57. Il regalo perfetto

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Papà è arrabbiatissimo per la proposta che ho fatto a Zoe. 

«Ho sempre pensato che i bisessuali fossero una leggenda metropolitana, ma mi smentisci: prima perdi la testa per Tomlinson, poi prometti mari e monti alle prime tette di passaggio.»

«Zoe non è solo t-t-tette», gli ho risposto, pensando alle cose che mi ha detto lei ieri sera.

«Fai il femminista adesso?»

Non ho saputo cosa ribattere perché non ho capito il senso dell'osservazione.

Papà pensa che Zoe si stia approfittando di me, e non riesce a capire come io abbia fatto a perdonarla, dopo che mi ha screditato con l'intervista.

Il problema è che papà era già arrabbiato a causa di ciò che ho detto in conferenza stampa. L'aggettivo "brutto" è stato ripreso da tutti i giornali, sono stato criticato fino alla nausea e accusato di non saper perdere. Una gif animata di me che faccio il segno della parola "brutto" è diventata un meme e la stanno usando come "reaction gif" su tutti i social, persino al di fuori dell'ambito tennistico. Mentre facevo il segno avevo il viso atteggiato in un'espressione molto decisa, tra il rabbioso e il disgustato: posso capire perché stia avendo successo.

Zia Elena è indecisa se la popolarità di quella gif sia un bene o un male per me: dice che da un lato è sempre positivo quando si parla di me al di fuori del tennis perché aumenta la mia spendibilità e cattura potenziali nuovi fan che altrimenti sarebbero stati impossibili da raggiungere. Dall'altro, è un'immagine talmente avulsa dal tennis da rischiare di rendermi solo ridicolo.

Sono cose a cui preferirei non pensare. Vorrei trarre il meglio dal torneo di doppio e concentrarmi solo su quello: è pur sempre un buon allenamento per il gioco di volo.

Ho passato anche il secondo turno con Steve Johnson. Ed è incredibile, considerando che era la prima volta che giocavamo insieme. Mi sono un po' pentito di aver accettato di giocare con lui (è stato papà a combinare tutto), perché odio le persone coi baffi o peli in faccia in generale: sono così anti-igienici...A ogni modo, non devo guardare lui, ma il campo e la pallina, e quando parliamo per decidere dove servire e che schema usare tengo sempre la testa ben girata. Lui ogni tanto prova a interagire ai cambi campo, mi fa qualche battuta, qualche domanda, ma io non so mai bene cosa ribattere: ma non lo sa che balbetto?

Louis mi ha scritto.

Non l'ho incontrato (per fortuna), ma mi ha scritto. Qualcosa come cinquanta messaggi. Non li ho letti, solo vedere il numero di notifiche che aumenta mi fa stare male. Fisicamente male.

Stranamente la cosa che mi sta facendo più male non è la sconfitta. Non ci sto quasi più pensando, mi sembra una cosa irreale, o un avvenimento accaduto in un passato lontanissimo. Non mi era mai successa una cosa simile dopo una sconfitta, dimenticarmene così rapidamente.

La cosa che mi sta facendo più male è avergli tirato addosso l'antivibrazioni. Ripenso al cagnolino disegnato, ripenso al sorriso di Louis quando me l'ha regalato. Vorrei tornare indietro nel tempo e annullare quel gesto, così come a volte mi accade di voler tornare indietro e cambiare dei colpi che ho sbagliato nei miei match.

Stamattina, appena arrivato a Key Biscane, ho chiesto al supervisor se poteva farmi parlare coi raccattapalle del mio incontro di singolare. Li ho incontrati e ho promesso a ciascuno di loro che avrei dato un cappellino autografato a chi mi avesse portato il gommino antivibrazioni che ho perso in campo. Gliel'ho descritto, nessuno l'aveva visto. Alla fine i cappellini glieli ho dati lo stesso (non ne avevo abbastanza e ho dato via anche qualche maglietta e fascetta. Sembravano tutti molto contenti).

Oggi torniamo a casa abbastanza presto, sono miracolosamente riuscito a evitare Louis di persona. Nell'ingresso, trovo Zoe che mi porta con grande entusiasmo un pacco di fogli.

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