125. A modo mio

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Non ho capito bene cosa sia successo, dopo che ho aggiunto la canzone alla playlist.

Mi sono addormentato. Ma forse è più corretto dire: ho perso conoscenza. Mio padre ed Alessandro mi hanno portato a letto. Credo. Forse c'era anche Zoe. Me lo ricordo come fosse un sogno. Non so con certezza se sono stati loro o se l'ho fatto io in un momento di semi- sonnambulismo.

Mi sono svegliato diverse volte, e riaddormentato, e risvegliato, e riaddormentato.

Sto molto male. Un senso di nausea che parte dalla radice del naso. E il mio cuore batte troppo veloce.

Che ore sono? Dov'è il mio iPad?

Mi alzo in piedi, arranco attraverso la stanza, esco. «P-p-papà?» chiamo.

Nessuno risponde. Sento rumori al piano di sotto.

Che ore sono? Barcollando un po' arrivo alle scale e mi rendo conto che i rumori vengono dalla tv. È la finale! Da quanto tempo stanno giocando?

Mi affretto giù per le scale e papà si accorge di me. Si alza di scatto e mi corre incontro. «Come stai? Hai dormito abbastanza?»

Ma cosa importa il sonno, adesso?! Da quanto sta giocando Louis? Indico la tv. È un cambio campo e non c'è il punteggio in sovrimpressione.

«Harry, vieni qui vicino a me» dice Zoe, che è seduta sul divano proprio davanti alla tv. Non c'è solo lei, ci sono anche Alessandro e Lidia, tutti stanno guardando la finale tranne me! Tutti! Perché non mi hanno chiamato?

«Non è finita, sono al terzo set» aggiunge papà, quasi leggendomi il pensiero.

Dimmi che non li ha vinti tutti e due Grković!

«Sta per servire Louis per il set, se lo fa è avanti due a uno» aggiunge ancora.

Ho un altro sussulto. E proprio in questo momento Louis si alza dalla panchina.

«Partitone...» commenta Alessandro. «Cosa ti sei perso!» Ma ci tiene proprio a farmi innervosire ancora di più?

«Dai, siediti che hai dormito poco» mi ordina papà, trascinandomi verso il divano, dove mi siedo accanto a Zoe. Lui poi va a prendersi una sedia, mentre Alessandro e Lidia sono sulle poltrone una alla destra, uno a sinistra del divano.

Ecco che Louis serve, gli fanno un bel primo piano. Avrà visto la canzone prima di entrare in campo? Avrò fatto in tempo? E, soprattutto: sarà la canzone giusta?

Louis fa il primo punto con un ace. Esulto alzando le braccia.

Il secondo punto è più combattuto, e viene chiuso da Louis a rete.

«Trenta a zero!» esclama Alessandro. Zoe mi mette una mano sul braccio.

Dai, Louis, dai!

Come al solito, Louis serve velocemente e mette un'altra prima. Fa un serve and volley perfetto, Arturo sarebbe fiero del suo gioco a rete. La stretta di Zoe sul mio braccio si intensifica.

Manca un punto. Un punto solo per andare due a uno. L'adrenalina mi sta tenendo sveglio.

Louis serve. Stavolta è una seconda. Lo scambio è feroce, lottatissimo, sfiancante e dura trentotto colpi.

L'ultimo è un forzato di Grković.

Mi esce un debole grido rauco dalla gola, che viene coperto da un urlo di Zoe e da un «Sì! Prendi in culo Milos!» di Alessandro. Non ho mai capito perché Grković gli stia tanto antipatico.

Anche Lidia esulta e papà batte compostamente le mani. In televisione stanno mostrando il replay al rallentatore dell'esultanza rabbiosa e felice di Louis.

Play - Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora