hai un viso simpatico, vorrei dirle. Ma è troppo lungo. E poi magari si offende per l'appunto sulla bocca. Quindi le dico una mezza verità: hai un bel sorriso. Ma non mi piacciono i baci sulla bocca.

Lei alza le spalle e fa una sorrisetto. «Ok. Allora ti bacerò da qualche altra parte...»

Non mi piace la sua bocca appuntita, ma mi accelera un po' il cuore all'idea che possa praticarmi una fellatio.

Però non sono ancora eccitato. Forse perché mi mette un po' in imbarazzo l'idea che Louis mi guardi mentre lei mi fa una fellatio.

Jamie Lee mi spinge verso il divano, mi spinge a sedere, si siede su di me e comincia a strofinarsi sul mio pube. Tutto ciò che fa lo fa con il sorriso. Sembra una ragazza così gioiosa, così piena di entusiasmo. Un po' come Louis. Anch'io vorrei essere così.

La guardo cercando di trovare qualcosa di attraente in lei, cercando qualcuna delle sensazioni che avevo provato quando Zoe aveva fatto una cosa simile. Solo che non mi fa effetto, a differenza di Zoe, perché questa ragazza non mi attrae neanche un po'. È carina, è simpatica, ma non mi eccita.

Allora mi volto a guardare Louis, che è in piedi alla nostra destra. Mi volto in cerca di rassicurazione, ma col timore di sentirmi in imbarazzo.

Ma vederlo ha l'effetto opposto.

Ci sta osservando.

Mi guarda negli occhi, mi sorride, inizia a passarsi la lingua sul labbro inferiore, ma a metà percorso si ferma e si mette a ridere.

E io sento il mio pene indurirsi nelle mutande.

Improvvisamente gli strofinii di Jamie Lee diventano piacevoli. Ma lei smette quasi subito, mi mette una mano sul cavallo dei pantaloni, fa un sorriso soddisfatto.

E poi si abbassa.

Mi slaccia i pantaloni. O mio dio, sta per succedere! Sta per mettere il mio pene nella sua bocca! La prospettiva mi dà i brividi.

Si inumidisce le labbra, prima di cominciare, leccandole, e poi le fa scorrere sulla mia erezione. Chiudo gli occhi, il mio respiro si fa pesante. Che sensazione paradisiaca!

Quando riapro gli occhi non vedo più Louis. Nemmeno il tempo di girare la testa per cercarlo e lo sento.

È dietro di me, dietro lo schienale del divano. Si è chinato, mi abbraccia, mi bacia il collo, l'orecchio, me lo lecca, me lo morde di nuovo, e stavolta non mi fa il solletico, stavolta mi piace, voglio che continui a farlo.

Mi sbottona la camicia e le sue mani mi toccano il ventre, e il petto, sento il suo respiro ansante nell'orecchio. Sono sensazioni tattili che mi fanno girare la testa, persino più della ragazza che sta ancora succhiando la mia erezione.

Allungo un braccio all'indietro, aggancio la testa di Louis, infilo le dita tra i suoi capelli neri e viola, lui mormora il mio nome, poi mi bacia l'incavo tra il collo e la spalla.

Voglio sentire ancora la sua voce.

Giro la testa verso di lui e parlo. C'è il suo orecchio a un millimetro da me. La prima parola che pronuncio è il suo nome, e quando muovo le labbra, per un attimo sfiorano la sua pelle. La sfiorano appena, un tocco quasi impercettibile. «Louis... parlami» gli dico.

Play - Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora