Per Wimbledon Louis si è tinto i capelli di viola. Ottima scelta, è uno dei tre colori del torneo: verde, viola e bianco. Molto meglio di quell'orribile rosso che sfoggiava l'anno scorso.
Louis non ha vinto Roma. È uscito in semi, battuto da Thaler, che poi si è fatto a sua volta battere da Molina. Grazie a quei quarti è diventato numero trentasei del mondo.
Quanto al Roland Garros, è uscito al primo turno, battuto da Spadaro, un tennista siciliano sconosciuto che ha avuto un exploit inaspettato arrivando in semi, dove io stesso l'ho battuto. Non ho vinto il mio secondo Slam, purtroppo: c'era Molina in finale, e Molina al Roland Garros ha perso solo due incontri in tutta la carriera.
Due. Due singoli incontri in quindici anni.
Credo sia uno dei dati statistici più impressionanti di qualsiasi sport.
Ma è stata la mia terza finale Slam di fila, non posso lamentarmi. E qui a Wimbledon voglio raggiungere la mia quarta. E la mia seconda vittoria.
L'unica cosa che potrebbe distrarmi da questo obiettivo è Cloe.
Sono un po' preoccupato per lei.
Negli ultimi tempi è un po' inappetente. Zoe l'ha portata dal veterinario e mi ha detto che sta bene e che mangia poco a causa della dieta troppo monotona e della poca attività fisica.
Le ho comprato della pappa umida al posto delle crocchette, e mi sembra le piaccia un po' di più.
«Ha mangiato?» mi chiede Zoe, uscendo dal bagno coi capelli umidi.
«Se le dò la p-p-pappa col dito mi pare che la lecchi volentieri...»
«Dovresti lasciarla in pace. Ai cani piace mangiare da soli» commenta gravemente mio padre.
Alloggiamo tutti insieme in una casetta, qui a Wimbledon, vicinissima all'All England Club: siamo io, papà, Zoe, zia Elena, Ethan e Armando. Per fortuna Alessandro ha preferito alloggiare in hotel con Lidia e la bambina, altrimenti sarebbe stato il caos. È affollato già così, nonostante sia un appartamento piuttosto grande.
Ho riflettuto a lungo sull'opportunità di portare Cloe a Londra: il volo è uno stress, anche se, essendo Cloe di piccole dimensioni, viaggia con me e non in stiva. Ma l'alternativa era lasciarla a Capriva con mio nonno, e il nonno i cani li tiene in cortile. Si sarebbe preso cura di lei dal punto di vista medico, e le avrebbe dato da mangiare, ma Cloe sarebbe rimasta sola. Secondo me è più felice insieme a me e Zoe, che sta con lei quando io non ci sono (Cloe le si è affezionata subito): i cani hanno bisogno di amore. E in quanto alle cure, anche qui a Londra ci sono veterinari molto bravi.
Trascorro altri quindici minuti con lei e finisce tutta la pappa.
Ecco. Con il cibo giusto sarà facile farle tornare l'appetito!
***
Vorrei stare con Cloe tutto il giorno, ma non posso: sono un atleta e il mio mestiere è allenarmi. E comunque Cloe è qui, a bordo campo con Zoe.
L'allenamento di oggi è insieme a Louis.
È la prima volta che accetto di fare una sessione con lui. Due ore di palleggio e punti.
Ho seguito il consiglio di Arturo. Ho cercato di studiare il gioco di Louis. Continuo a pensare che ci sia un abisso tra me e lui, ma non sono cieco: vedo quali sono gli elementi del suo gioco che mi mettono di più in difficoltà. Mi sono guardato tutti i suoi match ATP e qualcosa anche del circuito Challenger. Ho seguito la sua evoluzione. Ho fatto l'errore di pensare che fosse rimasto sempre identico e identicamente caotico. Ma guardando i suoi match comincio a vedere una certa logica, in mezzo al caos. Dei pattern. Delle variazioni a seconda dell'avversario che ha davanti.
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Play - Larry Stylinson
FanfictionCome comincia una rivalità, una di quelle leggendarie che fanno sognare una generazione? Prendete due giovani tennisti all'inizio della loro carriera. Harry Styles, talento italiano destinato a diventare un campione. Ordinato, perfezionista, riserva...