94. San Pietroburgo

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Louis e Liam sono venuti a prenderci all'aeroporto con una Peugeot guidata proprio da Louis. «Scusate per macchina orrenda, ma è il mio sponsor. Non dite a Mister Peugeot che ho detto orrenda.»

Non sapevo che Louis avesse la patente. Ha insistito per farmi sedere al posto del passeggero, accanto a lui, mentre Liam e Zoe si sono messi dietro.

Louis ha un colore di capelli nuovo di zecca (fatto ieri, ci ha tenuto a precisarlo), un rosa chiaro ma molto intenso, tendente al violetto. Dice di essersi stufato dei capelli bicolore.

Non credo di averlo mai visto tanto su di giri. Sembra vibrare dall'emozione. Ci ha sommerso di parole dal primo istante in cui ci ha visto, non ha lasciato me o Zoe aprir bocca. E oggi ti porto qui, domani là (nomi di luoghi che ho già dimenticato), poi ci alleniamo, poi ti faccio vedere il club, devi vedere questo, questo e quest'altro (altri nomi di luoghi che ho dimenticato), non avremo tempo di vedere tutto, ma ti devo portare in tutti i miei posti preferiti di Piter!

«Non capisco una parola di quello che sta dicendo» ha commentato Liam a un certo punto, rivolto a me, «ma scommetto che ti sta annoiando a morte.» È sempre il solito Liam, scherzoso in modo burbero. Appena arrivati in aereoporto Zoe lo ha salutato accennando la canzone: «Whoooooo lives in a pineapple under the sea?» E lui le ha risposto, serissimo, parlando: «Spongebob Squarepants.» Zoe ha riso molto per questa risposta. Poi, dopo un po', in macchina, ho sentito Liam mormorare: «Sono contento che hai imparato la sigla di Spongebob, così la prossima volta che mi ubriaco la canti anche tu.»

Mentre attraversiamo la città, Louis già comincia a farci da guida turistica. «Questo è il famoso Nevskij Prospekt!»

«Famoso?» chiedo.

«Non hai mai sentito parlare? Una delle strade più famose del mondo! Guarda che bello!»

«È larghissima» è tutto ciò che mi viene da dire. Ma in realtà è anche bella, a giudicare da quel poco che riesco a vedere dal finestrino. È circondata da splendidi edifici, che a tratti mi ricordano un po' Trieste. Solo che mi sembra idiota paragonare San Pietroburgo a Trieste, quindi mi tengo il commento per me. Non sono un esperto di architettura, meglio non fare figuracce.

«C'è una piccola sorpresa per te» dice a un certo punto Liam. Mi giro, e noto che stava parlando con Zoe.

«Piccola... mh!» commenta Louis.

«Tipo un regalo?» chiede Zoe.

«No» risponde secco Liam. Poi guarda fuori dal finestrino. «Ecco. Guarda là.»

Zoe si gira e spalanca la bocca.

Guardo anch'io. E sul lato di un alto palazzo vedo un poster gigantesco con una foto di Zoe in reggiseno, e una scritta in cirillico sotto. L'avete messa voi quella foto, lì? chiedo a Louis.

«Ma no, scemo! È un poster pubblicitario di Intimissimi!» esclama Zoe. «O mio Dio.» Si sventola con la mano. «È dell'ultimo servizio fotografico che ho fatto. Ti ricordi? Milano?» Deglutisce. «Mi avevano detto che le mie foto le avrebbero usate solo per il catalogo. Mi devono pagare dei soldi in più! Che storia è questa?»

«Sei proprio una donna d'affari» commenta Liam.

Zoe è ipnotizzata dal cartellone. Lo guarda finché non ci passiamo sotto, e si gira per continuare a guardarlo dal lunotto. «Wow...» commenta. «È la prima volta che mi usano come poster girl! Ma credo l'abbiano fatto solo qui in Russia, mi risulta che abbiano usato foto di altre ragazze, in Italia e negli altri paesi.»

«Forse pensano che la tua faccia e il tuo corpo possano piacere alle donne russe che comprano questa roba» dice Liam.

Zoe annuisce, pensosa. «Se mi ci portate di nuovo, faccio una foto e la metto su Instagram» dice. Ma non riesco a capire se sia contenta o seccata. Non riesco a leggere le sue emozioni.

Play - Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora