92. Who lives in a pinapple under the sea?

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Liam ha vinto.

Ha vinto un bel match combattuto, ma per l'avversario non c'è mai stata storia, Liam si è preso il suo secondo US Open in due set (gli incontri di wheelchair sono al meglio dei tre). Ho visto dei colpi esaltanti, una lotta feroce, e apprezzato tutta l'esuberanza fisica di Liam: non mi ero mai reso conto di quanto fosse potente. Non mi aveva dato la stessa impressione, l'unica altra volta in cui l'ho visto giocare. È migliorato.

Ed è a un passo dal diventare il numero uno del ranking di wheelchair tennis.

Io, Louis e Zoe abbiamo fatto il tifo dagli spalti, gridando e cantando. Mi sono lasciato andare, e mi ha fatto bene. Bene alla testa e bene al fisico: per un'ora e mezza ho pensato solo a Liam e al suo match.

E la cosa migliore di tutte è che Vincent non è voluto venire, perciò mi sono risparmiato gli sbaciucchiamenti tra lui e Louis.

Ho conosciuto il padre di Louis. Sergej Tomlinson.

Be', conosciuto è una parola grossa. L'ho visto, ci siamo presentati. È un uomo di poche parole.

Somiglia a Liam, più che a Louis, soprattutto caratterialmente. Sembra un tipo molto serio. Louis mi dice che è tutta apparenza e che in realtà è un uomo simpaticissimo, ma non mi fido dei giudizi di Louis, a lui piacciono persone davvero improponibili, come quell'insipido noioso palestrato di Vincent.

Ora siamo tutti insieme a cena. A dire il vero non ho capito bene se è una cena molto anticipata o un pranzo molto ritardato. Sono le sei del pomeriggio e stiamo mangiando. Tutti gli altri, eccetto me, stanno anche bevendo. Vodka e alcolici di vario genere. Chi più o chi meno. Hanno fatto diversi brindisi, alla vittoria, alla compagnia, alla vita, e chi più ne ha più ne metta, e si sono offesi a morte perché io volevo partecipare ai brindisi con l'acqua. Hanno insistito per farmi bere almeno un goccino di vodka, ma non ho ceduto. Quindi ho guardato gli altri brindare.

A ogni modo, nonostante i brindisi, Louis e Zoe sono ancora sobri, perché poi non hanno bevuto altri alcolici per accompagnare il pasto, come hanno invece fatto tutti gli altri. Liam è già alticcio. E lo sono anche i suoi amici, un gruppo di ragazzi di varie nazionalità (per lo più russi e americani). I genitori di Louis una via di mezzo. Ci sono anche il preparatore e il fisioterapista di Louis, e l'allenatore di Liam, anche loro mezzi ubriachi. Arturo non c'è, e suppongo non sia venuto per evitare di essere tentato dai fiumi di alcol. Sembrano tutti molto allegri.

Si chiacchiera parecchio, e la cosa mi mette un po' in imbarazzo. Cercano di parlare tutti inglese, ma spesso ci sono lunghi scambi di battute in russo. Sono seduto accanto a Zoe, da un lato, e a un amico di Liam, un ragazzo russo che non conosco, dall'altro. È uno dei più ubriachi della tavolata e ogni tanto mi dice delle cose in russo e ride. Ma cosa vuole? Mi sta raccontando barzellette? lo mi limito ad annuire e fargli dei sorrisi di cortesia.

Passano le ore e le portate. Ecco che ne arriva un'altra. Io sono già sazio, non credo che mangerò ancora.

Louis è seduto accanto a Liam. Vorrei che fosse qui vicino a me e mi parlasse. Ha portato la chitarra. Perché non la usa? Credo mi divertirei di più, se cominciasse a cantare.

Zoe, al contrario di me, sembra divertirsi molto. Partecipa alle discussioni, ride, scherza, prende in giro Liam. Accanto a lei è seduta la madre di Louis, e le vedo spesso parlottare allegramente. Forse hanno fatto amicizia quando Zoe le ha chiesto consigli lavorativi.

Oh, finalmente! Louis ha appena imbracciato la chitarra, a seguito di una lunga discussione animata in russo tra lui e suo padre. Ma, con mio grande dispiacere, è una canzone russa quella che comincia a cantare. Deve essere una canzone famosa, perché tutti i russi la cantano.

Play - Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora