Ho ancora gli occhi aperti. Lui li ha chiusi appena le nostre labbra si sono toccate.
La sua bocca è sulla mia. È morbida e calda, un calore che si diffonde in un istante a tutto il mio corpo.
Restiamo così per qualche secondo, a labbra strette.
Il mio cuore batte con violenza, sento i capillari del mio viso dilatarsi, la mia pelle si scalda sempre più, d'improvviso vorrei persino togliermi il giubbotto.
Sono io il primo a socchiudere le labbra.
Appena appena. Non so cosa devo fare. Non sono sicuro di cosa voglio fare.
Ma voglio un bacio. Un bacio di Louis.
Le socchiude anche lui.
Sento qualcosa di umido toccarmi le labbra, è la sua lingua, e il mio cuore accelera ancora.
Ho paura, non so bene di cosa. Ho paura, ma continuo. Ora dischiudo la bocca un po' di più, aprendo anche i denti, il suo viso si inclina, la sua mano scivola dietro la mia nuca e mi tira a sé, la mia bocca si apre, la sua lingua tocca la mia ed è in questo momento che chiudo finalmente gli occhi.
È un sapore dolce, strano, c'è un po' di fragola, un po' di qualcos'altro che non riesco a identificare, un po' di Louis, forse, è lui, lo cerco muovendo la mia lingua contro la sua, il respiro annullato, lo sto trattenendo, ho bisogno di prendere aria, il mio cervello si sta sovraccaricando.
Le mie mani scorrono su di lui, guance, nuca, collo, mi stacco un attimo, prendo un respiro, lui mi respira addosso, ed è come una specie di richiamo, torno subito da lui, e stavolta è la mia lingua a entrare nella sua bocca, la passo sulle labbra, sui suoi denti – lo avverto, lo scalino del suo dente storto - e poi incontro di nuovo la sua lingua dentro di lui.
Non ho mai provato nulla di simile. È un dono che gli faccio e che mi fa, un dono speciale, la sua dolcezza, le mie paure dissolte, un senso di fine che non finisce e di perfezione, la pace più assoluta e una felicità esplosiva che penetra e trasforma ogni mia cellula.
Perdo traccia di quello che sto facendo, so solo che questo bacio è la cosa più bella e intensa e... Non ho più parole. Non ho più aggettivi.
Non ho parole perché non ne esistono più. C'è solo questo bacio, lentissimo, lunghissimo. Ci sono le nostre mani che frugano dentro il giubbotto, sotto i vestiti, freddo su caldo.
E dopo avergli baciato la bocca, gli bacio anche il collo, come ha fatto lui con me tante volte, e me lo bacia anche lui. E dopo esserci baciati per non so quanto tempo, restiamo abbracciati per un po', i visi appoggiati uno alle spalle dell'altro. Poi, insieme, perfettamente coordinati, nello stesso istante, come se un solo cervello avesse dato il comando, tenendoci per mano ci stendiamo sulla coperta, vicini, a guardare questo bellissimo cielo viola, dove già cominciano a brillare un po' di stelle.
Stiamo così. Silenziosi. Tranquilli.
Sono felice.
«Io non so se starò sempre bene» dico, dopo qualche minuto di pace e silenzio. «Non m'illudo, so che non sarà sempre tutto p- perfetto come oggi.»
«Perfetto è noioso» ribatte lui. «Perché pensi che gioco tutto storto? Io se voglio posso giocare bellissimo, ma se gioco bellissimo poi è noioso, allora gioco storto.»
Rido. «Non ci credo c-che saresti mai capace di giocare in modo bello.»
«Nah. Hai ragione, è una scusa. Sei tu quello che gioca bello.»
«D-dici che dovrei cominciare a giocare storto anch'io? Forse è per quello che ero sempre d- depresso, quando giocavo.»
È Louis a ridere, adesso. «Mi piacerebbe vederti che mi fai l'impressione!»
STAI LEGGENDO
Play - Larry Stylinson
FanfictionCome comincia una rivalità, una di quelle leggendarie che fanno sognare una generazione? Prendete due giovani tennisti all'inizio della loro carriera. Harry Styles, talento italiano destinato a diventare un campione. Ordinato, perfezionista, riserva...