103. L'ultima cosa che mi resta

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Ho battuto Balducci, Takahashi, Molina (i primi due in tre set, l'ultimo in cinque). Louis ha battuto Dupont e Straussler.

Ha battuto Straussler. Sull'erba. In un incontro eccezionale finito in quattro set. Straussler sull'erba in quattro set. Ormai è qui, Louis, è arrivato tra i grandi.

Gli manca un match. Un match quasi impossibile: Milos Grković.

Grkovic è affamato, cattivo, inesorabile. Temo sia troppo per Louis. Non avrò la mia finale, la mia vendetta. Louis si sposerà, e per quanto lui voglia e ci provi, per quanto anche la stessa Daria ci provi, non credo riuscirò a mantenere con lui un normale rapporto di amicizia. Mi disturba troppo la loro vicinanza.

Mi resta solo la nostra rivalità, e voglio con lui ogni occasione di incontro, ogni occasione di rivalsa.

Mi tengo libero per guardare l'incontro. Sono in compagnia di Zoe, nella sua camera del nostro appartamento, lo stesso dell'anno scorso, ma più vuoto: mancano Filippo ed Elena.

Quando arrivo, dopo l'allenamento e i trattamenti, il primo set è già quasi finito: lo sta vincendo Grković, che serve sul 5-4. Trenta quindici. Nemmeno il tempo di - prendere una bottiglietta d'acqua dal frigo e sedermi ed è già finito. Lo vince Grković.

«Be', anche con Grković hai un paio di vendette da prenderti» commenta Zoe, forse cercando di consolarmi. «È in vantaggio con te nell'head to head, no?»

Sì, lo è. Quattro a due. Ma non importa. Non voglio giocare contro Grković. «L'incontro non è finito» le rispondo.

Louis si è messo l'asciugamano a coprirgli la testa. Fa saltellare forsennatamente le gambe, mentre è seduto a bordocampo, intorno a lui la solita esplosione di racchette, teli, borracce vuote. Detesto questa sua tendenza al disordine.

«Time!»

Si ricomincia. Guardo lo spettacolo con una strana tensione che mi contrae lo stomaco. Tra un'ora dovrei cenare, Gwen sta già cominciando i preparativi, ma non ho fame. Mi dovrò sforzare per mettere in bocca qualcosa.

I primi game sono già molto combattuti. Serve Louis per primo. Grković porta Louis a palla break nel primo e nel terzo game, ma lo fa anche Louis con lui, nel secondo. Restano sul punteggio, e si cambia 2-1.

Hanno un gioco simile, in un certo senso. Sono entrambi due giocatori di indole difensiva, ma Grković è la regolarità fatta tennista, mentre Louis è la follia, il disordine. Rimanda tutto, ma lo rimanda con traiettorie imprevedibili, angoli stretti, cambi di velocità inattesi. Ti fa impazzire, Louis. Fa impazzire tutti.

Ma Grković è una macchina. Milobot, lo chiamano, e ha ragione. È inumano, nella sua capacità di riprendere qualsiasi palla, le più impossibili, e rimandarla indietro, costringendoti a giocarne un'altra, un'altra, e un'altra ancora, fino allo sfinimento.

Ma sul quattro a tre accade qualcosa. Il peggior difetto di Grković: la sua irascibilità. Una risposta particolarmente stramba di Louis lo innervosisce. Sbaglia e gli dà un quindici. Sul punto successivo Louis gli fa un lob e Grković sbaglia lo smash. Ha sempre avuto difficoltà con i colpi sopra la testa, gli unici in cui dimostra delle debolezze umane. Ed è zero trenta. E nel giro di un altro minuto Louis ha preso il break.

lo e Zoe esultiamo, ci abbracciamo.

Ma mi ricompongo subito. «È solo un b-break. E quello è Grković.»

Louis serve per il set, e lo vince con facilità. Grković è nervoso.

«Ma si c-c-calmerà. È Grković. E ha solo perso un set.» Riesce sempre a ricomporsi, anche quando gli incontri sembrano finiti.

Play - Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora