118. La prima parola

72 8 0
                                    

Di musica ne sto ascoltando davvero tanta.

È la mia attività principale, ascoltare musica. È qualcosa.

Il giorno dopo la finale, dopo che abbiamo ascoltato insieme quelle due canzoni, mio padre mi ha regalato un iPad. «È pulito» mi ha detto. «È registrato su un account email vuoto e c'è una sim nuova dentro, il numero non ce l'ha nessuno. Non ti arriveranno mail o messaggi. Puoi usarlo per ascoltare musica, se vuoi.»

Non so come facesse a sapere che ciò che mi spaventa del cellulare sono i messaggi che mi possono arrivare. Forse gliel'ha detto lo psichiatra. Forse gliel'ha detto quella mezza psicologa di Zoe, che ha passato ore e ore insieme a me a cercare di parlarmi, e due giorni fa è partita per San Pietroburgo, per andare a trovare Liam. Ma mi ha promesso che tornerà presto.

A ogni modo, ho scaricato la app di Spotify, e ho fatto login sul mio account, quello che mi ha creato Louis ormai quasi tre anni fa, e ho navigato un po' tra le playlist di Louis.

Ogni giorno ne ascolto una diversa; cerco di ascoltarle per intero, ma a volte non riesco a finirne una in una singola giornata, perché faccio delle pause e spesso alcune canzoni le ascolto anche due o tre volte. Seguo i titoli un po' a caso, scegliendo quelli che mi sembra possano contenere canzoni belle. Lo so che nel mondo non esistono solo le playlist di Louis e le canzoni che piacciono a Louis, ma il mondo è un posto troppo grande, e da qualche parte dovrò pur ricominciare a esplorarlo.

E poi voglio trovare la canzone preferita di Louis, e quella canzone si deve trovare tra queste playlist. Ascolto le canzoni con attenzione, seguendone il testo, che spesso cerco online, perché è ovvio che il testo debba avere un'importanza fondamentale. Altrimenti non mi avrebbe mai detto che potevo trovarla anch'io. Ancora non l'ho trovata, però. Non so se per scarsa comprensione o semplicemente perché non l'ho ancora sentita. Forse Louis sovrastima le mie capacità.

Chissà se Louis riceve una notifica quando qualcuno ascolta una sua playlist, e se sa chi ascolta le sue playlist. Ho riflettuto su questa eventualità e ho deciso che non mi interessa. O meglio: mi spaventa un po', ma cerco di non pensarci.

Ho riascoltato alcune playlist che avevo già sentito in passato. Ad esempio, ho dato una seconda possibilità a quella "vintage pop" che avevo smesso di ascoltare alla terza canzone, e l'ho trovata piuttosto divertente. Al secondo ascolto mi sono piaciute persino le prime due canzoni, Dancing Queen e I will survive, che al primo ascolto mi erano sembrate molto stupide. Be', non le ho trovate particolarmente intelligenti nemmeno stavolta, ma ne capisco il senso, ora. Il loro senso non è quello di dire cose intelligenti, è quello di regalarti un momento di spensieratezza, e mi sembra che riescano nel loro intento.

Di playlist che contengono musica di questo tipo Louis ne ha create diverse, e le ho ormai sentite tutte. Penso che facciano bene al mio umore.

Ho deciso di fare una mia playlist, sul mio profilo. L'ho intitolata "roba che piace a Garri", ricordando il titolo della playlist in cui Louis aveva messo la "roba che piace a Artu" (esiste ancora, quella playlist, e non ha cambiato il titolo: il verbo è ancora al presente).

Per ora non ci sono molte canzoni, perché anche se esistono diverse cose che trovo gradevoli o interessanti, voglio metterci solo cose che mi piacciono davvero, che mi colpiscono, mi emozionano in qualche modo, o a cui sono legato. E quindi ci ho messo Shine on you crazy diamond e Brain Damage dei Pink Floyd, Atomic dei Blondie e Ruby Tuesday dei Rolling Stones.

Poi ho cercato, trovato e inserito anche la canzone che mi piaceva da piccolo, pescatore di Fabrizio De Andrè.

Avrei voluto metterci anche quella canzone russa che mi aveva cantato Louis la prima sera con la chitarra. Non ricordavo il titolo russo, ma ricordavo che parlava di occhi neri, e quindi ho cercato "occhi neri canzone russa" su Google. E l'ho trovata subito. Oči čërnye. Su wikipedia c'era il testo. Il testo che mi piaceva immaginare avesse significati avventurosi o misteriosi. Non ho resistito alla curiosità e l'ho letto. Ce ne sono due versioni, a dire il vero, non so quale delle due mi abbia cantato Louis. Il senso è simile, comunque. Poesie d'amore dai testi tragici, strazianti, che mi hanno turbato al punto che ho rinunciato a cercarne una versione su Spotify.

Play - Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora