88. Louboutin

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Io e Zoe abbiamo parlato molto, stanotte. Ne sono andate di mezzo le mie sacre ore di sonno, ma per una volta ho deciso di mettere lei al primo posto. In fondo, sapevo di avere un turno non problematico, oggi, contro il canadese Placek, e così è stato, l'ho battuto con facilità anche se ero un po' stanco e non ho giocato benissimo.

Le ho rivelato di averle buttato via la bustina di droga, qualche sera fa, e lei si è un po' arrabbiata: «Mettimi di nuovo le mani in borsa senza permesso e te le cionco» ha detto, e poi ha aggiunto di essere stata «impanicata» per mezza giornata, pensando di averla dimenticata da qualche parte. E ci avevo visto giusto, il motivo per cui si è addormentata in sala stampa era proprio quello: non avendo uno stimolante in circolo, le ore di sonno arretrate si sono fatte sentire.

Mi ha giurato di aver buttato tutto quello che le era rimasto in borsa. «Mi ha detto di non essere sicura di non ricarderci, ma che ce la metterà tutta. Io le ho detto che la aiuterò. E come? Non è che puoi seguirmi e controllarmi, hai il tuo lavoro da fare.» È un po' come me quando non riuscivo a trattenermi dal mangiare schifezze? Le ho chiesto. «Una specie, credo...»

Ha parlato con la madre di Louis, che le ha dato molti buoni consigli su come scegliere un assistente e dove cercarlo.

Io, invece, ho parlato con Liam. È venuto lui da me, mentre facevo i trattamenti dopo il match di oggi. Mi ha raccontato qualcosa di ciò che si sono detti lui e Zoe ieri sera. Quasi niente, a dire il vero. «Non racconto le confessioni private delle persone» ci ha tenuto a precisare. «Ma una cosa te la devo dire: abbi più cura di lei.» Mi ha raccontato un paio delle cose che Zoe sta facendo per me senza che io ne sappia assolutamente nulla. Ad esempio, la causa con il tizio a cui ho rotto il cellulare. La cosa sta andando avanti, e Zoe è impegnata da mattina a sera a discutere con gli avvocati dell'agenzia sulla migliore strategia mediatica da tenere per cercare di limitare i danni di immagine. E poi, ovviamente, ci sono tutte le piccole mansioni di routine: prenotare voli, visti per l'estero, concordare interviste, servizi fotografici, impegni vari di relazioni pubbliche a cui di solito vengo portato e prelevato senza preavviso e senza che quasi io sappia cosa devo fare. E discutere con i direttori dei tornei, mediare con l'agenzia, eccetera, eccetera, eccetera. È davvero un lavoro enorme.

Ho deciso che farò qualcosa per lei. È una sciocchezza, me ne rendo conto, ma forse può esserle un po' d'aiuto.

Mi ha colpito molto ciò che mi ha detto Arturo, sul fatto che smettere di prendere cocaina possa portare alla depressione. Ho deciso quindi che cercherò di mitigare questa depressione facendole dei regali. Ma dei regali belli, come quelli che Louis ha fatto a me. I regali di Louis mi hanno reso molto felice, e anche i regali che gli ho fatto io hanno reso felice lui, lo so, l'ho visto (l'orologio Lego lo indossa a ogni conferenza stampa). Forse riuscirò a tirarla un po' su di morale, se le farò dei bei regali.

È un impegno mentale non da niente. Devo pensare a cose che le potrebbero piacere, e non è facile. So che dovrei stare concentrato sul mio lavoro e sul torneo (e per giunta adesso arrivano gli US Open), ma dedicherò ugualmente una parte dei miei pensieri a Zoe. Sono un bambino egocentrico? Forse posso cominciare a uscire dal mio egocentrismo concentrandomi sui bisogni di un'altra persona.

Oggi le ho preso una rosa. Lo so che è un regalo stupido, ma era il primo e non ho avuto modo di pensarci molto. Ho chiesto alla concierge dell'hotel che mi comprassero una rosa. «Un mazzo di rose?» mi hanno chiesto. Un mazzo mi sembrava un po' esagerato, mi sembrava qualcosa che ti possono dare quando vinci un torneo. No, una singola rosa, ho risposto. «Colore?» Boh. Rossa?

E rossa è stata. La sto porgendo a Zoe.

«Mi stai facendo una proposta di fidanzamento?» mi chiede lei.

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